Castelbuono, rilettura in chiave contemporanea delle tradizioni ceramiste madonite - QdS

Castelbuono, rilettura in chiave contemporanea delle tradizioni ceramiste madonite

redazione

Castelbuono, rilettura in chiave contemporanea delle tradizioni ceramiste madonite

giovedì 18 Agosto 2022

Il Museo civico di Castelbuono ospita fino al 31 ottobre la mostra “Il taglio, l’innesto e il castello”

CASTELBUONO (PA) – Un’installazione scultorea e performativa che coinvolge gli spettatori in un’esperienza fisica, sensoriale e visiva. È “Il taglio, l’innesto, il castello” della coppia di artisti Domenico Mangano & Marieke van Rooy, a cura di Valentina Bruschi in corso fino al 31 ottobre al Museo Civico di Castelbuono.

L’esposizione, risultato dell’omonimo progetto vincitore del bando Pac-Piano per l’arte contemporanea 2020 (Linea committenza), promosso dalla Direzione generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura e realizzato in collaborazione con il Museo naturalistico Minà Palumbo, si colloca sulla scia del percorso già intrapreso dalla struttura con la direzione di Laura Barreca, che punta a valorizzare l’immenso patrimonio materiale e immateriale del territorio madonita, coinvolgendo anche la sua comunità. Un museo che lavora mediante un processo inverso a quello delle mostre già pronte, coinvolgendo artisti e istituzioni sin dalla fase di produzione delle opere, per stimolare una riflessione sull’identità del territorio in chiave contemporanea.

In mostra Domenico Mangano &  Marieke van Rooy

In quest’ottica, la coppia di artisti Mangano & van Rooy, duo di base ad Amsterdam, sono stati impegnati la scorsa primavera in una residenza artistica durante la quale hanno sperimentato un metodo inedito di lavorazione della ceramica, ottenuto attraverso l’innesto con la manna, la resina preziosa estratta dall’intaglio del tronco degli alberi di frassino, tipici del territorio, con cui gli artisti hanno trasferito l’essenza e l’anima delle Madonie e di Castelbuono sulla superficie delle sculture di ceramica”, proponendo una rilettura contemporanea di una delle più antiche tradizioni manifatturiere madonite. Un processo complesso che suscita una riflessione sull’importanza della tutela dell’ambiente e della sua straordinaria biodiversità. Ma assume anche il significato metaforico del rituale alchemico della trasformazione e del dare nuove forme alla materia, per superare la contrapposizione tra l’uomo e le natura. Su questa possibile utopia riflettono le opere degli artisti, che lavorando a stretto contatto con esperti, artigiani e maestranze locali, nel laboratorio-officina creativa del trecentesco Castello del Ventimiglia, oggi sede del Museo civico, con le porte sempre aperte ad accogliere i visitatori, hanno realizzato un gruppo di sculture in ceramica, dando vita forme fantastiche: una serie di elementi immaginari, innesto tra animali e creature, tra architetture razionaliste e tane di animali del bosco, in un rimando continuo tra forme arcaiche e moderne.

Un’istallazione immersiva che coinvolge tutti i sensi

Nella Sala di San Giorgio Mangano & van Rooy hanno realizzato un’installazione ambientale che dà il titolo alla mostra con sculture in ceramica, un wall-painting e un elemento scultoreo con tronchi di legno che verrà attivato dagli artisti in una performance continua, aperta al pubblico e gratuita, dal titolo, “Tree Human”, il giorno mercoledì 24 agosto, come già avvenuto per l’inaugurazione. Il risultato è un’istallazione immersiva che coinvolge tutti i sensi, non solo per la configurazione ambientale del lavoro, per il suo elemento performativo, ma anche per l’uso di materiali organici dal profumo intenso, come quello dolce della manna insieme all’odore della resina e dei tronchi di legno impiegati per la realizzazione di un elemento del lavoro.

“Come in un processo alchemico che trasforma i materiali anche spiritualmente – ha raccontato la curatrice Valentina Bruschi – il pubblico potrà ‘lasciarsi innestare’ dall’opera d’arte, attraversare la ‘porta dischiusa’ dagli artisti, verso una nuova unione in armonia con la Natura, col suo ritmo e col suo respiro”.

Infine nelle Ex-Scuderie, gli artisti presentano un gruppo di dieci lastre incise ad acquatinta e acquaforte su rame dal titolo, “Testi innesti”: matrici poetiche che diventano rebus, dove si innestano pensieri e lingue diverse (inglese e siciliano), distanti tra loro ma unite in un dialogo a tratti surreale. Il mistero di questi testi, volutamente ermetici, potrà essere svelato ai visitatori della mostra che saranno capaci di leggere la scrittura speculare usata dagli artisti, magari facendosi un selfie.

Parte del progetto sono anche i laboratori per bambini curati da Stefania Cordone, coordinatrice del Dipartimento Educazione del Museo civico e un Programma pubblico dal titolo “L’Ecologia delle relazioni”, a cura di Maria Rosa Sossai, responsabile del Dipartimento Progetti partecipativi del Museo civico. Uno degli incontri con gli artisti si terrà il 24 agosto alle 18 in occasione della performance continuativa che si svolgerà per tutto il giorno.

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