Resterà senza soluzione in tempi brevi lo sversamento di Canale Arci, flusso che porta a mare acqua non depurata proveniente dalla Zona industriale di Catania.
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Non può intervenire solo Sidra (né il Comune) parte comunque coinvolta, in questi mesi, nei tavoli istituzionali convocati per capire qual è l’azione indispensabilmente da compiere per rimediare al disastro che periodicamente porta alla sospensione della balneazione nella zona.
Con un sentenza del 2020 il Tribunale di Catania ha stabilito lo sbarramento dell’Arci, mentre con una lettera del 2023 l’Autorita di Bacino ha ricordato come i canali naturali non possono essere né deviati né sbarrati.
“Al 30 agosto dello scorso anno è stato deciso di liberare il canale Arci – ha spiegato il presidente Sidra Fabio Fatuzzo -. Ad oggi una sentenza del 2020 chiede sia bloccato, mentre, appunto, una lettera dell’Autorità di Bacino del 2023 stabilisce di togliere lo sbarramento. Nel corso di una riunione è stato stabilito di sbarrare il canale e l’Autorità di Bacino ha anche tracciato una linea in calce per indicare il livello da non superare”.
Sciolto il nodo giuridico resta il problema. Il presidente Fatuzzo ha spiegato la necessita di “affrontare innanzitutto il problema delle fogne nella Zona industriale” e chiesto la costruzione di un depuratore che manca. “Bisogna che le fognature siano raccolte per mezzo di condotte efficienti, senza perdite, rotture o interruzioni. Dopo di che serve fare un depuratore industriale, in questo caso non di competenza del Commissario, che deve essere fatto perché nella Zona industriale di Catania manca”.
Se le grandi multinazionali sono attrezzate per la depurazione dell’acqua, le piccole approfittano del week-end per sversare a mare. “Non abbiamo la capacità di vedere quel che succede all’interno del sito, ma abbiamo rilevato sversamenti improvvisi a partire dal venerdì sera. Chi deve fare conti attenti con i bilanci può vederla come una soluzione”. È una tempistica che fa notare l’inquinamento delle acque il sabato e la domenica, giorni in cui molti catanesi affollano gli stabilimenti vicini la foce del canale. “I due lidi che esistono ai lati dell’Arci – ha spiegato Fatuzzo – devono legittimamente continuare a fare attività, una soluzione è il pennello a mare”. L’idea del presidente Sidra non può essere, però, sviluppata dalla partecipata comunale.
“Sidra non ha competenza per proporre alcun che – ha sottolineato Fabio Fatuzzo -. Sidra non ha la gestione delle coste, che è invece del Demanio marittimo. I pennelli a mare sono delle condotte di lunghezza variabile basata sugli studi delle correnti, che portano le acque depurate ad 800 metri dalla battigia. Il Demanio marittimo e l’Autorità di bacino possono proporre questa soluzione. Io l’ho solo maturata come idea andando ad osservare altri canali di depurazione presenti in altri territori”.
All’incontro organizzato nella sede di via Vagliasindi ha partecipato il consigliere comunale del Pd Maurizio Caserta. “Lo ringrazio per la presenza – ha dichiarato Fatuzzo – mi aspettavo anche la partecipazioni di altri consiglieri interessati all’argomento”.