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Catania riavrà la scuola di specializzazione in Oncologia, come cambia la ricerca

Catania riavrà la scuola di specializzazione in Oncologia, come cambia la ricerca
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Lo dice il prof. Vigneri alla luce del protocollo siglato tra Università e Humanitas. Spazio alla ricerca per affinare sempre più il progetto “Tumor molecular board”.

Catania tornerà ad avere la sua scuola di specializzazione in Oncologia. Lo ha confermato il prof. Paolo Vigneri, alla luce dell’accordo che è stato sottoscritto poche settimane fa tra l’Università di Catania e il centro Humanitas catanese.

Il docente, professore associato di Oncologia medica del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale a partire dai primi mesi del 2023 andrà a fare ricerca e insegnamento all’Humanitas dove avrà un reparto apposito dove svolgere con tutti gli altri medici e scienziati del centro, tra i quali il capo della ricerca Humanitas Catania Michele Caruso, studi per accrescere il livello qualitativo delle cure per i pazienti.

Uno dei traguardi che tutti i centri di oncologia stanno perseguendo è quello della ricerca e della cura delle mutazioni del tumore e non dell’organo malato. Stiamo parlando del “Tumor Molecular board”.

“Già da tempo – spiega l’oncologo Humanitas, Michele Caruso – processiamo i pazienti che ne hanno bisogno con questa affinata tecnica. Ciò sarà sempre di più e più precocemente possibile attraverso il sequenziamento genico che dovrà far parte della normale pratica clinica dei centri di riferimento, come il nostro”.

Oggi si punta sulla medicina personalizzata

“Il concetto della medicina di precisione o medicina personalizzata, che è ormai sdoganato da 15 anni – aggiunge il prof. Vigneri – parte dal presupposto che la sede della dimensione e l’estensione del tumore fossero le uniche caratteristiche necessarie per impostare il percorso terapeutico appropriato”.

“Abbiamo invece appreso negli ultimi 15 anni che in assoluto la variabile più importante non è l’anatomia del tumore, ma la biologia del tumore. Andare a studiare quell’insieme di alterazioni, che non sono soltanto genetiche, che hanno causato la trasformazione di una cellula sana in una tumorale. Quindi si cercano di individuare per diverse forme di tumore – perché non per tutti funziona – quelle alterazioni genetiche che siano terapeuticamente perseguibili”.

“Purtroppo, aggiungo, che abbiamo al momento farmaci per alcune patologie tumorali che funzionano per motivi che non sono sempre chiari. Ma per quelle patologie che hanno un farmaco è altamente probabile che quella alterazione genetica venga inattivata dal farmaco e il paziente ne abbia un beneficio, che talvolta può essere anche molto lungo”.

Importante l’assetto genetico della malattia

“Il progetto Tumor molecular board è mondiale”, ha aggiunto il dott. Carlo Carnaghi, primario di Oncologia medica Humanitas ed esperto di pancreas. “Ci si sta sempre più orientando verso un’analisi approfondita molecolare attraverso l’assetto genetico della malattia in modo da potere utilizzare dei farmaci specifici per quel singolo tumore che talvolta questo è indipendente dalla sede di origine del cancro”.

“Possono esserci tumori sorti in organi diversi che però sono accomunati dalla stessa alterazione genetica che può essere il bersaglio di una cura specifica. La novità è che questa pratica si sta sempre più estendendo in maniera rapida. Conosciamo sempre meglio le caratteristiche delle malattie oncologiche e, quindi, sappiamo che ci possono essere delle terapia mirate per specifiche alterazioni”.

Il primario Humanitas ha poi avuto parole di grande apprezzamento per il protocollo d’intesa con l’Università. “Creare queste partnership privato-pubblico possono essere una opportunità di crescita molto importante perché mettono a disposizione le competenze per cercare di fare progetti di grande respiro. Ci sono le basi, quindi, per far crescere ulteriormente l’Università di Catania e anche Humanitas”.