Dopo il fallimento decretato lo scorso 22 dicembre, secondo colpo – stavolta letale – per l’ultima eredità rimasta ancora intatta (fino ad oggi) del Calcio Catania spa, ovvero il ramo sportivo del club etneo.
La fine dell’esercizio provvisorio ha provocato la revoca del titolo sportivo da parte della FIGC e lo stop in Serie C che ha interrotto, bruscamente, il cammino della squadra, ormai sciolta dal conseguente svincolo di tutti i tesserati.
La data del 9 Aprile 2022 entra così nella storia della città dell’elefante, come uno dei peggiori in assoluto, in cui la cittadinanza perde uno dei suoi tesori più preziosi. Una morte annunciata, come l’ha definita ai nostri microfoni l’esperto avvocato Mattia Grassani, per diversi motivi.
Un lungo excursus che parte dagli ultimi anni di gestione Pulvirenti – dall’ultimo campionato in massima serie con Cosentino, poi “promosso” l’anno successivo, in cadetteria, fino alla capitolazione in Serie C in seguito allo scandalo de “I treni del goal” – passando per l’approdo in sella al sodalizio di via Magenta della SIGI, con le sue promesse, le dichiarazioni contrastanti dei numerosi soci, la vicenda Tacopina, e infine alle vicende legate al romano Benedetto Mancini, evidenzia infatti gestioni scellerate, sconclusionate e non all’altezza di un impegno gravoso quale quello che comporta il possesso di una squadra di calcio che orbita nei campionati professionistici.
La città di Catania ha dovuto rinunciare anche a questo e dovrà ripartire dalle serie minori, dall’incubo del dilettantismo.
Il domani, in questo momento appare nebuloso e indecifrabile. Non è certa una ripartenza dalla Serie D, il gradino più alto in Lega Nazionale Dilettanti. Appare scontato pensare che già dai prossimi giorni qualcosa si muoverà, perché in questo palcoscenico Catania per molti potrebbe rappresentare un’opportunità troppo ghiotta per essere sprecata.
Si è persa invece l’occasione di salvare un patrimonio legato a decenni di partite, di esperienze sugli spalti, di giocatori che si sono susseguiti, così come gli allenatori, risultati storici, aneddoti conosciuti in tutta Italia.
La storia del Catania è anche una storia di morte, di sconfitte e di momenti difficili che al pari di quelli più belli non saranno dimenticati e diventeranno leggenda per i catanesi del futuro. La preoccupazione più grande, guardando ancora al futuro, è che possa prospettarsi una ripartenza da gradini ancora più bassi della Serie D, che renderebbe il tentativo di risalita per i campionati di più alto livello più complicato e più dispersivo dal punto di vista del tempo che occorrerà e del numero di campionati che dovranno essere vinti per arrivare all’obiettivo.
Oggi è il giorno del rammarico, molti appassionati assicurano che per loro non ci sarà altro Catania da tifare, altri guardano con curiosità al domani che per il momento però, è un gigantesco punto interrogativo. Lo sport ha un grosso valore sociale, ma soltanto se al nome del nuovo sodalizio calcistico rossazzurro sarà legato il valore dell’appartenenza.
Catania, calcisticamente parlando, ha smarrito se stessa: per ritrovarsi avrà bisogno di far luce su quanto è accaduto e su quanto sta accadendo in questi giorni. Soltanto dopo questo necessario passaggio potrà davvero voltare pagina.