Home » Caso Niko Pandetta, trovato un cellulare in carcere: la Procura di Catania apre un’inchiesta

Caso Niko Pandetta, trovato un cellulare in carcere: la Procura di Catania apre un’inchiesta

Caso Niko Pandetta, trovato un cellulare in carcere: la Procura di Catania apre un’inchiesta
niko pandetta, imagoeconomica

Da accertare ancora però la reale diretta della videochiamata tra l’artista e Baby Gang, visto che il tutto potrebbe essere stato concordato e registrato in precedenza.

A seguito del caso della discussa e inaspettata videochiamata tra Niko Pandetta e il trapper Baby Gang durante il One Day Music Festival a Catania dello scorso primo maggio, nelle scorse ore un telefonino è stato trovato dagli agenti della polizia penitenziaria nella cella dell’artista, in carcere da anni a Castrovillari, in provincia di Cosenza.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

Nei confronti di Niko Pandetta, attualmente già detenuto per spaccio di sostanze stupefacenti, la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali ipotesi di reato, disponendo di una perquisizione che ha dunque dato esito positivo. In questo momento, il catanese è dunque sotto indagine per il presunto reato di “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti”. Da accertare ancora però la reale diretta della videochiamata tra l’artista e Baby Gang, visto che il tutto potrebbe essere stato concordato e registrato in precedenza.

Videochiamata a Niko Pandetta in carcere durante il One Day

“È mio fratello, voglio un cazzo di casino per Niko Pandetta” e sullo smartphone di Baby Gang appare il viso del cantante trap che, dal 2022, si trova in carcere per spaccio ed evasione. È successo a Catania, nella sera del giovedì primo maggio, sul palco del One day, evento che da più di 15 anni coinvolge circa 20.000 persone tra cui molti giovanissimi.

Il video e le polemiche al One Day

Il video con il viso del trapper ed ex neo melodico, prima dell’esecuzione del brano “Italiano” di Baby Gang e Pandetta, ha quindi infiammato gli animi del pubblico. Se Pandetta fosse veramente live, come sembra dai video pubblicati sui social dove si vede Baby Gang fare una videochiamata, o il video fosse registrato precedentemente non è dato saperlo.

Organizzatori estranei ai fatti

Gli organizzatori non erano stati messi al corrente di quello che sarebbe successo sul palco. Il trapper, nato e cresciuto a Catania, è stato spesso al centro delle polemiche per i testi delle sue canzoni tra cui una dedicata allo zio Salvatore Cappello, al 41bis dal 1993.

“Questo festival lo facciamo per la musica, per l’arte e per creare qualcosa di culturale al sud – commenta Edy, artista e direttore artistico del One day 2025 – non chiediamo a chi salirà sul palco cosa succederà perché crediamo nella libertà di espressione. Libertà è la nostra parola chiave. Se Baby Gang ha fatto qualcosa di penalmente rilevante ne risponderà personalmente, per noi si dovrebbe parlare del valore di un evento da 20.000 persone, il resto non ci interessa”. Tra applausi, polemiche e interrogativi ancora senza risposta, l’episodio riaccende il dibattito su dove finisca la libertà artistica e dove cominci la responsabilità individuale, soprattutto quando si parla a un pubblico giovanissimo. Se da un lato eventi come il One Day dimostrano la forza aggregante della musica, dall’altro mettono in luce quanto il confine tra palco e realtà, oggi più che mai, sia sottile”