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Catania, muore il dj Domenico Nicosia

Catania, muore il dj Domenico Nicosia

Muore a Catania il famoso dj Domenico Nicosia. Gli amici lo ricordano come un ragazzo solare, gentile e pieno di vita.

Sono tantissimi i post su Facebook a lui dedicati oggi. La sua prematura scomparsa ha colpito i suoi affetti più cari, i conoscenti, i frequentatori della movida catanese (e non solo).

Un amico ha deciso di ricordarlo così:

“Mi venivi a prendere con la tua Sierra Cosworth bianca ogni pomeriggio di sabato di quel 1992, a prendere Clementina e poi rapidi al Divina.

Mi hai insegnato come mettere i dischi, come fare uno stacco musicale, come creare suspence, come attirare attenzione, come esaltare il pubblico e far urlare la gente… in quella regia stretta ma piena zeppa di emozioni.

Hai segnato per sempre i miei gusti musicali, e con i miei quelli di mezza CATANlA che ti seguiva da Radio Luna all’Empire, passando per il Cabana. Da Dj hai fatto la storia rock di questa città e hai stregato sempre tutti con quella tua voce dolce ma possente e con quel tuo stile pop rock allegro, grintoso e sempre elegante.

Decisivi gli attacchi sul rullante degli U2, sulle chitarre dei Nirvana, sugli arpeggi dei CamperVanBeethoven, sulla voce di Garland Geoffrey. Epico l’elicottero dei Pink Floyd e l’urlo dei Litfiba in quei no stop musicali sudati.
Quando ci educavi garbatamente lanciando la nuova hit dei Beloved o ci facevi sognare con Aeroplano di Caterina. E ancora tutti accovacciati al pavimento con Blister in the Sun, per poi schizzare a saltare con Life Is Life degli Opus 3. Mentre Enrico sperimentava le prime note dell’house e Santi Tosto faceva da pilastro musicale comprendo soprattutto le mie imperfezioni..

Sei stata la persona che più degli altri ha contribuito a costruire il mio gusto musicale e farmi scoprire il valore del ritmo.
In quella piccola grande Regia ho imparato anche ad usare la mia voce, a costruire le mie sicurezze da piccolo uomo.

Ci eravamo persi con quella stagione mancata credo del 94 al Cabana e ci eravamo ritrovati con le nostre visioni musicali in un garage a provare e riprovare a fare un pezzo che non usciva.
Smanettando tra cubase e campionatori avevo promesso anche a mio padre che l’avrei ripagato per il prestito che ci fece acquistando quel Roland Dj70 e l’Akai 909.

Momenti unici indimenticabili carichi di sogni e di entusiasmi giovanili.

Non so cosa sia successo adesso Domenico (…). L’altro giorno mettendo musica a casa, mia figlia mi chiese: – papà cosa sono le discoteche, e io risposi: – una cosa che esisteva nel passato.
Adesso te ne vai tu che sei stato l’emblema di quel passato raggiante della nostra giovinezza, come a voler chiudere un capitolo di una vita che, almeno per ora nei fatti, non c’è più.

Mi sembra solo davvero tutto così assurdo (…)..
Ciò detto Domenico, ti ricorderemo sempre per il tuo meraviglioso sorriso e per la tua gioia immensa di vivere che ci contagiava l’anima.