Case studenti, politica assente per 30 anni. Mur: “Al lavoro per soluzioni strutturali” - QdS

Case studenti, politica assente per 30 anni. Mur: “Al lavoro per soluzioni strutturali”

Case studenti, politica assente per 30 anni. Mur: “Al lavoro per soluzioni strutturali”

Amedeo Barbagallo e Patrizia Penna  |
giovedì 25 Maggio 2023

Avanti con Pnrr e riconversione immobili inutilizzati, l’Unione Universitari: “Subito risposte”

Dal sistema pensionistico all’approvvigionamento energetico, dalla siccità all’alluvione in Emilia Romagna, dal debito pubblico al Mezzogiorno senza infrastrutture e condannato al sottosviluppo: cosa hanno in comune fatti e accadimenti così diversi tra loro anche per gravità ed entità? Risposta: la mancata pianificazione da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi decenni.
Una classe politica senza strategia che non ha saputo esprimere una visione del futuro ma ha preferito piuttosto navigare a vista, rattoppando, mettendoci una pezza. Anche la carenza di alloggi per studenti finita alla ribalta della cronaca delle ultime settimane è l’ennesima emergenza figlia dell’incapacità di programmare a lungo termine.

UPPI: “emergenza per 64mila studenti fuori sede”

Secondo l’Unione piccoli proprietari (Uppi), che ha incrociato i dati Istat e quelli del Mur 2021/2022, sono almeno 64mila gli studenti fuori sede che vivono l’emergenza affitti.
Al netto di chi ha trovato alloggio a prezzo calmierato negli studentati, la popolazione interessata ad un intervento immediato riguarda almeno 80.000 studenti nelle città a maggiore ‘tensione abitativa studentesca’, dei quali circa il 20% può integrare i magri redditi familiari con occupazioni saltuarie, ma che per almeno 64.000 il problema “si pone con drammatica evidenza”.

Il Mur al QdS: “Prosegue interlocuzione con gli studenti”

Il ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), interpellato dal Quotidiano di Sicilia, conferma che stanno proseguendo in questi giorni le interlocuzioni del ministro Anna Maria Bernini con gli studenti al fine di individuare soluzioni strutturali. E ci conferma anche che le soluzioni offerte dal Pnrr (il punto: finora stanziati 300 milioni di euro e realizzati i primi 7.500 posti letto; seguiranno i bandi da 660 milioni di euro per creare ulteriori 52.500 posti letto) verranno affiancate dalla mappatura di immobili rimasti inutilizzati. Il MUR ha avviato una manifestazione di interesse, rivolta a enti pubblici e privati, per trovare immobili da riconvertire in residenze universitarie. Scadrà l’11 luglio l’avviso per le manifestazioni di interesse e successivamente si procederà all’apertura dei bandi per la realizzazione dei prossimi 52.500. La scadenza fissata dal Pnrr è giugno 2026.
E qui scattano passaggi amministrativi necessari che di fatto allungano inevitabilmente tempi.

Nelle more, a prendere a cuore la questione è stata anche la Cei: proprio qualche giorno fa, il cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, in un passaggio della sua introduzione alla 77ma Assemblea Generale, ha detto: “In Italia c’è un bisogno di casa a costi accessibili. La protesta degli studenti è una spia significativa di un più vasto disagio silenzioso”.
Un disagio a cui la politica è chiamata a dare risposta. Non ci sono più scuse.

Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari (Udu)

Parla Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari (Udu)

“Effetto di un’assenza di pianificazione e di investimenti pubblici per decenni”

Nelle ultime settimane, la protesta degli universitari in merito al caro affitti – problematica che affligge la categoria da tempo – è esplosa in tutto il Paese. Continuano a fare il giro dei social le foto degli studenti accampati in tenda nei pressi dei propri dipartimenti sulla scia di Ilaria Lamera, la 23enne bergamasca che ha deciso di montare una tenda di fronte al Politecnico di Milano, città davvero impraticabile per quanto riguarda i prezzi degli affitti.

La problematica, tuttavia, non affligge solamente gli studenti. Anche i giovani lavoratori, come stagisti e insegnanti neoimmessi, costretti a lasciare le terre di origine per un lavoro trovato oltre il Po, devono far fronte ad affitti sempre più cari.

A tal proposito, Camilla Piredda, studentessa magistrale di Ricerca Sociale e coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, che ha già denunciato la situazione dei fuorisede al XIX congresso della Cgil, ha spiegato al Quotidiano di Sicilia i sentimenti, le idee e le proposte di una generazione che sogna un futuro meno difficoltoso.
“Noi pensiamo che la situazione odierna sul caro affitti, e in particolare sui disagi della componente studentesca – ammette la coordinatrice -, sia l’effetto di un’assenza di pianificazione e investimenti pubblici degli ultimi decenni: avere smesso di investire in abitazioni a basso prezzo e di qualità e in residenze universitarie ha portato ad una scarsità e rincaro costante diffusi sul territorio nazionale, in una situazione di debolezza costante e incertezza per chi cerca un alloggio oggi”.

Naturalmente, dai ragazzi dell’UDU non arrivano solo parole ma anche proposte. “Abbiamo elaborato un documento con 10 proposte rivolto al Ministero per l’Università ed a tutta la classe politica. Chiediamo innanzitutto il ribaltamento del disegno del PNRR, che oggi concentra i fondi sull’edilizia universitaria all’housing privato, insieme al rifinanziamento per almeno 50 milioni di euro del fondo affitti per studenti fuorisede”.
Secondo Piredda, inoltre, risulterebbe necessaria la modifica della legge 431/1998 – Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo. In tal modo si andrebbe “incentivando maggiormente il canone concordato rispetto al mercato libero, riducendo le agevolazioni fiscali su quest’ultimo come la cedolare secca”.

Pensiamo altresì che serva un intervento deciso su efficientamento energetico di tutti gli edifici (studenteschi e non), una normativa attuale e aggiornata sugli affitti brevi turistici e sulle piattaforme, creando forme di confronto costante tra istituzioni e società civile sulla regolazione del mercato”.

La mobilitazione degli studenti non si fermerà alla sola “protesta delle tende”. Come segnala Piredda, gli studenti avranno modo di riunirsi ancora “per chiedere vere risposte e non spot propagandistici alla Ministra Bernini”. Dal Nord, territorio simbolo del caro affitti, la sensibilizzazione proseguirà a livello nazionale e nelle varie province, “perché pensiamo che i cambiamenti su un tema così complesso debbano avvenire con politiche di lungo periodo e non con interventi istantanei”.

Piredda, inoltre, ha analizzato le proposte che il prof. Salvatore Cuzzocrea, rettore dell’Università di Messina e presidente della Conferenza dei rettori italiani, ha avanzato al QdS. “Pensiamo che la riconversione di edifici sfitti possa essere una risposta – è l’analisi della coordinatrice UDU -, ma solo se si assicura una vera qualità e vivibilità degli alloggi ed una loro concessione ai beneficiari del diritto allo studio, ovviamente in armonia con uno sviluppo delle città che non lasci indietro nessuno. Senza qualità e tariffe calmierate – conclude Piredda – non vedremo alcun effetto di riduzione della tendenza attuale del mercato degli affitti”.

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