Il ricordo commovente di Santo Re, 30enne ucciso a Catania in piazza Mancini Battaglia due settimane fa
Ancora scossa la comunità catanese dopo l’omicidio di Santo Re, ucciso in piazza Mancini Battaglia lo scorso 30 maggio da John Obama, un parcheggiatore abusivo di 37 anni originario dello Zimbabwe, senza permesso di soggiorno e da anni attivo nel parcheggio nei pressi del lungomare di Ognina, a Catania. La pasticceria Quaranta dove Santo lavorava, a quasi due settimane dall’omicidio, ha deciso di ricordarlo con un lungo post.
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Il ricordo di Santo: “Amavi la tua città, e noi vorremmo avere la forza di amare una Catania onesta”
“Figlio e fratello adorato, compagno amato, papà presente, zio cercato, amico gentile, lavoratore appassionato. Tanti hanno parlato di quello che è successo. Pochi di chi era davvero Santo. Ragazzone dallo sguardo bruno e un po’ corrucciato, che strappava sempre un sorriso. Il nostro gigante buono. Fin da piccolo vivace e curioso, amava la sua famiglia e stimava profondamente il padre Nino, suo modello nel lavoro e nella vita. Santo infatti si appassiona alla cucina, proprio come Nino, che da sempre esercita in questo settore qui da Quaranta. Inizia come aiutante del papà, per affiancarlo e renderlo orgoglioso. Desidera crescere, creare i propri arancini, le proprie ricette. Eri generoso anche quando cucinavi tu! Quel giorno, ultimati i catering, ci guardavamo stanchi ma sorridenti: “C’è tutto vero? È rimasto riso, ne volete?”.
“Le persone oneste non girano con le armi in tasca”
Così un lungo post della pasticceria: “Avevi organizzato scrupoloso la spesa per i banchetti e i patacrock, la tua ultima trovata. Salutati tutti, stavi tornando in famiglia, dalla tua bambina. Ma quel venerdì è piombato improvviso delirio, caos, dolore inspiegabile. Tu Santo aiutavi indistintamente. Eri una persona perbene, sapevi solo difenderti. E il tuo sacrificio è la manifestazione di un grido disperato in questo mondo che cova rancore e semina sofferenza, ma cela un bisogno estremo di gentilezza e rispetto. Dicevi sempre che volevi vincere la lotteria, noi l’abbiamo vinta conoscendo te. E come quando il corpo perde un arto, che anche se non c’è più lo sente ancora, così noi continueremo a vivere sentendo la tua mancanza. Perché Quaranta è un corpo unico. Ogni persona fa andare avanti il cuore dell’azienda. Ti respiriamo tra i laboratori. Il rumore dei tuoi passi, il suono della tua voce sono vividi. Ora e per sempre Quaranta sei anche tu. Il nostro grido non muterà in rassegnazione, ma in maggiore passione per ciò che facciamo, ispirati da te. Santo, tu amavi la tua città, e noi vorremmo avere la forza di amare una Catania onesta, che della violenza non fa un idolo perché “le persone oneste non girano con le armi in tasca.” Chiediamo dignitosamente giustizia. Insieme a cittadini e clienti. Perché in questo buio ci siete vicini come una grande famiglia”.