Catania, il bilancio di fine anno dell'Ugl: "La città non ha più anima"

Catania, il bilancio di fine anno dell’Ugl: “La città non ha più un’anima”

Catania, il bilancio di fine anno dell’Ugl: “La città non ha più un’anima”

Redazione  |
giovedì 29 Dicembre 2022

Più negativo che positivo il giudizio che il segretario territoriale della Ugl etnea, Giovanni Musumeci, ha dato della gestione della città.

Un bilancio per Catania più negativo che positivo. E’ questo il giudizio che il segretario territoriale della Ugl etnea, Giovanni Musumeci, ha espresso durante il consueto incontro di fine anno con i quadri sindacali non nascondendo preoccupazione per il futuro, ma anche un pizzico di speranza.

“Il 2022 per la città è stato un anno orribile sotto vari punti di vista, a partire da quello amministrativo. Catania non ha più un anima né di genere politico, né di prospettiva tecnica, ma si è rassegnata a tirare a campare. Sul piano del lavoro i posti persi non sono stati affatto compensati dalle assunzioni effettuate e l’arrivo di nuove opportunità ancora non è tale da soddisfare la richiesta e le potenzialità del territorio. Si continua a piangere, purtroppo, per le numerosi morti bianche e si stenta sempre ad effettuare i giusti controlli sulla sicurezza e per l’emersione del nero, a causa dell’atavica carenza di personale addetto.

Per quanto riguarda l’aspetto sociale, Catania è fortemente ancorata al modello del Reddito di cittadinanza, mentre le periferie sono abbandonate a sé stesse ed anche il centro città sta rischiando di diventare una enorme zona d’ombra. E’ sparito il legame con il resto della provincia, se non quello legato al traffico e ad una mobilità ormai antiquata. Non c’è più – aggiunge Musumeci – sinergia tra politica, amministratori, parti sociali, stakeholders e cittadini, poiché la autoreferenzialità ha preso il sopravvento. Le aspettative che, nel tempo, abbiamo immaginato per la città, alla fine sono state disattese e ci ritroviamo da decenni a parlare sempre delle stesse cose.

E’ vero qualche piccolo spiraglio di luce si è visto, in particolare riguardo all’arrivo di fondi, finanziamenti e investimenti da parte di aziende multinazionali, ma è troppo poco per una realtà che dovrebbe (aldilà delle classifiche) e potrebbe viaggiare su altri livelli, offrendo ai suoi lavoratori qualcosa di concreto. Il 2023 che ci apprestiamo ad accogliere per Catania rappresenterà un bivio: da una parte ci sarà il guado prima del baratro, dall’altra c’è la possibilità di rilancio. La prima soluzione – fa notare il sindacalista – è a portata di mano, considerate le attuali condizioni, ma la seconda è una sfida comune che si può e, a nostro avviso, si deve affrontare per non consegnare Catania all’oblio.

E’ una linea sottile che separa i due mondi, ma fortemente significativa del momento che stiamo vivendo, anche in previsione della scelta dei nuovi organi di Governo comunale. E ci auguriamo che anche per la Città metropolitana ci possano essere rilevanti cambiamenti in riferimento alla governance, con un ritorno alla politica e alla democrazia elettorale. Abbiamo parlato per anni di ultimo treno, ma che anche questo è già passato da un pezzo non ci resta che rincorrere, se davvero lo vogliamo, sforzandoci in tutti i modi di mettere davvero al centro Catania e non noi stessi. Abbiamo smesso oramai di appassionarci alle lotte di parte, perché oggi crediamo ci sia estremo bisogno di persone di buona volontà e fattive a prescindere da qualsiasi colore politico. Siamo però fortemente contrari agli esperimenti, perché la città non deve essere terreno di alchimie per far piacere a qualcuno. Vogliamo una Catania funzionante, sicura, ordinata, laboriosa e capace di guardare al futuro, non più un contesto costantemente chiamato a risorgere dalle sue ceneri – conclude Musumeci. Questo è il nostro augurio per il nuovo anno e come Ugl, anche nel 2023, non ci sottrarremo al confronto per il bene di Catania.”

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