Oasi del Simeto, un patrimonio verde da tutelare e valorizzare - QdS

Oasi del Simeto, un patrimonio verde da tutelare e valorizzare

Melania Tanteri

Oasi del Simeto, un patrimonio verde da tutelare e valorizzare

martedì 19 Aprile 2022

Dopo l’incendio della scorsa estate, la Città metropolitana ha presentato un progetto per una parziale riforestazione, ma occorre fare di più

Un paradiso a due passi dalla città, messo a rischio da roghi, abusivismo e inciviltà ma in grado di conservare peculiarità che ne fanno una delle zone umide più interessanti di Sicilia. L’Oasi del Simeto, la riserva naturale orientata a sud di Catania ha bisogno di molto di più. Anche se, ed è questa una buona notizia, le condizioni della balneabilità della foce – pessime lo scorso anno – sono migliorate. Come riportato dalle pagine del nostro giornale, la costa etnea su cui sfocia il fiume più lungo dell’Isola, interdetta alla balneazione lo scorso anno, quest’anno è stata cancellata dall’elenco delle spiagge vietate da un decreto regionale.

Diversa la situazione “a terra”: l’Oasi del Simeto è stata duramente colpita dal vasto incendio dell’estate del 2021 che ne ha divorato parte del patrimonio boschivo, salvando però la parte umida: la zona palustre che resta in buone condizioni. Come conferma Giusy Pedalino, presidente dell’associazione Orione che organizza attività all’interno della riserva e che, fino a poco tempo fa, aveva una sede proprio all’interno dell’Oasi. Attività che, per quanto non più presente fisicamente a Torre Allegra per la scadenza della concessione, continua a portare avanti.

“Bisognerà stare attenti a tutelarla – afferma in riferimento alla zona umida – e proteggere la fauna che la popola, vietando ad esempio il calettamento in occasione della nidificazione o deposizione di uova”. Una preoccupazione maggiore oggi, dopo due anni di pandemia in cui l’Oasi del Simeto è stata particolarmente frequentata.

A differenza della zona palustre, il bosco di Pino d’Aleppo e le parti interne alla Riserva hanno accusato maggiormente gli effetti del rogo. “Le condizioni dell’Oasi in generale non sono tremende come avevamo temuto dopo l’incendio – conferma Pedalino – ma molti alberi sono andati distrutti ed è difficile che potranno essere sostituiti velocemente”.

Un danno all’ambiente ma anche alla biodiversità e all’avifauna che proprio sulle fronde dei Pini proliferava. Per mitigare la Città metropolitana di Catania ha presentato un progetto che è stato finanziato dal Ministero per la Transizione ecologica per 500 mila euro per la “riforestazione” della zona Torre Allegra nell’Oasi del Simeto. L’area interessata, secondo Pedalino, dovrebbe però essere ampliata, includendo l’area andata a fuoco.

La presidente dell’associazione Orione, infine, commenta l’attività di demolizione degli abusi edilizi che, dopo un periodo di particolare vivacità, sembra aver subito un rallentamento. “Le demolizioni vanno a rilento, anche per via dell’iter lungo – sottolinea – ma procedono”.

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