"Report da 27 anni è un marchio prestigioso e inossidabile della Rai": ha parlato così Sigrido Ranucci in commissione Vigilanza Rai dopo gli attacchi per il servizio sull'eredità di Silvio Berlusconi
Dopo settimane di polemiche, si è svolta nella serata di ieri 7 novembre l’audizione in Commissione di Vigilanza Rai per Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, chiesta e ottenuta dagli esponenti di maggioranza della bicamerale.
A scatenare il dibattito, era stata la puntata che qualche settimana fa il programma d’inchiesta di Rai3 aveva dedicato all’eredità di Silvio Berlusconi e, in particolare, al ruolo e alla figura di Marta Fascina. Quest’ultima, secondo una fonte anonima intercettata da Report, avrebbe condizionato l’ex Premier nei suoi ultimi anni di vita nelle relazioni con gli altri, ma soprattutto anche in Politica.
Le affermazioni rivelate nella puntata di domenica 22 ottobre avevano fatto insorgere Forza Italia, che aveva contestato l’inopportunità del servizio in prossimità delle votazioni a Monza per il seggio in senato lasciato appunto da Berlusconi.
Ranucci: “Criteri oggettivi di qualità”
“Report da 27 anni è un marchio prestigioso e inossidabile della Rai che ha realizzato approfondimento informativo, con analisi di temi politici, sociali, economici, scientifici, ambientali e tecnologici. Anche con respiro internazionale. Realizzando numerosi scoop nazionali e internazionali. Portando il nome della Rai nel mondo. In un contesto dove la notizia è merce Report è una trasmissione di approfondimento che è in grado di dettare l’agenda dell’informazione – le parole di Ranucci – Il successo della trasmissione si regge non su valutazioni ideologiche di appartenenza partitica, ma su criteri oggettivi di qualità credibilità, attendibilità e pluralismo. Quali sono questi criteri oggettivi? Intanto quello del successo di pubblico: Report nelle scorse stagioni ha realizzato il doppio se non il triplo degli ascolti di tutti gli altri programmi di approfondimento, in tutte le puntate è stata la terza trasmissione dell’intero prime time, la seconda Rai. Con una media di circa 1,6 milioni con punte di 2,8 milioni in prima edizione ai quali vanno aggiunti una media di 800 mila spettatori nel replica del sabato che registra la conquista di un pubblico nel 98% completamente nuovo. In questa stagione dopo il primo mese di messa in onda nonostante lo spostamento alla domenica ha una media del 7,4% la domenica sera e una media del 7% nelle repliche del sabato. Altro parametro oggettivo della qualità percepita di Report è il sondaggio Qualitel”, ha proseguito Ranucci. “Report è ai primi posti da 16 anni. E negli ultimi anni si è confermato il programma televisivo italiano per eccellenza per l’approfondimento. La qualità delle inchieste, per i temi trattati, per la qualità di riprese e montaggio, per la squadra di inviati. Questo grazie al lavoro straordinario di inviate e inviati, freelance o dipendenti, che hanno messo a repentaglio la propria sicurezza e quella dei propri familiari per onorare il servizio pubblico. A cui io dico grazie a loro e a tutte le eccellenti maestranze Rai che ci hanno consentito di andare in onda con una qualità altissima”.
La maggioranza attacca Ranucci e Report: Gasparri mostra una carota al conduttore
La maggioranza, tuttavia, continua a contestare l’operato di Ranucci, attaccando anche il direttore dell’approfondimento Paolo Corsini.
“Report sembra preferire un giornalismo di teorema, con attacchi politici di matrice ideologia. Ho cominciato a vedere, almeno da quest’anno, un particolare accanimento – ha detto nel suo intervento il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Filini – Dov’era l’inchiesta nel servizio giornalistico riservato alla seconda carica dello stato?. C’era un abbondante uso del condizionale e strani collegamenti tra familiari defunti e Cosa Nostra. Una cosa abbastanza grave. Alla fine del teorema si sono fatte strampalate congetture”.
Anche il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, non ha risparmiato attacchi, chiamando in causa anche il direttore dell’approfondimento Paolo Corsini: “Cosa pensa di un certo modo di fare giornalismo? – gli ha chiesto -. Lei che pensa dei telefiguranti, messi di spalle, come il presunto parlamentare di Forza Italia? Poi c’è il telericiclo, come l’inchiesta su Urso andata in onda decine di volte”. Gasparri ha poi citato “il telericiclaggio, il telebaiardismo, telecolombia, telespia sul caso Mancini, telelavitola”. Gasparri ha poi mostrato ironicamente una carota come regalo per Ranucci, procurandosi il richiamo della presidente della Commissione Barbara Floridia.
Opposizioni in difesa di Ranucci
Le opposizioni, invece, sono accorse in difesa del programma e di Sigfrido Ranucci, contestando apertamente la convocazione e ribattendo alla ricostruzione di Filini sul voto unanime. E’ stata votata all’unanimità, hanno rimarcato, solo perché i rappresentanti dell’opposizione non potevano votare, perché presenti da remoto, e in caso contrario avrebbero votato contro.
“Il problema è il criterio con il quale utilizziamo la Commissione di Vigilanza, che non può essere utilizzata come una clava, ma deve avere solo un compito di indirizzo – ha rilevato il capogruppo del Pd, Stefano Graziano – Questa è una trasmissione che funziona, forse il problema è proprio questo”. “Il tema reale è che non la Rai nel suo complesso che non guadagna share. La mancanza di share porta meno pubblicità e l’aumento dell’indebitamento. In questo quadro convochiamo una trasmissione che ha colpito nella vita professionale tutti i partiti. Sembriamo marziani”.
“Pensavano maldestramente di potersi vendicare o di intimidire Report, ma davanti ai numeri e ai dati ascoltati stasera la maggioranza è fortemente in imbarazzo”, ha ribadito anche il capogruppo M5S Dario Carotenuto, accusando la destra di aver “provato a utilizzare una sede istituzionale come la commissione di vigilanza per cercare di fare il tribunale dell’inquisizione. Ascolti costantemente sopra la media di rete, altissimo apprezzamento del pubblico, ottimo coinvolgimento del pubblico più giovane, riduzione e contenimento dei costi a fronte di introiti pubblicitari in crescita e di una durata sempre maggiore tra serale e repliche del sabato: questi i risultati di Report negli ultimi 10 anni. Una trasmissione che negli anni ha fatto inchieste su tutti, M5S incluso. In un momento di forte preoccupazione per l’indebolimento del servizio pubblico, la Rai farebbe bene ad applicare il “modello Report” a tutta la sua programmazione. Quanto alle polemiche da bar messe in piedi dalla destra, basti ricordare che non ci risulta alcuna condanna a carico di Report. La prossima volta prima di utilizzare la commissione di vigilanza in chiave di scontro politico ed ideologico ci penseranno due volte”.