Il film sarà presentato il 14 settembre a Marzamemi al Festival Internazionale del Cinema di frontiera e il giorno dopo a Catania, nel Palazzo della Cultura, per Corti in Cortile
Un film girato nel quartiere catanese della prostituzione ma anche nel Teatro Bellini, dedicato alla storia d’ordinaria tristezza di un transessuale di San Berillo, a Catania.
“Ma io che colpa ne avevo, nuzzintedda? Che colpa ci può avere una nata dentro a un corpo sbagliato?”. L’affermazione della protagonista del film “Milena, la luna”, dedicato alla storia d’ordinaria tristezza di un transessuale di San Berillo, il quartiere catanese della prostituzione, centra uno dei temi – quello della sorte che segna ogni vita -, della vicenda scritta e diretta da Giuseppe Lazzaro Danzuso e con protagonisti Debora Bernardi, Aldo Toscano e la partecipazione straordinaria di Alessandra Cacialli.
L’altro tema è quello della dignità: “Spero di poter diventare abbastanza vecchio da essere considerato semplicemente un essere umano” dice Milena, citando il Professore, suo amante e mentore.
“Milena, la luna”, mediometraggio autoprodotto della durata di quaranta minuti, sarà presentato in anteprima nazionale il 14 settembre a Marzamemi (Siracusa) nell’ambito del Festival Internazionale del Cinema di frontiera e il giorno dopo a Catania, nel Palazzo della Cultura, per Corti in Cortile. E sarà seguito da un documentario di quindici minuti sul backstage realizzato da Giacomo Seminara (videomaker catanese di 19 anni) con interviste al regista, ai protagonisti, agli altri attori e a tutti coloro i quali hanno lavorato a “Milena, la luna”, come opera di volontariato, si legge all’inizio del film, “per il suo significato sociale”.
Gli altri interpreti sono Dora Marchese, Marcello Motta, Giuseppe Privitera, Aldo Seminara e Gianni Vinciguerra.
I costumi sono di Liliana Nigro, le musiche originali di Giancarlo Lazzaro Danzuso, mentre la Casta Diva di Vincenzo Bellini è eseguita al pianoforte dalla concertista Ketty Teriaca. Per quanto riguarda la parte tecnica, il direttore di produzione è Francesco Scuderi, quello della fotografia Francesco Caudullo e a firmare montaggio e postproduzione è Mel Pappalardo.
“Questa vicenda, malinconica e
assolutamente inventata – ha spiegato il regista – la scrissi come testo
teatrale tra il 2013 e il 2014. Quello di Milena era il primo di tre monologhi
che avevano per protagonisti i nuovi vinti, per rifarsi a Giovanni Verga, dei
quartieri popolari di Catania. In maggio adattai il testo a un mediometraggio e
coinvolsi tanti professionisti. Con i quali abbiamo realizzato questo film che
è un po’ come la vita di Milena: abbiamo fatto, con amore e passione, ciò che
si poteva fare. Non quello che avremmo voluto”
“Non è stato facile per me – ha
spiegato Debora Bernardi – interpretare questo testo pieno di poesia. Ho dovuto
scavare nel personaggio concentrandomi sulle ali tarpate: Milena, nonostante
tutto quel che di terribile le accade, riesce a ricostruirle, le sue ali.
Attraverso il potere delle parole, che, come dice, hanno trasformato questo
cesso di posto in una vera casa. E il valore della Cultura, che è la bellezza
del mondo, lo apprende dal Professore che è un po’ amante, un po’ padre, ma è
soprattutto un insegnante. E le fa scoprire, per esempio, la musica classica,
conducendola nel Teatro Bellini”.
“Il Professore – ha aggiunto Aldo
Toscano parlando del personaggio che interpreta – insegna a Milena che la
diversità è la caratteristica principale dell’individuo. Insegna a non odiare.
E vive un rapporto d’amore sincero e pulito”.
Nel documentario sul backstage,
il regista ringrazia poi in particolare le donne che hanno accettato di farsi
filmare, a San Berillo, sulle sedie bianche dove stanno prostitute e trans.
“Da Monica Felloni – ha elencato
Lazzaro Danzuso -, straordinaria regista di Neon, a Giusy Belfiore, presidente
dell’Associazione guide turistiche di Catania, da Simona Di Gregorio, musicista
e cantante folk, ad Anna Palmisano, medico ginecologo, dalle mie amiche Lorena
Russo e Giusy Sicari a un volto notissimo come la giornalista Flaminia
Belfiore”.
Da citare poi gli operatori alla
macchina, Fabrizio Rizzo e Giacomo Seminara, l’operatore gimbal, Daniele
Corbino, il fotografo di scena, Santo Consoli e ancora il gruppo make up
(Serena Amarù e Giordana Fichera) e quello di sartoria e costumistica (Chiara
Viscuso, Serena Siclari, Grazia Nicosia e Giuseppe Adorno).
A sostenere la realizzazione del film sono stati Accademia di Belle Arti di Catania, Catania Film Commission, Cgil Catania e Musa, azienda agricola Bronte. Ringraziamenti per la collaborazione anche a Polizia di Stato, Questura di Catania, Servizi Cimiteriali e Polizia municipale del Comune di Catania, e Teatro Massimo Bellini.
Foto di Santo Consoli