Catania

Catania Fc, dalla grande paura alla speranza

È stata una stagione caratterizzata dall’assoluta irrazionalità quella che ha visto protagonista il Catania dallo scorso mese di agosto fino a qualche giorno addietro. Un concetto sublimato dai due estremi vissuti in stagione, la vittoria della Coppa Italia di Serie C (che consentirà la disputa dei playoff) e la salvezza conquistata all’ultimo respiro. Una stagione iniziata con i migliori auspici e con grandissime aspettative, dovute soprattutto allo straordinario percorso che – nei mesi precedenti – aveva portato alla rinascita di una squadra rappresentativa della città, dopo il fallimento e l’esclusione dai ranghi federali del Calcio Catania, e alla promozione con numeri da record in Serie C.

Il Catania ai playoff nonostante le difficoltà in campionato

Un ulteriore salto di categoria, per blasone ed importanza della piazza nonché per tutti i patimenti subiti negli otto anni precedenti, era l’obiettivo ai nastri di partenza del campionato. Obiettivo che non è stato raggiunto nella stagione regolare e che tornerà in ballo con gli spareggi promozione. Mettendo da parte il cammino vincente in Coppa Italia, frutto di evidenti meriti ma anche di diverse circostanze favorevoli e della benevolenza della Dea Bendata che è mancata in campionato, il percorso nelle 38 giornate del Girone C è stato più che deludente, visto che le posizioni di vertice non sono mai state alla portata dei rossazzurri, che hanno progressivamente perso terreno rischiando fino alla fine la disputa degli spareggi per non retrocedere. Le diciassette sconfitte incassate rappresentano un record negativo in terza serie e testimoniano plasticamente che qualcosa non ha funzionato.

Sul banco degli “imputati” soprattutto il vicepresidente e Ad Vincenzo Grella, plenipotenziario della società ai piedi dell’Etna, responsabile primario di scelte e valutazioni. Dal ritiro precampionato alle temperature non favorevoli di Zaffarana Etnea e senza amichevoli di livello, passando per l’acquisto di calciatori non al massimo della condizione e arrivati alla spicciolata anche a stagione in corso. Senza dimenticare, poi, il doppio errore nella guida tecnica: l’inesperto Luca Tabbiani prima e il “redivivo” Cristiano Lucarelli poi. Proprio la scelta del tecnico livornese è quella che, probabilmente, ha inciso maggiormente sulla stagione. Sia perché lo stesso ha siglato a suo tempo un ambizioso triennale, sia perché il dirigente australiano decise di ritagliare per lui un ruolo più importante, che non fosse solo quello del tecnico ma del manager all’inglese, con compiti quindi anche da direttore sportivo. Ruolo rimasto vacante, allora come oggi, dopo l’allontanamento di Antonello Laneri.

A gennaio una vera e propria rivoluzione, con 13 acquisti ed altrettante cessioni. Anche in questo diversi dei volti nuovi non erano pronti per scendere subito in campo, essendo reduci da infortuni o periodi di inattività. Nessuna svolta in classifica, anzi un costante peggioramento che ha portato ad un nuovo cambio in panchina con l’arrivo di Michele Zeoli, ex calciatore etneo protagonista di pagine memorabili della storia rossazzurra. Gli investimenti, quindi, non sono mancati ma sono stati gestiti male. Tuttavia, va detto anche che in rare occasioni (vedasi le sfide di Coppa Italia e le prestazioni con alcune “grandi” in campionato), la squadra ha dimostrato di avere valori importanti non soltanto sulla carta, oltre ad una certa attitudine nelle partite secche o “senza appello”. Ed è questa la speranza a cui si appigliano i tifosi e la città.

L’inizio dei playoff previsto per il 14 maggio

Non resta che attendere dunque l’inizio dei playoff previsto per il 14 maggio con un avversario che sarà definito dal sorteggio. Per arrivare in finale il Catania dovrà affrontare quattro turni da due sfide, un cammino certamente lungo e complesso. L’augurio è che ciò che oggi sembra pressoché impossibile diventi possibile ma, al di là di quanto dirà il campo, al presidente Pelligra – che ha certamente dimostrato attaccamento ai colori, passione, voglia di fare – il compito di agire affinché già dal prossimo futuro non si ripetano certi errori madornali. Altre stagioni di sofferenza, infatti, sarebbero un assurdo paradosso viste le enormi potenzialità della società.