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Caso Garlasco, il Riesame annulla sequestro: “Mancano parole chiave, perplessi su tempi”

Caso Garlasco, il Riesame annulla sequestro: “Mancano parole chiave, perplessi su tempi”
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I giudici hanno annullato il decreto di sequestro dei dispositivi informatici nei confronti dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e di due carabinieri, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, coinvolti nel fascicolo d’indagine che riguarda l’archiviazione nel 2017 di Andrea Sempio

L’assenza di parole chiave e una ricerca senza un preciso perimetro temporale costituiscono il “difetto motivazionale” con cui i giudici del Tribunale del Riesame di Brescia hanno annullato il decreto di sequestro dei dispositivi informatici disposto dalla Procura della città lombarda nei confronti dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e di due carabinieri, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, coinvolti nel fascicolo d’indagine che riguarda l’archiviazione nel 2017 di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco.

La motivazioni

Le motivazioni – che spiegano le decisioni assunte dallo stesso collegio del primo Riesame dello scorso ottobre e dell’udienza di venerdì scorso – sottolineano come il criterio della parole chiave “manca, nonostante la pubblica accusa abbia chiaramente delineato gli elementi di cui è alla ricerca, alcuni dei quali, peraltro, talmente specifici da prestarsi a essere ‘intercettati’ proprio mediante l’utilizzo di parole chiave (si pensi alla consulenza del consulente tecnico Linarello)”.

Se tale “lacuna” fosse già sufficiente a giustificare l’esito del Tribunale del Riesame di Brescia, per i giudici “non può fare a meno d’osservarsi come desti perplessità anche la perimetrazione temporale” dal 2014 al 2025 “in termini sensibilmente difformi rispetto ai confini temporali dell’imputazione provvisoria (febbraio 2017)”. L’esito del difetto motivazionale è l’annullamento del decreto con cui i due ex carabinieri tornano in possesso di pc e cellulari, mentre sull’ex magistrato Venditti pende ancora una richiesta di incidente probatorio sui dispositivi informatici.

Caso Garlasco: dispositivi tornano a Venditti senza nuovo decreto pm Brescia

La difesa di Mario Venditti, l’avvocato Domenico Aiello, presenterà nelle prossime ore alla Procura di Brescia un’istanza per chiedere celermente la restituzione dei dispositivi informatici sequestrati all’ex procuratore aggiunto di Pavia.

Una restituzione che diventa reale con la terza decisione del Tribunale del Riesame di Brescia – due le pronunce per il caso Garlasco e uno per il cosiddetto ‘sistema Pavia’ – che ha annullato il sequestro disposto lo scorso 26 settembre nell’inchiesta sulla presunta corruzione in atti giudiziari perché – a dire degli inquirenti – Venditti sarebbe stato corrotto per archiviare nel 2017 in tutta fretta Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Chiara Poggi.

Nell’istanza difensiva si ricorda che la Procura non ha più motivo di tenere per sé cellulari, hard desk e pc, anche nel caso in cui i titolari del fascicolo, il procuratore capo di Brescia Francesco Prete e la pm Claudia Moregola, decidessero di ricorrere in Cassazione contro l’ultima decisione del Riesame.

Il provvedimento di oggi dei giudici diventa così esecutivo – a meno che la Procura di Brescia firmi un ulteriore decreto di sequestro – anche perché la stessa difesa di Venditti ha deciso di rinunciare all’incidente probatorio, scelta presa nelle scorse settimane per bloccare il decreto di urgenza (degli inquirenti) con cui si disponeva l’accertamento tecnico irripetibile sui dispositivi informatici dell’ex magistrato. Se la Procura di Brescia dovesse esitare nella restituzione rischierebbe di incorrere nella violazione dell’articolo 388 del codice penale che disciplina la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice.

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