Una possibile nuova traccia emerge nell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di Garlasco. Gli investigatori avrebbero individuato un’ulteriore impronta riconducibile a una scarpa sporca di sangue, localizzata sul gradino più alto della scala interna dell’abitazione, proprio nel punto in cui venne rinvenuto il corpo della giovane.
La “traccia 33” e i segni sul muro delle scale: cosa cambia nel delitto di Chiara Poggi
Secondo le più recenti ricostruzioni, questa impronta sarebbe coerente con la cosiddetta “traccia 33”, il segno repertato anni fa sul muro delle scale e attribuito all’autore del delitto. La notizia è stata diffusa dal Tg1 nell’edizione serale delle 20.00 di ieri, che ha riferito come l’elemento possa assumere un peso significativo nel nuovo filone investigativo aperto ormai da diversi mesi.
L’indiscrezione arriva a ridosso della conclusione dell’incidente probatorio sugli accertamenti genetici effettuati sul materiale biologico rinvenuto sotto le unghie della vittima. Nell’ambito delle nuove indagini risulta indagato Andrea Sempio, amico del fratello minore di Chiara, che ha sempre dichiarato di frequentare abitualmente la villetta. Sempio è accusato di omicidio in concorso con persone non identificate o con Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva per il delitto.
La collocazione della nuova impronta sulle scale sarebbe compatibile con quella lasciata sul muro e identificata come traccia 33, che per la Procura potrebbe appartenere proprio a Sempio. Non è stata ancora depositata la relazione conclusiva dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, ma alcune anticipazioni trapelate lascerebbero ipotizzare una ricostruzione diversa rispetto a quanto finora ritenuto.
In base a queste prime informazioni, Chiara Poggi potrebbe essere stata aggredita inizialmente al piano terra, mentre l’azione mortale si sarebbe consumata sulle scale. Dopo l’aggressione, l’assassino avrebbe risalito alcuni gradini, fermandosi a osservare il corpo dall’alto. È in quel frangente che, secondo gli inquirenti, l’autore del delitto avrebbe appoggiato una mano al muro, lasciando l’impronta divenuta nota come traccia 33, mentre le impronte delle scarpe confermerebbero la sua permanenza sulle scale subito dopo l’omicidio.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

