Secondo la Bibbia (ma si dovrebbe fare riferimento ad altri testi religiosi antecedenti e successivi), vi è stato un Creatore, il quale ha stabilito le “regole”, i funzionamenti dell’esistente, le interconnessioni fra i cinque regni definiti in biologia, fra cui quello animale, di cui fa parte la persona umana, che è stata dotata dell’intelletto, della capacità di ragionare e di scegliere valutando ciò che è bene e ciò che è male, e a cui è stato dato il libero arbitrio conseguente.
Per cui sembra anacronistico appellarsi al Creatore, ai santi e ad altri per questioni terrene, per vicende che colpiscono questo o quello e che spesso sembrano ingiuste, come nel caso di tanti bambini che muoiono e di persone anziane, anche centenarie, che invece sopravvivono.
Non si tratta di ingiustizia perché le cose vanno come devono andare; non c’è qualcuno che decide, ma vi sono miliardi e miliardi di combinazioni di eventi e situazioni che fanno capitare fatti al di là della nostra comprensione, spesso incredibili che possono definirsi: Caso.
Qualche giorno fa ero nella mia casa di campagna sull’Etna; nel corso di un improvviso temporale è scoppiato, a non molti metri da me, un fulmine. Se mi avesse centrato, non sarei qui a raccontarvelo.
Il Caso non ha voluto che in quel momento morissi perché quel momento non era la mia ora. Ma quanti eventi capitano alle persone, indipendentemente dall’età, dal genere, dalla nazionalità; fatti che a prima vista sembrano incredibili. E a quante persone capita di avere un colpo apoplettico mentre stanno guidando e magari, andando a sbattere su un muro, muore la persone che è accanto al guidatore o guidatrice.
Tanti sono gli eventi naturali: terremoti, esondazioni, incendi, maremoti e altri, che capitano secondo processi che l’essere umano via via va conoscendo, perché tenta di interpretarli, ma di cui non può evitare le conseguenze se non in bassa misura.
Allora bisogna essere fatalisti? Bisogna pensare che noi, gli umani, dotati di intelletto e di libero arbitrio, ripetiamo, non possiamo nulla contro gli eventi? Non è propri così. Noi possiamo e dobbiamo fare tutto ciò che è in noi sapendo però che la nostra azione è limitata.
Se leggiamo la Storia, non a cominciare dall’anno zero, ma risalente a qualche migliaio di anni prima, ci accorgiamo come il genere umano sia fallace, egoista, commetta errori che poi ricommette perché non impara nulla dal passato, essendo dotato di una forte presunzione e in qualche caso dal senso di onnipotenza.
Non molti fra gli umani riflettono sulla propria limitatezza temporale della vita e, all’interno di essa, sulle proprie capacità. Il che dovrebbe consentire di non pensare o fare cose a di là di ogni ragionevolezza.
Intendiamoci, non pensiamo che si debba agire nello stretto ambito di ciò che ci circonda. Anzi, dobbiamo avere sempre lo sguardo oltre l’orizzonte, per vedere ciò che non vediamo; la nostra immaginazione ci deve aiutare a guardare lontano senza alcuna remora, ma tenendo sempre i piedi ben piantati sulla terra.
Guai a chi sogna senza tentare di tramutare i sogni in realtà, cosa per altro avvenuta moltissime volte.
Dunque, il Caso decide per l’effetto di miliardi di combinazioni. Perciò è del tutto inutile rivolgersi agli ultraterreni, i quali semmai possono fare qualche raccomandazione al Padre eterno quando il nostro spirito volerà al di là delle soglie della nostra conoscenza.
Il senso di realismo ci dovrebbe portare a una concretezza del nostro comportamento, basata su fatti e dati certi, applicando una regoletta facile facile, secondo la quale ognuno di noi in qualunque fase della propria vita dovrebbe porsi obiettivi e progettare i mezzi per raggiungerli senza esitazioni.
È proprio la capacità di guardare lontano e di utilizzare i mezzi necessari che, aggiungendo il merito, permette di raggiungere gli obiettivi.
Non diciamo che conta solo la razionalità nella vita, perché la spiritualità è un aspetto importante, ma essere concreti e fattivi permette di realizzare quello che si desidera.
Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa (Albert Einstein). Il che significa che si possono raggiungere obiettivi difficili, ma reali, non chimere, sebbne ricordando che ognuno di noi è poca cosa di fronte alla Storia e all’Universo.