Catania, a Cibali una discarica di inciviltà - QdS

Catania, a Cibali una discarica di inciviltà

Catania, a Cibali una discarica di inciviltà

venerdì 31 Marzo 2023

Tra via Ammiraglio Toscano e via Rasà vengono ammassati sistematicamente rifiuti, tra cui lastre di amianto, mobili, elettrodomestici. Commercianti e residenti disperati

Eternit, mobili, elettrodomestici dismessi, sacchi colmi di immondizia indifferenziata ogni giorno vengono abbandonati sui marciapiedi di via Ammiraglio Toscano, ad angolo con via Rasà. Gli interventi di bonifica servono per sgomberare l’area soltanto temporaneamente perché, nelle ore successive, lo scempio si ripete. Negli ultimi giorni la situazione sembra essersi aggravata, i residenti segnalano auto incendiate e cristalli spaccati, furti di automobili, topi. Un indecente biglietto da visita per Catania, la rabbia di turisti e residenti. La zona funge purtroppo da triste biglietto da visita della città etnea. A frequentarla, infatti, turisti provenienti da tutto il mondo. Nei pressi – oltre a una scuola elementare e al comando dei vigili urbani – si trova il Teatro Stabile, lo stadio Angelo Massimino, la scuola di musica e canto Delta Rho, diverse strutture ricettive.

Dopo aver pagato la tassa di soggiorno per usufruire dei “servizi turistici”, sono proprio i turisti a rimanere sconvolti dallo scenario offerto davanti ai loro occhi, a fotografarne lo scempio, a rinunciare a parte della vacanza prevista, a lasciare recensioni negative su portali web internazionali come Booking.com: “Sono stata attratta dalla fama di città d’arte di Catania, dove ho deciso di trascorrere qualche giorno – racconta Gil Maya Lee, israeliana -. Sono stato ospite di una struttura di charme in via Ammiraglio Toscano, scelta per la gamma di servizi offerti, per la sua vicinanza al centro e ai collegamenti per l’Etna… ho scoperto un eden su un cumulo di spazzatura! Ho trovato le circostanze incredibili e vergognose, mi dispiace molto che in Europa una città metropolitana così ricca di meraviglie artistiche e paesaggistiche sia ridotta in queste condizioni”.

Nonostante il contesto di degrado, c’è chi si sforza ugualmente di promuovere la cultura, come l’Accademia Delta Rho (scuola di canto e musica e centro congressi) che si trova nella posizione di doversi giustificare con quanti la raggiungono da ogni parte d’Italia e del mondo. “La situazione della spazzatura è diventata ingestibile a causa di chi si ostina a non adeguarsi alla raccolta indifferenziata. Per non parlare, poi, degli escrementi lasciati su strada da alcuni padroni dei cani – confessa Daniele Oliveri, responsabile di Delta Rho -. E’ sempre più difficile dire ai nostri clienti che si tratti di una circostanza momentanea, soprattutto perché le forze dell’ordine sono fisicamente presenti, eppure c’è chi impunemente butta su strada la spazzatura davanti ai loro occhi. Non c’è nessuna volontà di cambiare le cose”.

A rendere il quadro ancor più imbarazzante i furti e l’auto bruciata. “Ho dovuto inventare persino delle scuse ai clienti per l’auto bruciata, pur di limitare i danni alla nostra visibilità – aggiunge -. La verità, però, è che si tratta di un incendio doloso ai danni di una donna che ha pure disperatamente chiesto alle forze dell’ordine di verificare le immagini della videosorveglianza che riprende la nostra via dallo stadio Massimino. La risposta? Che l’impianto viene attivato solo durante le partite di calcio e che quindi non è possibile esaminarle. Intanto il danno è fatto, il colpevole non si è ancora trovato e la macchina carbonizzata resterà in bella vista anche oggi, quando professionisti provenienti da tutta Italia raggiungeranno il nostro centro congressi per un importante meeting di tre giorni”.

Come uscire dall’emergenza? A più riprese l’amministrazione si è detta in difficoltà tra carenze nel numero del personale incaricato al controllo del territorio e mancanza di sensibilità da parte di quei pochi cittadini che non comprendono il valore del rispetto dell’ambiente e delle norme di convivenza civile. Un aiuto concreto potrebbe arrivare dall’impiego delle risorse umane già disponibili a svolgere lavori socialmente utili. “Da anni propongo al consiglio di quartiere di utilizzare il Patto d’inclusione siglato dai percettori del Reddito di cittadinanza che prevede la loro disponibilità al lavoro per 8-16 ore a settimana, ma senza alcun esito”, spiega Giuseppe Ragusa, consigliere della quarta municipalità.

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