Tantissimi camion fermi davanti alla discarica di Lentini che può ricevere solo 600 t al giorno. Il vicepresidente della Srr, Rubino: "La Regione imponga agli altri impianti di accogliere"
CATANIA – Cassonetti colmi e sacchetti di spazzatura lasciati in strada ad ammonticchiarsi. L’emergenza è scoppiata: come da programma, nell’ultimo fine settimana, la raccolta della spazzatura a Catania ha subito un brusco rallentamento. La decisione da parte di Sicula Trasporti di abbancare nella discarica di Contrada Codavolpe soltanto 600 tonnellate al giorno, ha avuto le conseguenze previste sulla città Catania e su tutti gli altri che conferiscono la spazzatura nell’impianto di Lentini.
“Questo comporterà grossi disagi in tantissimi Comuni della Sicilia orientale che conferiscono i rifiuti nella discarica di Lentini, compresi i Comuni etnei, in quanto l’accesso sarà limitato a pochissimi mezzi che potranno depositare la spazzatura – sottolineano il sindaco e l’assessore all’Ecologia del Comune di Aci Castello, Carmelo Scandurra e Salvo Danubio. Nei prossimi giorni, se il problema non verrà risolto dalla Regione, si creeranno molti disservizi”. Da qui l’invito a differenziare quanto più possibile i rifiuti, in modo da limitare il quantitativo da conferire in discarica.
L’ordine cronologico di ingresso dei rifiuti nell’impianto stabilito dai gestori della discarica, rischia oltre tutto di tagliare fuori Catania e i paesi dell’hinterland, come sottolineano da Aci Sant’Antonio. “Stamattina sono bastati i soli mezzi che hanno raccolto i rifiuti di Catania per far raggiungere il limite imposto, sbarrando la strada, di fatto, a tutti gli altri, compresi quelli del Comune di Aci Sant’Antonio, presso il quale adesso non solo non potrà continuare la raccolta dell’indifferenziato nella giornata di oggi – si legge in una nota stampa dell’ente. Ma si compromette anche la raccolta dell’umido di lunedì, alla luce del fatto che gli stessi camion che dovranno essere utilizzati sono fermi perché pieni, e neanche lunedì probabilmente potranno scaricare perché per l’inizio della settimana c’è già la fila di mezzi parcheggiati in attesa della riapertura dell’impianto.
Il sindaco, Santo Caruso, punta il dito sulle istituzioni: “Non credo che ci si sia resi conto della enorme gravità della situazione – sostiene. Siamo di fronte ad una crisi di proporzioni immani: chi libererà i cittadini dai rifiuti che differenziano, pagando puntualmente la tassa? – si domanda. Non si può pensare che i sindaci, e le istituzioni comunali in generale, possano fare da parafulmine assorbendo l’indignazione di ogni singolo cittadino che chiede perché il suo sacchetto non è stato ritirato. Moltiplicare il disagio di oggi per i giorni a venire e per tutti i Comuni in difficoltà come Aci Sant’Antonio, restituisce un orizzonte terribile, un incubo dal quale sembra che non si abbia capacità di tirarci fuori. Si faccia qualcosa adesso!”.
I grandi disagi che si registrano già da alcuni giorni stanno creando, dunque, malcontenti sui territori. In particolare su chi, e sono molti nell’hinterland, ha raggiunto livelli notevoli di raccolta differenziata, non senza sacrifici sia da parte delle amministrazioni che da parte della cittadinanza. Come evidenzia il sindaco di Sant’Agata Li Battiati e vicepresidente della Società di regolamentazione rifiuti Catania Città metropolitana, Marco Rubino, che chiama in causa la Regione. “Non stanno ritirando i rifiuti e ci sono centinaia di camion davanti a Sicula trasporti – tuona Rubino -. La Regione deve intervenire imponendo agli altri impianti di accogliere i rifiuti prodotti e dando priorità a Catania nel conferimento alla discarica di Lentini”.
“I comuni vivono la mortificazione del lavoro svolto con grande senso civico – prosegue. Noi raccogliamo porta a porta e se i rifiuti non vengono più ritirati, la spazzatura inevitabilmente aumenterà e qualcuno, magari di un altro Comune, si sentirà autorizzato a lasciare lì il proprio sacchetto”. Con gravi conseguenze di decoro, ma anche igienico sanitarie.
Il primo cittadino di Battiati tira in ballo la Regione anche sulla necessità di proseguire con il cambio di sistema e la realizzazione degli impianti di trasformazione della frazione organica, iniziando a strappare l’affare munnizza ai privati. “Le Srr di ciascuna area di riferimento – con il sistema in atto – risultano private di una parte della capienza di conferimento ad esse destinata, e della relativa gestione” – dice ancora Rubino che chiede “nell’immediato, di voler ampliare la capienza delle discariche ove conferire i rifiuti già trattati da Tmb – scrive in una lettera ufficiale indirizzata al dirigente del Dipartimento Acque e rifiuti della Regione, Calogero Foti”.
“Al Sig. Presidente della Regione Siciliana e all’Assessore delegato che leggono per conoscenza – prosegue il documento – si chiede di attivare i tavoli di confronto finalizzati ad un nuovo sistema di conferimento, smaltimento e trattamento dei rifiuti, adeguato alle esigenze della cittadinanza e dell’ambiente, affinché l’emergenza non si traduca in un aggravio di costi per il cittadino”.