Primo evento organico e strutturato a Catania che ha come cardine il libro, il “Catania Book Festival” sia avvia alla sua seconda edizione fisica. Ne abbiamo parlato con Simone Dei Pieri, uno dei suoi fondatori e direttore del festival.
Quando nasce l’esperienza del “Catania Book Festival“?
“L’esperienza nasce nel febbraio del 2019. Parlando con alcuni amici durante una serata, ci siamo chiesti cosa mancasse alla nostra città, Catania, e ci siamo resi conto che non esisteva un evento legato alla cultura. Cominciammo così a fare un elenco di quello che ci fosse o meno a Catania e ci rendemmo conto che mancava un festival del libro.
C’erano sì diverse manifestazioni, perlopiù legate alle attivissime librerie del territorio, ma mancava qualcosa di veramente strutturato. Ci siamo guardati e abbiamo deciso di pensarci noi. Il mese successivo il nostro progetto ha preso corpo e l’abbiamo presentato nei primi giorni del mese di aprile 2019. Lo staff è proprio quella di quella serata, un gruppo di sette persone, tutte under 30, che hanno avuto la voglia di creare un vero e formale momento di incontro tra il pubblico e i libri, un evento che permettesse di scoprirli ma anche di avvicinare fisicamente il lettore al suo autore preferito e di far avvicinare i non lettori ai libri. Abbiamo deciso di realizzare un evento pop, che andasse a intercettare tutti gli elementi della cultura facendo interagire anche la musica, aprendoci da subito alle graphic novel e nel 2019 iniziamo con i ‘Catania Book Days’, una rassegna del festival che si svolge da settembre a novembre. Il primo anno realizzammo 15 incontri tutti ad accesso libero investendo direttamente per la loro realizzazione”.
Nel maggio del 2020 si sarebbe dovuta tenere la prima edizione fisica del “Catania Book Festival” ma è arrivata la pandemia
“Sì. Nel febbraio-marzo del 2020 l’Italia comincia a vivere il lockdown chiudendosi e questo ci ha fatto decidere di rinviare l’evento al mese di ottobre.
La prima edizione si è quindi svolta dall’8 al 10 ottobre mettendo in campo quanto necessario dal punto di vista del distanziamento sociale e dei presidi necessari per garantire la sicurezza del pubblico, degli ospiti e di tutti i collaboratori. La prima soddisfazione è stata il riconoscimento della qualità del nostro lavoro realizzato ai tempi della pandemia, con una citazione nella ricerca condotta da Effetto Festival e Ipsos relativa ai festival e consumi culturali ai tempi del Covid-19″.
E per questo 2021?
“Abbiamo iniziato a lavorare sull’edizione di maggio del 2021 e abbiamo già ricevuto da molte case editrici, tra queste anche le major, che hanno già dichiarato la volontà di esserci”.
Quest’anno avete lanciato il “Catania Book Club”, di che cosa si tratta?
“Abbiamo deciso di lanciare una sorpresa ogni anno. Nel 2019 ci sono stati i ‘Catania Book Days’, la rassegna letteraria che si svolge nelle librerie della città, nel 2020 la prima edizione fisica del ‘Catania Book festival’ e in questo 2021 abbiamo lanciato il ‘Catania Book Club’. L’idea tiene conto del distanziamento sociale che abbiamo dovuto vivere in questo lungo anno di pandemia e abbiamo deciso di dare vita ad un club, una community, all’interno della quale tutti gli appassionati di libri possono incontrarsi e interagire con gli autori. L’accesso al club è gratuito e permette di interagire durante le presentazioni che facciamo”.
Come funziona l’interazione?
“C’è una moderazione dell’incontro che si occupa di smistare i vari commenti e sottoporre agli autori le domande che arrivano dal pubblico”.
Dobbiamo aspettarci una sorpresa anche per quanto riguarda il “Catania Book Festival” programmato per maggio?
“Ci saranno sorprese sia in termini di autori partecipanti e di momenti sia di struttura dell’evento. Quello che non cambierà, ma migliorerà, sarà la sicurezza di tutti i partecipanti. Per i dettagli delle novità, però, siamo in questo momento nella fase di definizione posso però dirti che quest’anno si svolgerà in una location diversa da quella dell’edizione precedente per ottenere una migliore. Non essendo un festival che utilizza fondi pubblici ma solo ed esclusivamente fondi privati, stiamo cercando di mantenere l’apertura agli eventi musicali e a quelli che, più trasversalmente, rappresentano la cultura”.
Al festival collaborano anche un gruppo di volontari.
“Sì, una decina. Ma anche questa è un’operazione organica e strutturata. Si tratta di una sorta di partecipazione in formazione. I volontari sono oggetto di un corso che li introduce alla manifestazione e dal quale possono acquisire le competenze che servono all’interno di un’organizzazione di un evento del genere.
Appuntamento quindi al prossimo mese di maggio con la 2a edizione del ‘Catania Book Festival’ che, ovviamente, sarà organizzato tenendo conto del necessario distanziamento sociale, della sanificazione e con tutti i controlli sia degli addetti ai lavori sia al pubblico, necessari per poter godere in piena sicurezza della grande festa del libro made in Catania”.
Roberto Greco

