A Catania ancora 120mila non vaccinati e i 60enni rischiano

Nella provincia di Catania ancora 120mila non vaccinati e i 60enni rischiano

Nella provincia di Catania ancora 120mila non vaccinati e i 60enni rischiano

Giuseppe Bonaccorsi  |
mercoledì 20 Aprile 2022

Soltanto 398 fragili si sono sottoposti alla quarta dose. La direttrice della rianimazione del Garibaldi: "I vaccini sono ancora importanti per non finire in terapia intensiva"

Quarta dose: un flop. Anzi più di un flop perché in provincia di Catania finora le quarte somministrazioni, riservate solo ai soggetti fragili secondo quanto disposto il primo marzo scorso dall’Aifa, sono state soltanto 389 a fronte di migliaia di malati che per la loro patologia invalidante sono stati chiamati a sottoporsi al nuovo booster.

Pochissimi fragili hanno risposto all’appello

La quarta dose di siero spetta solamente ai pazienti gravemente immunodepressi, trapiantati e oncologici che abbiano completato il ciclo primario di immunizzazione, cioè le tre dosi. La decisione di procedere a un nuovo ciclo per questi soggetti è stata presa per cercare di stimolare un sistema immunitario compromesso a produrre anticorpi che con le tre dosi finora inoculate si sono rivelati pressoché inesistenti. Lo dimostrano i dati degli ospedali dove i pazienti che ancora vengono ricoverati per polmoniti gravi interstiziali sono o soggetti fragili o non vaccinati soprattutto ultra sessantenni. Su questo punto bisogna evidenziare le perplessità di molti esperti che ritengono superfluo sottoporre ancora queste persone a una nuova vaccinazione tra l’altro con vaccini definiti obsoleti perché testati ancora sul primo ceppo virale.

Ancora oltre 120mila non vaccinati

E a proposito di non vaccinati la provincia etnea si conferma tra le meno immunizzate di tutta la penisola, con oltre 120.327 persone che non si sono sottoposti ad alcuna dose. Secondo i dati dell’ufficio del commissario regionale anti Covid, Pino Liberti, su 951.495 cittadini etnei in età da vaccino, l’Asp ha somministrato un totale di 831.168 vaccini con almeno una dose. In questa moltitudine di soggetti non ancora vaccinati (è come se più della popolazione della città di Siracusa risultati non immunizzata) c’è da tenere in considerazione che all’incirca poco meno della metà corrisponde a una fascia d’età cosiddetta a rischio che va dai 50 anni in su.

Chi ancora oggi rischia di più

E proprio sul nodo delle mancate vaccinazioni arriva il monito della direttrice del dipartimento di terapia intensiva del Garibaldi, Daniela Distefano. “Abbiamo ancora alcuni ricoverati molto gravi per una gravissima insufficienza respiratoria da Covid. La stragrande maggioranza di loro è non vaccinata e sopra i sessant’anni. Poi abbiamo in corsia anche soggetti vaccinati, ma immunodepressi, quelli che sono stati individuati come target per la quarta dose. In particolare ho anche un quarantenne cardiopatico molto grave che è da me soltanto perché positivo. Leggendo i numeri appare evidente che soprattutto i sessantenni non vaccinati rischiano ancora di finire in intensiva, mentre l’altra fascia che deve stare molto attenta è quella degli immunodepressi sui quali le coperture vaccinali non hanno avuto effetto”.

Il futuro? Non vi è certezza

La direttrice della rianimazione aggiunge che, comunque, rispetto alle precedenti ondate, adesso la pressione negli ospedali non è minimamente paragonabile al passato, ma aggiunge e ribadisce quello che in passato hanno sostenuto altri suoi colleghi, come gli infettivologi Bruno Cacopardo e Carmelo Iacobello, e cioè che al momento la grande emergenza riguarda i pazienti fragili e gravi che giunti in ospedale per altre patologie risultano positivi a vaccini e finiscono nei reparti Covid non ricevendo cure appropriate: “E’ una questione serissima. Noi abbiamo avuto e abbiamo ancora in rianimazione malati di tumore, neoplastici, trapiantati renali che sono qui solo perché positivi”.

Ma allora dottoressa usciremo del tutto o no da questo incubo?

“Non sappiamo in futuro cosa accadrà. In questo momento la situazione non è preoccupante. Ma c’è una variante in Cina…speriamo di avere varianti “innocenti” che possano incrementare quella che chiamiamo “immunità di gregge”. Speriamo…”.

Giuseppe Bonaccorsi

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