Sette seggi per FdI, cinque ciascuno per Lega e Forza Italia. Gli autonomisti conquistano sei scranni, tre per i centristi di Cuffaro. Solo sei consiglieri d’opposizione. Ecco chi vince e chi resta
CATANIA – Una maggioranza schiacciante anche in consiglio comunale. Su 36 posti disponibili, la coalizione di centrodestra a Catania agguanta ben 30 posti: solo sei le pedine piazzate dal fronte progressista mentre gli altri candidati restano a bocca asciutta.
Sarà un senato cittadino monocorde, a meno di lotte intestine alla squadra di governo, quello eletto a Catania. Risultato di un voto quasi plebiscitario che ha premiato il candidato del centrodestra, Enrico Trantino e le sue liste che conquistano quasi il 70 per cento delle preferenze. Un esercito di consiglieri pronti ad accomodarsi per cinque anni sugli scranni del Palazzo di Città. Tra afecionados e new entry, ecco come sarà composto il civico.
Coalizione di centrodestra: FdI
Trenta i consiglieri della coalizione a conquistare l’ambito scranno. Il partito del sindaco Trantino – e dell’ex sindaco Pogliese – ne piazza 7: il campione di preferenze Daniele Bottino, tra i veterani di Palazzo degli elefanti che ha conquistato 2.367 voti, Andrea Barresi, ex assessore ai Rifiuti insieme alla “collega” di scheda, Paola Parisi. Insieme a loro, l’ex presidente di quartiere, Erio Buceti, l’ex assessora e figlia d’arte Viviana Lombardo (figlia di Nuccio, ex assessore), Giovanni Magni ed Erika Bonaccorsi.
Forza Italia e Lega
Sono 5 i seggi conquistati rispettivamente da Forza Italia e da Prima l’Italia. Azzurri e Carroccio, con il 12,43% i primi e l’11% i secondi, entrano a Palazzo con lo stesso numero di consiglieri. Il berlusconiani piazzano il consigliere uscente Giovanni Petralia, con 1847 voti e le new entry Carmela Monteleone, Melania Miraglia e l’enfant prodige Piermaria Capuana, figlio d’arte e già assessore a San Giovanni La Punta nonostante abbia appena 20 anni (è il consigliere più giovane tra le 14 Città metropolitane d’Italia). Gran ritorno poi per Riccardo Pellegrino, già consigliere durante la sindacatura Bianco e molto chiacchierato per la parentela con Gaetano – il fratello condannato nel processo Ippocampo e ritenuto vicino ai clan.
Cinque gli eletti anche in quota Lega: l’ex capogruppo in epoca Pogliese, Peppe Gelsomino, il consigliere di municipalità Maurizio Zarbo, Giuseppe Musumeci che rientra a Palazzo dopo essere stato fermo un giro e le new entry Valentina Saglimbene e Andrea Cardello.
Autonomisti
Quattro + due. Non un’offerta al supermercato ma i seggi conquistati dagli uomini di Raffaele Lombardo. Grande Catania, il gruppo più numeroso nella scorsa consiliatura, ne elegge 4: Seby Anastasi, presidente del consiglio uscente e anche lui veterano del senato cittadino, gli uscenti Alessandro Campisi e Orazio Grasso e l’ex presidente di Multiservizi, Serena Spoto. L’altra lista, Popolari e autonomisti, conta due eletti: gli uscenti Angelo Scuderi e Daniela Rotella.
Dc
Grande risultato anche per la Dc in chiave cuffariana. Tre i consiglieri scudocrociati, entrambi volti noti del consilio comunale: Maurizio Mirenda, veterano consigliere comunale e l’uscente Salvo Giuffrida, ance lui non certo alla prima esperienza. Terza arrivata è Simona Latino.
Lista Trantino
Quattro i consiglieri eletti nella Lista di Trantino: Giovanni Curia, figlio dell’ex consigliere Bartolomeo Curia, Fabio Currò, Alessia Trovato e l’ex consigliere rientrato a Palazzo, Anthony Manara. Nulla da fare per l’ex presidente del consiglio in quota Bianco, Francesca Raciti alla quale il cambio di schieramento, evidentemente, non ha portato bene.
Fronte progressista
Più semplice l’elenco degli eletti nelle file dell’opposizione. Cinque in tutto: tre in quota Partito democratico e due per i 5 stelle. E se nel primo caso, si piange con un occhio – il Pd non aveva alcun esponente in consiglio durante l’ultima sindacatura – i 5 Stelle escono decisamente ridimensionati: da 6 ad appena due consiglieri. Graziano Bonaccorsi, consigliere uscente, centra l’obiettivo insieme all’ex Diventerà bellissima, Giovanni Amato. Tra i democratici a Palazzo degli Elefanti: Damien Bonaccorsi, Gerry Barbagallo e la sorella dell’ex consigliere Vullo, Anna, moglie dell’ex revisore dei conti, Carlo Cittadino. Uno scranno poi va al candidato sindaco per il fronte progressista, Maurizio Caserta, primo dei non eletti tra gli aspiranti primo cittadino.
I grandi delusi
Manfredi Zammataro, fedelissimo di Nello Musumeci, Santi Bosco, Santo Russo restano fuori dal Palazzo, così come l’uscente Mario Tomasello, Nico Sofia e l’ex presidente della sesta municipalità e vicinissimo al vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino, Lorenzo Leone. Restano fuori anche il consigliere di quartiere Damiano Capuano e l’ex consigliere Nino Penna. Non c’entra l’obiettivo nemmeno Maria Grazia Felicioli, già consigliere di quartiere in epoca Bianco. Che non elegge nessuno nella sua lista: né la figlia Giulia, né il fedelissimo Mario Crocitti. In quota Fronte progressista si segnala la mancata elezione dell’ex presidente del comitato Librino attivo, Sara Fagone, e dell’ex deputata cinquestelle, Gianina Ciancio.
Le quote rosa
Saranno ben 11 le consigliere comunali: un numero non alto ma di certo in aumento rispetto al passato.