Ventisei voti favorevoli e cinque contrari. Con questi numeri, il Consiglio comunale di Catania, mercoledì sera, ha approvato il rendiconto di gestione per il 2024.
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Un documento “commissariato”, dal momento che avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 aprile 2025, arrivato in aula con ritardo, “ma sempre in anticipo rispetto all’anno scorso”, ha sottolineato l’assessore al Bilancio della giunta Trantino, Giuseppe Marletta nell’illustrare l’atto. Prima di spiegare i motivi del ritardo, ricordando che la presentazione del documento ha dovuto tener conto del consuntivo dell’attività della Commissione straordinaria di liquidazione, consegnato all’amministrazione il 10 luglio, circostanza che ha reso necessario rielaborare l’impianto contabile già predisposto.
Marletta mette in mostra il dato sul rendiconto 2024
“Il dato rilevante – ha evidenziato l’assessore – è che il rendiconto 2024, al netto dei debiti restituiti dall’Organismo di liquidazione, sarebbe stato in attivo. Per far fronte ai nuovi debiti sopraggiunti, invece, abbiamo dovuto incrementare gli accantonamenti, portando il disavanzo finanziario a 60 milioni di euro”.
Un peso che graverà sulle spalle dei cittadini per i prossimi tre anni: contestualmente al rendiconto, l’aula ha infatti dato il via libera anche al programma di ripiano del disavanzo fino al 2027. “Il disavanzo – ha infatti aggiunto Marletta – è stato comunque coperto nell’anno in corso per 35 milioni, per 15 milioni nel 2026 e per 10 milioni nel 2027, con risorse destinate al fondo debiti da dissesto”.
Nello specifico, il Rendiconto per l’anno 2024 fotografa una situazione finanziaria dell’ente che, al netto dei debiti “riconsegnati” dall’Osl, sta proseguendo nell’azione di risanamento delle casse. Ed è su questo aspetto che si sofferma il rappresentante della giunta comunale, sottolineando il grande lavoro portato avanti dopo la dichiarazione di dissesto del dicembre 2018. “Negli anni – ha detto – dal 2020 al 2023, abbiamo potuto registrare il ripiano di un disavanzo di 138 milioni di euro al 2018, chiudendo il rendiconto di gestione del 2023 con un risultato positivo. Questi dati, oggi, fanno i conti con quelle che sono le risultanze della Commissione straordinaria di liquidazione”.
Tra gli aspetti emersi dall’atto deliberativo, l’ammontare delle somme riconsegnate a Palazzo degli elefanti dalla Commissione straordinaria di liquidazione pari a 64.550.074,85 euro, oltre all’elenco dei debiti non transatti e non più presenti nella contabilità dell’ente, per i quali sono stati accantonati 68.652.358,70 euro a fronte di crediti chirografari.
La precisazione di Marletta
“Il Comune di Catania è dunque tenuto ad accantonare il restante 50% e a farsi carico del contenzioso analizzando i rischi di soccombenza ed effettuando i conseguenti accantonamenti – ha precisato Marletta. Dal piano di estinzione della Commissione risulta inoltre che non sono state ammesse a massa passiva istanze per circa 188 milioni di euro, alcune delle quali potrebbero dar luogo a ulteriori contenziosi”.
Un altro dato emerso, evidenziato dall’assessore nell’illustrare l’atto, riguarda alcune difficoltà che permangono nell’incamerare somme, in particolare dai tributi. “Dati che potrebbe essere utile valutare alla luce della fotografia del rendiconto di gestione, che appaiono significativi per comprendere come vengono gestite sia le entrate che le spese – ha detto. In particolare, l’assessore pone l’accento sul capitolo “entrate”, e sulla differenza tra accertato e incassato. “Su un accertato di 1.358.272.952 – ha spiegato – l’incassato è di 1.148.639.000, oltre 200 milioni di euro in meno rispetto a quanto accertato”. Una “significativa differenza” causata principalmente dal capitolo tributi. “Anche la parte spesa ci consente di fare una riflessione, soprattutto quando verifichiamo dove andiamo a collocare maggiori spese – ha proseguito Marletta: l’ambiente e i servizi sociale. Qui vi è l’impegno maggiore da parte dell’amministrazione”. Infine gli accantonamenti. “Un macigno – ha aggiunto l’assessore – è il fondo crediti di dubbia esigibilità, circa 269 milioni di euro, legato al fatto che siamo tenuti a coprire le risorse minori che incassiamo, derivati dalla mancata riscossione di gran parte della Tari ma anche di altri tributi o delle contravvenzioni”.
Il voto di mercoledì sera, che ha visto compatta la maggioranza in aula, consente, tra le altre cose, l’immediato utilizzo di risorse statali e regionali, tra cui quelle necessarie per l’assunzione di un centinaio di nuovi agenti di polizia locale e per fronteggiare gli extra costi legati allo smaltimento dei rifiuti, con la possibilità di impiegare almeno cinquanta ispettori ambientali e di installare nuovi impianti di videosorveglianza, strumenti fondamentali per rafforzare il controllo sul corretto svolgimento della raccolta differenziata.
Le parole delle opposizioni
Conoscere se il Comune di Catania sia uscito dalla fase di dissesto, con la conclusione delle attività dell’Organismo straordinario di liquidazione, o se al contrario, il disavanzo di sessanta milioni e la necessità di ripianarlo in tre anni, non siano presagio di un nuovo default.
È quanto hanno chiesto in aula i rappresentanti delle opposizioni a Palazzo degli Elefanti, che si sono concertati su questo aspetto, non chiarito del tutto nel corso della seduta di mercoledì scorso che ha visto l’approvazione del Rendiconto di gestione per l’anno 2024.
Lo ha chiesto espressamente il capogruppo del Partito democratico, Maurizio Caserta. “Conosciamo le ragioni – ha esordito Caserta. Il lavoro importante delle commissioni ci ha permesso di venire a conoscenza di quel che può spiegare questo ritardo. Ma il rendiconto è una misura della stabilità finanziaria, un indicatore chiaro – ha aggiunto il capogruppo – e questo è il segnale che l’ente non sta bene. Questo significa che, nei prossimi anni, non potremo garantire alla città una migliore qualità di servizi. Formalmente siamo fuori dal dissesto – ha sottolineato – ma sostanzialmente no”.
Anche il capogruppo del Misto, Graziano Bonaccorsi, ha insistito per conoscere quali saranno le sorti dell’ente, alla luce del disavanzo certificato dal rendiconto. “Questa è la fotografia di un fallimento politico e amministrativo annunciato – ha dichiarato l’esponente del Movimento 5 stelle, evidenziando i molti crediti non riscossi da Palazzo degli Elefanti nei confronti delle società partecipate e parlando di “Una gestione che non riesce a essere incisiva e a recuperare quel che spetta. I numeri parlano di una condizione – ha evidenziato – e qualcuno dovrà rispondere se siamo o non siamo in dissesto”.
“Catania non riesce a governare i propri conti – ha sottolineato infine un altro esponente democratico, Damien Bonaccorsi. “Non c’è un solo euro libero per politiche nuove o emergenze gravi. Non c’è programmazione”.

