Catania-Acireale, la vigilia di un match ricco di sfumature - QdS

Catania-Acireale, la vigilia di un match ricco di sfumature

Catania-Acireale, la vigilia di un match ricco di sfumature

Simone Vicino  |
sabato 26 Novembre 2022

L’ultimo incrocio tra Catania e Acireale risale al 1 novembre del 2000: gara di ritorno dei sedicesimi di finale della Coppa Italia Serie C

Sono soltanto quattordici i chilometri che dividono, in linea d’aria, Catania e Acireale, che domenica si sfideranno, in ambito calcistico, per la tredicesima giornata del campionato di Serie D. Una partita forse difficile da raccontare: è complicato decriptare i significati che si nascondono dietro questa gara, che si è disputata per l’ultima volta ben ventidue anni fa, addirittura a inizio millennio. Per gran parte dei tifosi del Catania, abituati a definire Derby con la D maiuscola quello contro il Palermo, non si tratta forse di una rivalità vera e propria; per i sostenitori dell’Acireale, che hanno sempre respinto l’idea di considerare Catania il capoluogo di riferimento, è invece probabilmente una sfida ancor più sentita. Alla base, quindi, motivi puramente campanilistici anche perché poche volte, in epoca recente, le due squadre si sono ritrovate a sfidarsi sul campo.

L’ultima volta nel 200. L’incrocio di destini con Pulvirenti

L’ultimo incrocio tra Catania e Acireale risale al 1 novembre del 2000: gara di ritorno dei sedicesimi di finale della Coppa Italia Serie C, vinta 2-0 dai rossazzurri (reti di Cicconi e Capparella). L’ultima in campionato ancora prima, con lo 0-0 del 21 marzo 1993. Un incrocio di destini, seppur a distanza, i due club lo hanno in effetti sperimentato quasi vent’anni fa. È il 2004 quando Antonino Pulvirenti, dapprima patron proprio dell’Acireale, decide di rilevare il Catania dai Gaucci e di cedere la società granata. Da lì, una sorta di spartiacque: il Catania proseguirà un’ascesa che lo porterà, nel 2006, a conquistare la Serie A; per l’Acireale, invece, il 2006 significò fallimento, dopo che, proprio con Pulvirenti due anni prima, ci si era fermati alla semifinale playoff per la Serie B. Da allora la piazza granata non ha più ritrovato il professionismo.

Da Lodi a Bucolo, ecco gli ex

E proprio ritrovare subito il professionismo, è l’obiettivo dichiarato del nuovo Catania di Pelligra. L’inizio di stagione delle due squadre è stato sinora radicalmente opposto: rossazzurri saldamente al comando con 32 punti conquistati sui 36 disponibili, granata deludenti in avvio ed in zona play-out con appena 12 punti raccolti. Nel Catania c’è quel Ciccio Lodi, capitano e simbolo del club rossazzurro, che nella passata stagione ha militato proprio nell’Acireale (27 presenze e 7 reti in totale), nell’Acireale un catanese doc come Rosario Bucolo, che la maglia della squadra dell’Elefante l’ha indossata 96 volte. Tra le fila degli acesi, poi, almeno un paio di ragazzi cresciuti proprio nel Catania, da Simone Brugaletta a Gian Marco Distefano (anche lui catanese).

Domenica di divieti… e di voglia di vincere

In settimana è arrivato lo stop del Prefetto della Provincia di Catania che, vietando la vendita dei biglietti per la partita ai residenti nei comuni di Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Castello e Aci Sant’Antonio, ha così impedito alla tifoseria granata (ed ai tanti tifosi del Catania residenti in quei centri) di assistere alla gara. Sarà dunque un match con solo la tifoseria del Catania presente sugli spalti. I rossazzurri vogliono continuare il loro percorso, fin qui inarrestabile, verso l’obiettivo dichiarato, i granata vivere una domenica da ricordare. Appuntamento a domenica quindi…per la prima volta dopo ventidue anni.

(Foto: Catania SSD)

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