Immigrazione

Catania, ruolo e difficoltà nell’immigrazione: il Rapporto Caritas-Migrantes

Accoglienza, integrazione e difficoltà dell’epoca moderna tra i temi cruciali evidenziati nella presentazione del Rapporto Caritas Migrantes 2023 “Liberi di scegliere se migrare o restare”. Un dibattito intenso e approfondito quello andato in scena al Seminario Arcivescovile dei Chierici di Catania, che ha visto la presenza di Simone Varisco, curatore del Rapporto Caritas-Migrantes. In sua compagnia Antonio Leo, giornalista del Quotidiano di Sicilia e mediatore dell’evento.

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Tra gli interventi dell’incontro, anche quelli di don Nuccio Puglisi (dg Migrantes Catania), don Carlo Palazzolo (direttore Migrantes Catania) e Mons. Salvatore Genchi, vicario generale dell’Arcidiocesi di Catania. Al centro del dibattito la situazione dei migranti in Sicilia, in particolar modo proprio nella città etnea. Secondo i recenti dati Istat (in collaborazione con Unioncamere), sono circa cinque milioni gli stranieri regolari che lavorano in Italia e diversi sono proprio residenti nel catanese, area che si conferma leader regionale per numero di stranieri residenti, superiore ai 14.000 (+4,8% rispetto al 2022). Tra le comunità più frequenti nella zona, quelle di Sri Lanka, Romania e Bangladesh.

Immigrazione, difficoltà lavorative e il macigno della cittadinanza

Al termine della breve introduzione dell’evento affidata a don Carlo Palazzolo, a prendere la parola è stato Antonio Leo, giornalista e mediatore della conferenza. Nel suo discorso iniziale, una premessa fondamentale: “Nella maggior parte dei casi si tende a pensare che il tema migranti sia un problema, invece è un fattore di cui abbiamo un disperato bisogno in qualsiasi ambito della quotidianità” – evidenzia Leo, trattando anche la recente assunzione dei 100 medici stranieri arrivati in supporto della Regione. Coinvolgendo nel dibattito il curatore Simone Varisco, vengono analizzate le diverse problematiche attuali: dalla crisi delle nascite a quella lavorativa, ma anche l’istruzione e il macigno della cittadinanza mancata. Su quest’ultimo punto, Varisco afferma: “L’Italia è rimasta alle leggi degli anni ’90, quando eravamo ai primi casi di migrazione di massa. La burocrazia purtroppo non aiuta e questo non fa altro che complicare la situazione”.

Migranti, crollo delle nascite: “Adeguamento e burocrazia”

Tra le criticità emerse dal Rapporto Caritas-Migrantes, anche quelle demografiche e relative alla povertà. Come noto, nel 2024 è ulteriormente in discesa il tasso di nascite nelle famiglie italiane. Questo fenomeno – secondo i recenti dati Istat – coinvolge anche gli stranieri residenti in Italia, con un calo sempre più evidente (-5% negli ultimi due anni). Come afferma Simone Varisco, il problema è legato anche all’adeguamento alle culture occidentali da parte degli stranieri. Il curatore, prende come esempio proprio la città etnea: “Dopo un buon aumento nei primi anni 2000, c’è sicuramente stato un crollo molto pronunciato tra Catania e provincia. Tra i motivi del calo c’è l’adattabilità allo stile italiano per ragioni molto pratiche, derivanti dal lavoro e da altri fattori, come quelli burocratici”.

Strettamente legata al calo delle nascite c’è anche la tematica della povertà assoluta, fenomeno sempre più in crescita tra i migranti. “Dopo la pandemia la situazione è ulteriormente peggiorata” – afferma Simone Varisco. “Anche nel caso degli italiani, questa condizione non deriva soltanto dalla mancanza di lavoro, ma anche dallo sfruttamento”. Proprio sul lavoro e sulle difficoltà d’integrazione, curioso il dato emerso dal Rapporto riguardante le cariche dirigenziali. Secondo le recenti analisi, infatti, appena lo 0.1% degli stranieri occupano in Italia posizioni di alto livello. Su questo dato, Varisco non ha dubbi: “Tutto ciò testimonia le difficoltà di narrazione sul migrante, c’è una grande complessità nell’immaginario italiano”. Dopo aver analizzato anche gli aspetti relativi alle difficoltà dell’integrazione nell’ambito universitario, chiudono la conferenza i preziosi saluti di don Nuccio Puglisi e Mons. Salvatore Genchi, che rivolgono un grande augurio per un futuro migliore e sempre più inclusivo anche all’interno del territorio etneo.