Il ministro Salvini arriva in Sicilia per inaugurare i lavori del raddoppio. Ma i dubbi sull'efficacia dell'intervento rimangono. Burtone (Pd): “Sicilia rischia di restare indietro di 50 anni".
Domani il ministro Matteo Salvini sarà in Sicilia per inaugurare i lavori del raddoppio ferroviario Catania-Messina. Un appalto da 2 miliardi che cambierà il tracciato tra Giampilieri e Fiumefreddo. Ma l’alta velocità in Sicilia , così come è stata pensata, sarà una linea di serie B rispetto a quella realizzata, ormai oltre dieci anni fa, nel Centro-Nord del Paese. Lo abbiamo recentemente spiegato: il raddoppio tra Catania e Palermo (200 km circa), quando sarà ultimato, permetterà di collegare le due città in due ore, anziché le attuali tre. Si tratta di una soluzione infrastrutturale diversa da quella che per esempio collega Roma a Napoli (216 km) in 56 minuti, giusto per rimanere al Centro-Sud.
L’interrogazione
Oggi è anche il deputato del Pd Giovanni Burtone a sollevare il caso presentando un’interrogazione parlamentare. “I lavori sulla rete ferroviaria Catania – Palermo – denuncia – rischiano di essere l’ennesima occasione gettata al vento. Gli interventi, che costeranno circa cinque miliardi di euro, non serviranno infatti a realizzare una ‘vera’ alta velocità, ma si limiteranno ad un ammodernamento per velocizzare la rete esistente. In questo modo si abbasserà il tempo di percorrenza dalle attuali due ore e quaranta a circa due ore, un tempo più alto di tratte ad alta velocità simili per chilometraggio e tipologia di percorso”.
Burtone lancia quindi un appello al governo regionale, affinché “si attivi per verificare la possibilità di concordare con RFI un intervento drastico che permetta alla Sicilia di non restare indietro per altri 50 anni e programmi il miglioramento delle altre reti interne”.