Diversi i mazzi di fiori poggiati sul "Muro del lutto" a Mosca. Su uno la scritta: "Uno per tutti. Perdonaci".
Il dissidente russo Alexei Navalny è morto nella regione artica di Yamalo Nenets, dove era rinchiuso nella colonia penale a regime speciale di Kharp.
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Lo ha riferito l’agenzia Tass, secondo cui il dissidente ha avvertito un malore dopo una passeggiata, ma nonostante siano state eseguite “tutte le misure di rianimazione necessarie”, queste “non hanno dato risultati positivi”.
Le cause del decesso di Navalny sono in fase di accertamento, secondo quanto evidenziato dal Servizio penitenziario federale russo.
Le parole della moglie di Navalny
“Noi sappiamo esattamente perché Putin ha ucciso Alexei tre giorni fa. E ve lo diremo presto. Scopriremo in modo definitivo chi è esattamente responsabile e come esattamente questo crimine è stato commesso”.
È quanto afferma, nel video diffuso oggi, Yulia Navalnaya, la vedova dell’oppositore russo morto venerdì scorso in una colonia penale russa, accusando il presidente russo di aver avvelenato di nuovo il marito e di non consegnare il corpo alla famiglia in attesa che le tracce di “un altro Novichok di Putin” spariscano dal corpo. “Faremo dei nomi e presenteremo le loro facce”, ha detto ancora Navalnaya nel video.
Il memoriale
La polizia pattuglia e controlla il “Muro del lutto”, un monumento in bronzo che commemora la repressione dell’era sovietica, dopo che il sito è diventato un memoriale improvvisato per ricordare Alexei Navalny, morto in prigione all’età di 47 anni. Sono stati deposti alcuni fiori. Su uno dei mazzi di fiori si legge: “Uno per tutti. Perdonaci”.