Il progetto servirà a superare l'infrazione comunitaria per l'agglomerato catanese e per dotare il territorio di un impianto di depurazione moderno.
E’ stata avviata a Catania la progettazione definitiva del nuovo depuratore di Pantano d’Arci: un adeguamento funzionale ad accogliere i reflui della città e dei comuni limitrofi, per una copertura complessiva di 565.000 abitanti equivalenti. Lo hanno annunciato in una conferenza stampa a Palazzo degli Elefanti il sindaco Salvo Pogliese e il Commissario Unico per la Depurazione Maurizio Giugni.
Un intervento per superare un’infrazione
L’intervento, integrato con la nuova rete fognaria, anch’essa in fase di progettazione, con sette lotti e 360 nuovi chilometri di reti, servirà al superamento dell’infrazione comunitaria nei confronti dell’agglomerato catanese, per cui l’Italia è stata condannata al pagamento di una sanzione pecuniaria.
“Un altro fondamentale passo in avanti di un traguardo storico per la città di Catania è stato compiuto – ha detto Pogliese – per voltare pagina anche sul fronte della depurazione delle acque reflue con opere d’ingegneria moderne e avanzate. Un problema atavico per la nostra città che ora ha un percorso tracciato per la soluzione, grazie al commissario Giugni e ai suoi collaboratori, che ringrazio per l’impegno che stanno mettendo nell’affrontare un piano di interventi senza precedenti nella nostra città sotto il profilo della sostenibilità ambientale; per il valore dell’investimento, oltre 400 milioni di euro di fondi comunitari e nazionali, secondo solo alla realizzazione della nostra metropolitana, nell’ambito di un piano che per la provincia di Catania interessa un miliardo e centoventi milioni di euro”.
Il cantiere aprirà nel 2023
“Poiché i cantieri contiamo di aprirli nel 2023, tra qualche anno – ha aggiunto Pogliese – Catania avrà un sistema di smaltimento e depurazione delle acque adeguato e, in prospettiva, un moderno complesso fognario collegato a un impianto di depurazione moderno, liberando il sottosuolo dagli scarichi a perdere come purtroppo accade ancora in alcune parti della città. A questo sistema va aggiunta la circolarità del riuso per l’agricoltura delle acque depurate che rappresenta un valore aggiunto qualificante per l’ecosostenibilità”.