Cemento nella Timpa di Leucatia “Fare chiarezza sulla vicenda” - QdS

Cemento nella Timpa di Leucatia “Fare chiarezza sulla vicenda”

Cemento nella Timpa di Leucatia “Fare chiarezza sulla vicenda”

venerdì 23 Aprile 2021

Anche il presidente della Commissione Urbanistica, Manfredi Zammataro, interviene sui lavori in corso nell’area. Ieri l’audizione del dirigente Bisignani

CATANIA – Richiesta delle carte dalla Procura, dati non veritieri, difficoltà nel ricostruire la vicenda e una promessa: se si dovessero riscontrare illeciti si interverrà. Monta giorno dopo giorno il caso relativo alla Timpa di Leucatia e alla costruzione, o alle costruzioni, in fase di realizzazione nell’area verde a nord di Catania. Perché, a quanto pare, sarebbe più di una l’autorizzazione a costruire da parte del Comune lì dove insistono testimonianze storiche e archeologiche e dove esiste un bosco, tutelato dalla legge.

Così è emerso sia mercoledì mattina, in occasione della riunione della Commissione consiliare permanente alla Cultura, sia ieri, in occasione della seduta della Commissione urbanistica: in entrambe era presente il dirigente Biagio Bisignani. Che ha sottolineato la difficoltà nel ricostruire l’annosa vicenda, che risale al 2007-2009 assicurando, contestualmente, la volontà di approfondire e, se necessario, agire in autotutela.

“L’azione intrapresa dai consiglieri comunali sta portando ad una verifica minuziosa di alcuni fatti – ha detto Bisignani – di cui io non ero a conoscenza e che risalgono al 2007 e 2009, anni in cui vennero presentate sulla Timpa le richieste. Di questi lavori noi non avevamo una vera e propria percezione” – ha aggiunto. Il direttore dell’Urbanistica ha poi spiegato come all’epoca fu attivato un procedimento penale che portò al sequestro delle carte. Che oggi ha chiesto alla Procura.

“Abbiano chiesto il dissequestro delle carte che sono in Procura e chiesto delle copie – ha detto. Abbiamo chiesto anche le sentenze di questi procedimenti per capire. Vorremmo verificare se la documentazione sia equivalente a quella presentata al Comune. Stando alle carte che abbiamo, le autorizzazioni ci sono tutte”.

Una cosa però Bisignani la sa e la dice: sul cartello posto all’ingresso del cantiere “ci sono scritti dei dati ma questi non corrispondono al vero – ha sottolineato – perché non sono permessi di costruire”.

Insomma, la faccenda sembra montare e, in attesa delle carte e dei chiarimenti da parte della Sovrintendenza, anche i Vigili urbani sono stati chiamati a verificare. È stato il comandante Stefano Sorbino a intervenire ieri mattina in commissione Urbanistica. “Non ero informato sulla situazione del cantiere – ha detto Sorbino. Concordo sulla necessità di andare a fondo e capire cosa stia succedendo e se ci sono attività illecite. La polizia municipale è pronta a fare un sopralluoghi necessari perché non possiamo andare a scatola chiusa”.

Resta perplesso il presidente della commissione Urbanistica, Manfredi Zammataro. “I lavori che stanno effettuando in quell’area ci lasciano un po’ perplessi e vogliamo fare chiarezza su tutta questa vicenda, perché la Timpa è un posto a cui ogni catanese è legato, un posto di valenza naturalistica, culturale, storica, archeologica, ideologica e in cui c’è la presenza di una faglia. Ora mi chiedo e ci chiediamo tutti come sia stato possibile autorizzare dei lavori. Ci chiediamo cosa sia avvenuto in questi anni, perché sia stata autorizzata la prima costruzione. Questo apre un precedente che potrebbe consentire a chiunque di chiedere un permesso per edificare, costruire, a demolire e ricostruire su una zona così delicata e particolare”.

Nel frattempo, l’associazione Sicilia antica ha chiesto l’apposizione del vincolo archeologico e “il riconoscimento dell’interesse culturale per tutte le postazioni militari costruite dagli italiani nel 1942/43, ubicate sulla collina del Monte San Paolillo. La verifica e la dichiarazione dell’interesse culturale dei manufatti, nonché il vincolo paesaggistico e panoramico (o qualunque altro vincolo che la Amministrazione ricevente riterrà opportuno)”.

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