Oltre un anno fa il voto della Giunta sulle modifiche al regolamento, mai approdate in Consiglio: “Il documento è al vaglio della Commissione comunale, verranno ascoltate le associazioni”
CATANIA – Per i Comuni la parola antimafia è, in potenza, un campo di lavoro quotidiano anche grazie alla norma che permette il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia (legge 109/96): l’amministrazione comunale catanese, però, a causa del commissariamento del Comune durato circa un anno, ha visto rallentare i lavori di assegnazione dei beni tolti ai mafiosi e ora deve approvare in tempi brevi il nuovo regolamento in Consiglio comunale.
Nei giorni scorsi il vice presidente del Consiglio, Stefano Pellegrino, ha presentato un ordine del giorno per sollecitare l’adozione delle nuove regole: “Il documento approvato dalla precedente giunta comunale, guidata all’epoca dal vice sindaco Roberto Bonaccorsi, non è mai stato portato in aula e il regolamento è di fatto fermo al palo. È passato più di un anno”. Effettivamente Pellegrino fa riferimento alla delibera di Giunta n°159 dell’11 agosto 2022 che proponeva delle modifiche al regolamento attualmente vigente (approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n° 104 del 17 giugno 2014), modifiche che però pur essendo passate in Giunta con parere positivo non avevano ancora concluso l’iter previsto. Né questo ha avuto, poi, modo di essere rispettato a causa dell’anno di commissariamento cittadino in cui tutta la Giunta è decaduta.
Qual è la situazione attuale sui beni confiscati a Catania?
Qual è allora la situazione attuale? Lo abbiamo chiesto all’assessore ai beni confiscati, Viviana Lombardo, che ha dichiarato al QdS: “Il regolamento attualmente vigente è quello del 2014, che è fatto bene ma presenta delle criticità. Per questo la precedente amministrazione, nel 2022, ha portato in Giunta la proposta di modifica: un atto di indirizzo alla luce degli aggiornamenti normativi perché il legislatore negli ultimi anni pone un’attenzione particolare ai beni confiscati alla mafia e ci sono tante leggi nuove. È per questo che il mio predecessore ha ritenuto opportuno aggiornare il regolamento e ad agosto 2022 è approdata in Giunta questa proposta di regolamento che va a modificare qualche articolo. Io sono stata sponsor di queste modifiche – spiega Lombardo – e ho approvato la delibera, però a settembre 2022 la Giunta Pogliese è decaduta e per un anno c’è stato un vuoto di istituzioni”.
“Noi siamo subentrati con elezioni ad agosto. Quindi pur essendo io d’accordo con le modifiche proposte dal collega non abbiamo avuto ancora il tempo materiale di portarlo avanti” e qui l’assessore procede a spiegare qual è la situazione odierna: “Sulla falsariga delle modifiche dello scorso anno, ho mandato proprio quelle bozze alla Commissione regolamenti presieduta da una consigliera comunale che si sta già occupando di convocare le associazioni e ho ricevuto proposte e integrazioni, poiché il collega che mi ha preceduto, per mancanza di tempo, non ha seguito tutto l’iter successivo. Oltre questo, siamo al vaglio di altre commissioni su richiesta del Consiglio comunale. E poi, cosa non indifferente, la bozza del 2022 non era ancora stata vagliata dall’avvocatura comunale quindi non aveva il parere legale dell’Ente e io ora l’ho mandata. Non appena avrò messo insieme tutte le proposte, alla luce anche di alcuni incontri previsti per la prossima settimana con la commissione regolamenti, e quindi appena avremo un testo condiviso dalla maggioranza, che poi potrà essere emendato, lo porterò in Consiglio comunale per l’approvazione”.
A Catania le procedure sono macchinose e lente
Di fatto, attualmente, a Catania sono macchinose e lente le procedure sia di destinazione che di assegnazione dei beni. “Stiamo cercando di snellire e rendere più smart la procedura di assegnazione dei beni – conclude Lombardo – perché purtroppo negli anni passati c’è stato un po’ troppo immobilismo, motivo per cui molti beni venivano assegnati al Comune ma poi non potevano essere consegnati e gestiti. La difficoltà è nel trovare la giusta via di mezzo tra le garanzie di cui il Comune ha necessariamente bisogno da parte degli assegnatari e la necessità di velocizzare l’iter da parte dei destinatari dei beni”.