CATANIA – Habemus commissioni consiliari permanenti. A quattro mesi dal voto che ha rinnovato la composizione del senato cittadino catanese, sono stati finalmente eletti i presidenti delle 11 commissioni consiliari. Dieci saranno guidate da esponenti della maggioranza – d’altronde, la composizione dell’aula rispecchia il voto che ha premiato la coalizione di centrodestra con oltre il 66 per cento dei consensi – mentre solo una commissione – la quarta “Statuto e regolamenti” – è presieduta da un esponente dell’opposizione, in questo caso la pentastellata Gianina Ciancio.
Le altre dieci, sono state distribuite tra i partiti che compongono la maggioranza a sostegno del sindaco Trantino: la prima commissione “Bilancio” è andata a Maurizio Zarbo, esponente leghista come il collega Andrea Cardello presidente della seconda commissione “Partecipate e Patrimonio”; la terza “Viabilità e Mobilità” al trantiniano Giovanni Curia; la quinta “Lavori pubblici” ad “Angelo Scuderi” esponente autonomista come la collega Serena Spoto, già presidente di Catania Multiservizi, a cui va la sesta commissione “Mercati e rifiuti”. Alla settima commissione “Cultura e pubblica istruzione” va il meloniano Giovanni Magni; all’ottava “Famiglia e servizi sociali”, Melania Miraglia, esponente di Forza Italia; alla nona “Lavoro e Smart City”, la democristiana Simona Latino, alla decima “Urbanistica e Prg” il meloniano Erio Buceti e, infine, all’undicesima “Attività produttive”, il trantiniano Anthony Manara.
Una distribuzione che rispecchia, come detto, il risultato del voto ma che lascia scontenta parte dell’opposizione. In particolare il Partito democratico, il cui capogruppo Maurizio Caserta in una nota, stigmatizza la scelta dell’aula di assegnare alla minoranza una sola commissione, definendo la squadra che sostiene l’amministrazione “destra ingorda”. “Ci sono volute 10 presidenze per accontentarli tutti – si legge. Per inscenare un’apertura all’opposizione, è stato necessario istituire una nuova commissione, l’undicesima. Servita solo per invitare a tavola i 5 stelle e ottenere in cambio da loro voti e sostegno in molte altre commissioni”.
Il Pd affonda il colpo contro i “colleghi” di opposizione, accusando i due esponenti del Movimento 5 Stelle, Gianina Ciancio appunto e Graziano Bonaccorsi, di avere più cose in comune con i partiti che sostengono il governo cittadino che con gli oppositori. Un’accusa dura poi ridimensionata da Caserta che punta il dito contro l’atteggiamento della maggioranza. “Io ho raccolto con attenzione e rispetto gli inviti del sindaco ad avere un atteggiamento collaborativo sulle questioni importanti della città – dice Caserta. Ho partecipato ad esempio alla pulizia di Castello Ursino, rispondendo all’invito del primo cittadino, e ho apprezzato tante volte i suoi inviti alla collaborazione. La richiesta del sindaco ha però trovato da parte del consiglio comunale un atteggiamento contrario: evidentemente il centrodestra seduto in aula non è all’altezza di questo senso di responsabilità che il sindaco ha richiesto. Questa disponibilità, tenuto conto ovviamente dei rapporti di forza da rispettare, non c’è stata da parte dell’aula ed è questo il dato politico”.
Per l’esponente democratico, questo però non cambierà alcunché nell’atteggiamento della minoranza in aula. “I numeri sono quelli – aggiunge: tutto dipenderà dalla qualità dell’opposizione e dalle idee che spero saranno convergenti tra PD e M5S”.
Entusiasta, al contrario, Gianina Ciancio che parla di “bel segnale, da parte del Consiglio Comunale di Catania, quello dell’elezione di un componente dell’opposizione alla Presidenza della IV commissione consiliare “Statuto, regolamenti e affari generali”.”Ringrazio i componenti della commissione – commenta – e le forze di maggioranza che, senza accordi sottobanco e in piena trasparenza, hanno deciso di dare questo importante segnale alla città”.