Gap con l'Europa e carenza di medici in Sicilia: l'Italia e la sanità

Dal gap con l’Europa alla carenza di medici in Sicilia: l’Italia dal punto di vista sanitario

Marco Cavallaro

Dal gap con l’Europa alla carenza di medici in Sicilia: l’Italia dal punto di vista sanitario

Marco Cavallaro  |
domenica 07 Aprile 2024

Il 7 aprile è da decenni la "Giornata Mondiale della Salute". Una panoramica sul sistema sanitario italiano e gli ostacoli nell'Isola

Istituita nel 1948 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il 7 aprile è la Giornata Mondiale della Salute (World Health Day). Un tema sempre caldo in Italia e nel mondo quello della sanità, con enormi trasformazioni negli anni. In particolare, si è notato un forte cambio di direzione nell’era post-pandemica, anche nelle singole Regioni.

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In Italia, ad esempio, continua ad allargarsi il gap esistente tra nord e sud, così come a crescere è la differenza di spesa sanitaria tra l’Italia e il resto dell’Europa. In Sicilia, invece, prosegue la forte emergenza della carenza degli infermieri. Per far fronte a questa situazione, di recente la Regione ha reclutato 100 professionisti stranieri.

Sicilia, carenza di infermieri: la manovra della Regione

Seguendo quanto fatto dalla Calabria, la Sicilia di recente ha deciso di reclutare 100 medici stranieri. Questa manovra, nasce per sopperire alla forte emergenza in atto nell’ambito sanitario, quella della carenza di medici e infermieri.

Sul tema, in prima linea Renato Schifani. Nei mesi scorsi, il presidente della Regione ha diverse volte parlato dei problemi sanitari dell’Isola e di ciò che va migliorato nel settore. Soddisfatto dell’arrivo in tempi brevi di ben 100 professionisti stranieri, Schifani ha di recente parlato di questa novità. “Aver già raggiunto in pochi mesi la quota di cento professionisti provenienti da paesi extraeuropei che hanno risposto alla nostra chiamata è sicuramente un ottimo risultato. Siamo in presenza di personale con ottime professionalità ed elevate competenze specialistiche” – ha spiegato il presidente della Regione siciliana.

Italia, spesa sanitaria in crescita ma il gap con l’Europa continua

Nel lontano 2008, in Italia la spesa sanitaria ammontava a circa 110 miliardi di euro. Oggi, questa è cresciuta a 136 miliardi di euro. Un dato quindi in aumento, ma ancora inferiore rispetto alle medie europee. Secondo gli ultimi dati, infatti, l’Italia (con 3255 dollari) è avanti alla Spagna (2042) nei numeri delle spese. Tuttavia, si resta ancora dietro Francia (5622), Germania (6930) e Regno Unito (4479).

Inoltre, come previsto dal Documento programmatico di bilancio 2024, la spesa sanitaria resterà invariata al 6.4% in rapporto al Pil anche per il 2025.

Italia, gli ostacoli nella sanità e i numeri nord-sud

Nonostante il gap con l’Europa in termini di spese, gli investimenti statali in ambito sanitario sono in crescita nel nostro Paese. In particolare, l’impennata è stata data una volta superato il periodo pandemico, con il covid-19 che sembra aver aperto un prima/dopo.

Tuttavia, i problemi rimangono e sono molto delicati in tutta Italia, con una differenza ampia anche tra nord e sud. Tra gli ostacoli più grandi in quest’epoca sanitaria c’è la già citata carenza di medici e infermieri, ma anche le infinite liste d’attesa per le visite specialistiche. Per quanto riguarda le differenze tra nord e sud, una significativa è quella relativa all’aspettativa di vita. Secondo quanto si legge nella Relazione della Corte dei Conti: “La speranza di vita senza limitazioni nelle attività a 65 anni, pari, a livello nazionale a 10 anni, scende a 8,3 nel Mezzogiorno”. Inoltre, prosegue la nota: “Tasso al 7,8 nelle Isole, mentre nel Nord sale a 11,0 anni”.

Come spiegato, una criticità evidente riguarda la Campania: “Si osserva una causalità diretta tra stili di vita e situazione di multi-cronicità. Inoltre, anche limitazioni gravi tra le persone di oltre 75 anni che risulta del 66,5% rispetto a una media nazionale del 49%. In generale, la situazione di multi-cronicità grave risulta in media 12 punti superiore nel Mezzogiorno rispetto alle Regioni del Nord e 8 -10 punti superiore a quelle del Centro”.

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