Cassa integrazione in deroga, i tempi previsti per avere le indennità - QdS

Cassa integrazione in deroga, i tempi previsti per avere le indennità

Pietro Vultaggio

Cassa integrazione in deroga, i tempi previsti per avere le indennità

venerdì 10 Aprile 2020

Ne abbiamo parlato con Sergio Villabuona, consulente del lavoro e tutor d’impresa presso UniMe. Il Governo assicura che arriveranno entro il 15 ma le lungaggini burocratiche sono dietro l’angolo

PALERMO – E’ stato raggiunto l’accordo sulla Cassa integrazione in deroga, dopo una serie di incontri in videoconferenza tra l’assessore regionale del Lavoro, Antonio Scavone, l’Inps, l’Anpal e i rappresentanti delle forze sociali, datoriali, del mondo delle professioni e del terzo settore. Adesso, i datori di lavoro, che hanno sospeso la propria attività, potranno richiedere trattamenti di cassa integrazione salariale in deroga per la durata della sospensione del rapporto di lavoro.

A beneficiare del sussidio saranno i lavoratori subordinati, tra cui anche i pescatori delle acque interne, tranne i dirigenti e i lavoratori domestici. Ma le indennità quando verranno pagate?

Abbiamo sentito Sergio Villabuona, consulente del lavoro e Tutor d’Impresa presso l’Università di Messina: “La linea comunicativa di questo Governo sta creando notevoli problematiche. Si è rassicurato che, entro il 15 aprile, i lavoratori dipendenti riceveranno le indennità di Cassa Integrazione. Ma è questo il vero problema? No, questo è solo un grande acceleratore di un problema di fondo. La situazione emergenziale ha fatto sperare che certe lungaggini burocratiche venissero superate. Se consideriamo un’infrastruttura digitale obsoleta, di cui il sito INPS ha dato un significativo esempio, di conseguenza possiamo capire che i tempi non saranno brevi. Da questa infrastruttura web passano tutte le istanze telematiche, che devono poi essere trasmesse, protocollate e successivamente accolte o respinte. In caso di accoglimento, si dovrà trasmettere un ulteriore invio telematico in modo da quantificare il totale da pagare”. Una struttura, quindi, alquanto macchinosa.

Tuttavia, la problematica principale è a monte: aver scelto di affrontare questa emergenza con uno strumento ordinario – continua Villabuona. Questo strumento prevede 4 strade differenti da percorrere per arrivare a uno stesso risultato: un sostegno al reddito del lavoratore dipendente per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Ogni azienda, a seconda del proprio inquadramento, deve muoversi su uno di questi percorsi: Cassa Integrazione Ordinaria, Fondo di Integrazione Salariale, Cassa in Deroga e Enti Bilaterali. In una situazione normale – continua -, potrebbe anche starci una tale differenziazione, ma in una situazione emergenziale no. Per questo stona tantissimo tutto il lavoro a monte che va fatto, sulla scelta del giusto ammortizzatore e sulle varie e differenziate comunicazioni ai sindacati, che ovviamente sanno dell’esistenza dell’emergenza pandemica in atto. Tutti questi fattori non potranno agevolare di certo le tempistiche di pagamento dell’indennità.

La situazione sarebbe stata più agevole con uno strumento unico per tutti i lavoratori e privo di gran parte di questi passaggi. Ponendo inoltre il focus sulla nostra regione – conclude Sergio Villabuona -, per la stragrande maggioranza delle aziende sarà la Cassa Integrazione in Deroga, gestita dalla Regione, a sopperire al mancato reddito del lavoratore dipendente. Questa procedura prevede un passaggio sindacale, una doppia istanza ai centri per l’impiego e all’Inps e l’emissione del decreto regionale di spesa da parte del Dipartimento regionale lavoro.

Va, però, dato anche merito alla Regione per aver predisposto un meccanismo che, a prima vista, sembra molto agevole, consentendo in pratica alle aziende, dal 7 aprile, di caricare un file zip con i documenti che servono, e facendo terminare lì il loro compito. Segno che probabilmente anche a livello nazionale era possibile fare una semplificazione.

Sarebbe stato meglio, quindi, avere una linea comunicativa prudente. Per sopperire alla situazione, infatti, il Ministro Catalfo ha siglato un accordo con ABI (Associazione Bancaria Italiana), così i lavoratori potranno farsi anticipare l’indennità dalla propria banca che poi, in sostanza, si rifarà sull’INPS. Bisognerebbe capire se il sistema bancario avrà un atteggiamento burocratico in merito o se sarà in grado di adattarsi a una situazione straordinaria, in modo straordinario”.

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