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In scena a Catania il “Pomo della discordia”: un paradigma delle crisi esistenziali moderne

In scena a Catania il “Pomo della discordia”: un paradigma delle crisi esistenziali moderne
Il pomo della discordia – Catania

La rappresentazione, prodotta da Madè, ha preso vita nel cortile della G.a.m. in collaborazione con Accura Teatro

CATANIA – La paura di affrontare il proprio “io”, il proprio passato ma soprattutto il proprio futuro, il timore di accendere le luci nel buio dell’inconscio, di non riuscire a risorgere dalle ceneri delle crisi esistenziali, dai fallimenti, dagli errori che come scheletri, fuori dall’armadio, tornano costantemente a torturare la mente e l’anima. E se da questa angoscia dipendessero le sorti della storia dell’Antica Grecia, della Guerra di Troia e quindi della nascita dell’Occidente?

A regalarci un’analisi ultra-contemporanea del Mito, attraverso un ironico e incisivo linguaggio made in Sicily che dona ulteriore enfasi alla concretezza degli argomenti, è l’ultima fatica prodotta da Madè, che nei giorni scorsi all’interno del cortile della G.a.m. di Catania, ha messo in scena “Il Pomo della Discordia”, in collaborazione con Accura Teatro.

Protagoniste quattro attrici fuoriclasse catanesi

Protagoniste quattro attrici fuoriclasse catanesi: Luana Rondinelli (anche brillante autrice della rivisitazione drammaturgica), Barbara Gallo, Laura Giordani ed Egle Doria, rispettivamente nei panni di Afrodite, Era, Atena ed Eris.

La prima, dea della bellezza e dell’amore, non accetta il tempo che passa, mangia nervosamente, senza limiti; Era, moglie di Zeus, dea del matrimonio e delle fedeltà coniugale, ma continuamente tradita, fa finta di nulla e sopporta la condizione di vittima delle aberrazioni e delle continue scappatelle del “marito”; Atena, dea della saggezza e delle arti, è autolesionista, la sua logica e il suo buonsenso sono schiacciati dai traumi.

Infine, Eris, divinità della discordia e dell’odio e figlia di Era: è lei a scatenare, attraverso il lancio di una mela d’oro con la dedica “alla più bella”, durante il banchetto di nozze di Peleo e Teti, al quale non era stata invitata. Una vendetta che cambierà la storia dell’Uomo.

Chi è la più bella? Così, al netto delle apparenze, degli inganni, dell’ostentazione di un’allegria, di un benessere psichico, di una felicità urlata, danzata e cantata durante la convivialità del matrimonio, le tre dee si spogliano di una realtà recitata, discutono, confessano le fragilità in grado di attanagliarle, litigano su chi è la vera destinataria del “pomo”, su chi è la più bella.

Rilettura di uno degli episodi simbolo della mitologia greca

L’affascinante e originale rilettura di uno degli episodi simbolo della mitologia greca trasmette ancora una volta la potenza e i messaggi intrisi di significato contenuti nelle vicende divine, paradigma vincenti di approfondimento e riflessione sui valori e sulla vita e, più che mai, contemporanei.

La bulimia, la velleità spasmodica di rimanere belle per sempre, la rassegnazione di fronte alla slealtà sentimentale, lo sfoggio di sorrisi e risate che celano amara depressione sono solo taluni elementi, che sembrano essere il comune denominatore della società odierna.

Ecco che nello spettacolo, applauditissimo dal pubblico e realizzato nell’ambito della rassegna “Catania Summer Fest 2025”, il regista Nicola Alberto Orofino, partendo dalle intuizioni della Rondinelli, già nota e apprezzata autrice teatrale, ha trasformato il Mito in uno specchio interiore di sé stessi e in un’occasione per prendere coscienza dei limiti e dei pericoli derivanti dall’amore, dalle logiche del desiderio e dalla competitività.

La rappresentazione è stata arricchita dalla creatività scenica e sartoriale di Vincenzo La Mendola; assistente alla regia Gabriella Caltabiano, ai costumi Giuseppe Adorno e alle scene Sara Lazzaro Danzuso. Un’ora di show, scandito da musiche e silenzi, grida e confessioni, colori sgargianti e bui intensi che rivelano quanto ogni introspezione ha alti e bassi, albe e tramonti, fari e ombre. E se persino Dei e Dee vivevano in crisi, figuriamoci noi umani.