Default Catania, in due anni evaso il 16% delle pratiche - QdS

Default Catania, in due anni evaso il 16% delle pratiche

Melania Tanteri

Default Catania, in due anni evaso il 16% delle pratiche

martedì 03 Novembre 2020

Intervista al commissario liquidatore Sapienza: “Cronoprogramma sull’ordine cronologico”

CATANIA – La lunga strada verso il risanamento. È quella intrapresa dal Comune dopo la dichiarazione di dissesto del dicembre del 2018 o meglio, dalla Commissione straordinaria di liquidazione. L’organo è stato infatti nominato dal ministero dell’Interno per occuparsi della massa passiva di Palazzo degli Elefanti e della definizione delle transazioni con le imprese e, in generale, con i tantissimi creditori. Molti dei quali hanno accettato la proposta di rinunciare a parte delle somme pur di ottenerle in un lasso di tempo congruo, ma attendono ancora ristoro.

Un lavoro non semplice, quello della Commissione, ma che procede con costanza, seppur tra le difficoltà oggettive dovute anche alla pandemia e delle criticità conseguenti. A fare un quadro della situazione è il commissario liquidatore Giuseppe Sapienza, componente, insieme ai colleghi Antonio Meola, Teresa Pace, dell’organo deputato a gestire il default.

Quante pratiche avete evaso a oggi?
“Le posizioni creditorie trattate a oggi sono 317. In particolare, sono 154 le istanze di ammissione a massa passiva che hanno costituito oggetto di definizione transattiva; 21 le proposte transattive che risultano a oggi non accettate e 31 le istanze che hanno costituito oggetto di diniego per insussistenza del diritto di credito vantato. Vi sono poi altre 111 istanze, già esaminate, ammissibili a massa passiva. Per queste è già in corso l’invio delle relative proposte transattive”.

Quante ne avete ancora da liquidare? E quali sono le risorse attualmente a vostra disposizione?
“Le posizioni creditorie da trattare sono attualmente circa n. 1.700. Le somme attualmente derivanti dalla riscossione dei residui attivi e dall’alienazione di beni immobili patrimoniali, pari a circa 39 milioni di euro, potrebbero essere implementate per effetto della prossima erogazione di un’anticipazione di liquidità, non ancora quantificata, che sarà posta a disposizione dell’Amministrazione comunale da parte del ministero dell’Interno”.

Ogni quanto vi riunite? Avete stilato un calendario degli incontri?
“Ci riuniamo in presenza una volta la settimana. Gli altri giorni lavoriamo da remoto singolarmente, verificando gli atti istruiti dagli uffici a supporto della Commissione. Inoltre, mediante collegamenti telematici, ci riuniamo per deliberare quando è necessario”.

Esiste un cronoprogramma di massima per pagare tutti i crediti dei fornitori?
“Come già noto, esiste un cronoprogramma che si fonda sull’ordine cronologico. La Commissione evade le pratiche tenuto conto dell’ordine di presentazione delle istanze al protocollo dell’ente e in base alle attestazioni rilasciate dai direttori delle varie Direzioni organizzative del Comune. La formulazione delle proposte transattive e il pagamento dei creditori dipende, quindi, dalle dichiarazioni rilasciate dai singoli direttori attestanti che i crediti vantati siano certi, liquidi ed esigibili e dalle risorse liquide via via conseguite”.

Insomma, un lavoro complesso che procede con qualche difficoltà. Basti pensare che, in base ai numeri forniti, a quasi due anni dalla dichiarazione di dissesto sono state evase appena il 16% circa delle richieste di liquidazione pervenute all’Ente. Tempi lunghi che il tessuto economico locale, anche alla luce della crisi provocata dal Coronavirus, rischia di non potersi più permettere.

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