“Essere cugini di un assessore non può certo essere una causa ostativa per lavorare con il pubblico, ma, in nome della trasparenza, sarebbe stato preferibile applicare meglio il principio di rotazione”. A parlare al Quotidiano di Sicilia sono i consiglieri comunali catanesi Gianina Ciancio e Graziano Bonaccorsi. Nel mirino, ancora una volta, c’è il settore degli appalti. Dopo il caso della gara per la ristrutturazione di Palazzo degli Elefanti, caratterizzata da un errore nella compilazione dei verbali che sembrava poter mettere in discussione l’aggiudicazione alle ditte Icored e Scancarello, stavolta a destare l’attenzione sono stati due cantieri in altrettanti luoghi simbolo della città: piazza Duomo e il lungomare.
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Nel primo caso si tratta dell’affidamento del rifacimento della pavimentazione ai piedi della fontana dell’elefante. Inaugurato il cantiere nei giorni scorsi, la procedura di gara si è svolta nel corso del 2023. Un percorso che è stato rallentato da una serie di contrattempi: in principio, infatti, il Comune aveva indetto un bando stanziando circa 99mila euro e invitando trenta imprese. Alla scadenza dei termini per presentare le buste, però, gli uffici comunali non hanno potuto fare altro che constatare l’assenza di offerte. Di lì a pochi mesi, la direzione Lavori pubblici ha indetto una nuova gara ma a condizioni diverse: la base d’asta è stata innalzata portando l’importo dell’investimento a 220mila euro, mentre il numero di imprese invitate è stato ridotto a cinque. Di queste, soltanto una si è fatta avanti: si tratta della Porto Costruzioni di Piedimonte Etneo. La società, che il 18 ottobre ha vinto la gara con il ribasso del 3,12 per cento, è di proprietà di Venerando Porto, cugino dell’assessore Alessandro Porto.
“Mi sento di dire che è alquanto singolare il fatto che l’amministrazione abbia deciso prima di invitare trenta imprese e poi, dopo avere raddoppiato la base d’asta, ha ridotto la rosa ad appena cinque. Inviti che peraltro pare siano stati rivolti in quattro casi ad aziende che purtroppo si sono mostrate disinteressate al tipo di lavori appaltati. Di fatto, infatti, l’unica che ha risposto è quella del cugino dell’assessore”, commenta al Quotidiano di Sicilia Graziano Bonaccorsi, che con Ciancio rappresenta il Movimento 5 stelle nel senato cittadino. Dal canto suo l’assessore Porto, tra le cui deleghe non c’è quella ai lavori pubblici, contattato da questa testata decide di rimandare ogni osservazione al mittente: “Non vedo cosa dovrei rispondere, io mi occupo di politica”, chiosa il componente della giunta Trantino.
Per i cinquestelle, tuttavia, il caso è meritevole di approfondimenti: “Avere un parente politico come averne uno imprenditore non è un peccato, ci mancherebbe – replica Ciancio – ma qui ci troviamo di fronte a una serie di scelte su cui è necessario porsi delle domande”. Il riferimento della consigliera cinquestelle va a un altro lavoro assegnato, in autunno, alla Porto Costruzioni. Si tratta del completamento della riqualificazione di piazza Nettuno. In quella circostanza, il Comune, dopo avere rescisso il contratto con la ditta esecutrice accusata di inadempienze, ha deciso di chiedere alla Porto Costruzioni di portare a compimento le opere. L’affidamento diretto – quindi senza l’espletamento di gare d’appalto – è stato sottoscritto il 20 ottobre. Il codice degli appalti prevede che le stazioni appaltanti possano evitare le gare in caso di importi al di sotto di 150mila euro. Nel caso di piazza Nettuno, il completamento delle opere è stato quantificato in 149.935,70 euro, somma poi ridotta a 143.561,63 in seguito al ribasso proposto da Porto Costruzioni in fase di contrattazione con gli uffici comunali.
“Sinceramente colpisce il fatto che due giorni dopo l’aggiudicazione della gara per la pavimentazione a piazza Duomo, il Comune abbia deciso di rivolgersi alla stessa impresa per eseguire i lavori a piazza Nettuno – rimarca la consigliera cinquestelle – Peraltro stabilendo il valore delle opere in appena 65 euro in meno rispetto alla soglia sopra cui si sarebbe dovuta indire una gara d’appalto”. La vicenda, adesso, potrebbe finire in consiglio comunale: “Riteniamo vada fatta chiarezza nell’interesse di tutti i cittadini”, concludono Ciancio e Bonaccorsi.