Pezzi di Pizzo

Il caso Totò Cuffaro

Le problematiche che Cuffaro produce nel centrodestra sono quasi quanto i vantaggi. Ma nella vita, si sa, non si può avere botte piena e moglie ubriaca. Vediamo perché.

Le liste nazionali del centrodestra in Sicilia hanno, ad oggi, messo un niet un apparentamento per le Europee con la DC Nuova di Cuffaro. Certo si vota con il proporzionale, col maggioritario è un’altra storia. Tajani a Taormina, Salvini prima, hanno declinato con un “no, grazie”. In alcuni casi poco garbato, come la frase “Forza Italia non è un autobus”. Si poteva pure dire facciamo da soli ma ringraziamo per l’affettuosa proposta di aiuto, visto che Schifani e il centrodestra alle regionali il quasi 7% di Cuffaro se lo sono preso per vincere. Che se per caso Totò fosse andato con Cateno De Luca non si sa come sarebbe andata a finire.

Ma quale è in sostanza la forza elettorale di Cuffaro? Alle regionali, ultimo riscontro possibile, ha preso poco meno del 7%. Quando era candidato alla presidenza nel 2001, con tutto il traino di successo ed effetto carro del vincitore prese 8,59% con la sua lista, il CdU, poi un altro 2,67 con il Biancofiore. Totale 11%, da candidato presidente. Con molti potenti portatori di voto esperti.

L’altra lista democristiana, il CCD, era piena di sostenitori di Lombardo, D’Alia e soci. Pertanto il risultato di Cuffaro alle regionali, senza il traino del potere e senza portatori di voto esperti e clientelari, è stato un successo. Da allora ogni settimana c’è un annuncio di qualche consigliere comunale che aderisce o sede della DC Nuova che apre. Questo fa innervosire gli altri partiti che, nonostante assessorati e sottogoverni, non hanno la stessa tendenza a crescere.

La differenza è che Totò Cuffaro è bulimico, come nella parabola dice lasciate che i piccoli portatori di consenso vengano a me. E poi lui lavora in tutta l’isola quasi 24h su 24, festivi compresi. Anzi, i festivi sono i giorni più prolifici per incontrare gente libera dal lavoro e malata di politica. Perché per Totò Cuffaro la politica non è solo vocazione, passione, mestiere: è una malattia cronica del sangue, tipo l’anemia mediterranea e ha bisogno di continue trasfusioni di affetto e consenso, binomio cuffariano inscindibile. Come lo fermi uno così?

Ed è questo che fa preoccupare tutti gli alleati, che aprono le segreterie, quando lo fanno, per poche ore a settimana. La maggior parte dei politici siciliani ricevono le persone per dovere, per lui è un piacere, quasi erotico, e la gente lo percepisce e affolla i luoghi dove si trova. Lui non alza mai la voce, parla piano, sussurra, ricorda tutto e tutti, ascolta, e alle persone piace essere ascoltate, riconosciute, vezzeggiate, affettuosamente, quasi redarguite. Si può tranquillamente dire che Cuffaro produca invidia, come i cantanti che hanno i concerti pieni, sold out, mentre gli altri cantano per pochi, prevalentemente adulatori interessati. E l’invidia, la “raggia”, è una bruttissima bestia in Sicilia, capace di fare fallire rapporti e alleanze.

Così è se vi pare.