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Caso Saguto: condanna ridotta a 7 anni e 11 mesi per l’ex giudice del “cerchio magico”

Caso Saguto: condanna ridotta a 7 anni e 11 mesi per l’ex giudice del “cerchio magico”
Saguto

Secondo l’accusa, Saguto avrebbe creato un sistema clientelare per assegnare incarichi nelle amministrazioni giudiziarie dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

La Corte d’Appello di Caltanissetta ha rideterminato la condanna per Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, al centro del caso giudiziario che ha scosso la gestione dei beni sequestrati alla mafia. La nuova pena è di 7 anni e 11 mesi di reclusione, in lieve riduzione rispetto agli 8 anni e 10 mesi decisi nel primo appello, poi annullato dalla Corte di Cassazione.

Il “cerchio magico” e gli incarichi su misura

Secondo l’accusa, Saguto avrebbe creato un sistema clientelare per assegnare incarichi nelle amministrazioni giudiziarie dei beni confiscati alla criminalità organizzata, scegliendo collaboratori e amministratori in base a legami personali e familiari, in cambio di vantaggi indebiti. Un meccanismo definito dagli inquirenti un vero e proprio “cerchio magico”.

Le altre condanne: pene ridotte anche per marito e collaboratori

La Corte, presieduta da Roberto Serio, ha rimodulato anche le pene per altri imputati nel processo:

  • Lorenzo Caramma, marito di Saguto: 6 anni e 9 mesi (rispetto ai precedenti 7 anni e 2 mesi)
  • Gaetano Cappellano Seminara, ex amministratore giudiziario: 6 anni e 10 mesi
  • Carmelo Provenzano: 6 anni e 8 mesi
  • Roberto Santangelo: 4 anni

Per il colonnello Rosolino Nasca, ufficiale della Guardia di Finanza, è stata dichiarata la prescrizione, ma resta la condanna al pagamento di 150 mila euro in favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri, costituitasi parte civile.

Le motivazioni attese entro novanta giorni

Il nuovo processo d’appello si è reso necessario dopo l’annullamento della sentenza da parte della Cassazione, che aveva rilevato la prescrizione di alcuni reati e la necessità di ricalcolare le pene residue. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.