Polemica a Catania tra il sindaco Enrico Trantino e le opposizioni di Pd, M5s e anche il deputato regionale e leader di Controcorrente Ismaele La Vardera. Infatti, è stata organizzato un evento per presentare la biografia di Céline firmata da Maurice Bardèche, un critico d’arte e figura centrale e che sarebbe collegata al neo-fascismo e al negazionismo dell’Olocausto dopo la Seconda Guerra Mondiale.
L’appuntamento era previsto per sabato 29 novembre alle 17.00 a Palazzo della Cultura, con la presenza anche di Andrea Lombardi, candidato al Senato nelle liste di Casapound.
La Vardera: “Auspichiamo un intervento immediato di Giorgia Meloni”
“Leggo con disgusto che il sindaco di Catania Enrico Trantino ha concesso la sede istituzionale di Palazzo della Cultura, con tanto di logo del Comune e di conferma del suo nome tra i relatori, per la presentazione del libro Maurice Bardeche, noto saggista e negazionista dell’olocausto. Il tutto arricchito dalla valida presenza di Andrea Lombardi noto esponente di Casapound. Auspichiamo l’intervento immediato di Giorgia Meloni e del commissario di Fratelli d’Italia Luca Sbardella prendendo immediatamente le distanze da questa iniziativa azzardata e pericolosa posta in essere dal sindaco di una delle città più importanti d’Italia”. Così il deputato all’Ars e leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera.
Pd e M5s: “Catania capitale della cultura…fascista?”
“Se questa è l’idea di ‘promozione culturale’ con cui si vorrebbe candidare Catania a Capitale della Cultura, siamo alla farsa.”
Lo denunciano i gruppi consiliari M5s e Pd, dopo la pubblicazione di una locandina che promuove una manifestazione al Palazzo della Cultura, con il logo ufficiale della città di Catania e con la partecipazione di figure note per la loro vicinanza all’ideologia del fascismo.
“Tra i relatori ci sono persone che hanno abbracciato la propaganda nostalgica del Ventennio e che hanno assunto posizioni revisioniste. E tra loro, compare anche il nome del sindaco di Catania. Una presenza che non può essere liquidata come errore o superficialità: non è una distrazione, né un equivoco, è una scelta. Una scelta grave per chi rappresenta un’intera comunità che ha conosciuto sulla propria pelle dittatura, guerra, persecuzioni e violenze.
Il Palazzo della Cultura non può essere trasformato in una passerella per iniziative che normalizzano ideologie incompatibili con i valori democratici e costituzionali, né tantomeno il simbolo della città può essere prestato a eventi che minano la credibilità culturale dell’istituzione.
Catania non merita di essere accostata, neppure indirettamente, a idee che hanno calpestato diritti, libertà e vite umane. È una questione di dignità, di memoria e di rispetto verso chi ha pagato il prezzo più alto per garantirci la libertà di cui oggi beneficiamo. Per queste ragioni chiediamo una presa di distanza immediata: il sindaco ritiri il simbolo della città e si dissoci da questa iniziativa. Catania deve alzarsi in piedi e ricordare da che parte della storia vuole stare.”
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