Nel mese di marzo, già in ritardo rispetto ai tempi previsti dall’appalto, i progettisti avrebbero dovuto consegnare la progettazione esecutiva, ma non se ne parlerà prima dell’estate
CATANIA – Piccoli passi in avanti, nonostante la pandemia, le restrizioni, l’aumento dei prezzi e l’assenza di personale. Piccoli passi avanti che non riusciranno a far sì che l’opera sia completata in tempo. I fondi, però, non si perderanno: occorrerà rimodularli. La viabilità di scorrimento Europa-Rotolo-Ulisse – l’opera immaginata in era Scapagnini per liberare il lungomare dal traffico automobilistico, attraverso la realizzazione di un bypass alle spalle (una strada di collegamento appunto tra piazza Europa e Ognina) – procede da tempo a due velocità: relativamente alla parte Rotolo-Ognina i lavori sono in fase più avanzata, nonostante abbiano subito grossi rallentamenti oggi, pare, finalmente superati. L’altra, la Europa-Rotolo, è ancora nella fase di progettazione.
Il punto della situazio di Salvatore Marra
A fare il punto dettagliato è Salvatore Marra, direttore dei Lavori pubblici del Comune di Catania e Rup del procedimento. Che torna a illustrare gli step mancanti al completamento dell’opera e le insidie che potrebbero ulteriormente rallentarla. Non prima di aver spiegato gli intoppi sui Lavori pubblici e le difficoltà di impegnare le spese senza l’approvazione dei bilanci e dei documenti contabili. “Per un anno e dieci mesi è stato così – dice -. Il Bilancio stabilmente riequilibrato è stato approvato a novembre del 2020; il 4 novembre 2021 è stato approvato il Bilancio 2020, il 28 dicembre 2021 quello 2021. Noi, in due mesi, siamo riusciti, ad fare approvare due bilanci e finalmente siamo ritornati alla normalità. Sto preparando la documentazione e le richieste per la ragioneria per quella che è la programmazione 2022 – insiste – cosa che per due anni non si è potuto fare”. Premesse a parte, Marra si sofferma sui passi avanti compiuti.
Rotolo-Ulisse
“L’impresa sta lavorando – assicura -. Attualmente, si stanno chiudendo i contratti con le ditte che dovranno fornire le travi di impalcato del viadotto; la società che fornisce gli isolatori sismici, fra una decina di giorni, manderà le piastre che vanno inserite all’interno delle travi e poi fissate agli isolatori”. Materiali che, “salvo intoppi come la guerra in Ucraina”, dovrebbero arrivare “entro novanta giorni”. Ma il conflitto, sottolinea Marra, potrebbe influire negativamente sia sui tempi che sui costi. Incertezza non da poco sulla quale poco si può fare: difficile, in questo caso, infatti, immaginare sanzioni da applicare, dal momento che i ritardi sarebbero per causa di forza maggiore.
“In casi come questi – dice Marra – non ci sono strumenti che possano garantire il committente. Il Rup ha il potere di sanzionare, l’amministrazione ha quello di rescindere il contratto: ma in questo caso specifico, in cui è innegabile che l’impresa si trovi in una condizione di causa di forze maggiori, cancellando il contratto otterremo il doppio svantaggio di non averne più uno, e quindi dover riavviare la procedura, e di rischiare di vederci riconoscere il danno provocato se effettivamente si dimostrassero le cause di forza maggiore”.
L’idea di aprire almeno una corsia entro l’estate, però, resta. Marra conferma la volontà di inaugurare una parte dell’opera, dalla Circonvallazione a via del Rotolo. “Ci stiamo lavorando”, conferma. Niente da fare, invece, per la demolizione del ponte sul porticciolo e conseguente “liberazione” del borgo marinaro, opera di cui non si parla più ma che, qualora ci fossero i finanziamenti, potrebbe diventare realtà: “Il progetto prevedeva la demolizione del ponte, la riqualificazione del Borgo, il ripristino della viabilità così come era prevista – spiega Marra. C’è uno studio di fattibilità: se ci fosse la possibilità di partecipare al bando noi già siamo pronti”.
Rotolo-Europa
In occasione dell’intervista di luglio 2021, Marra dichiarò al QdS che, nel mese di marzo, ci sarebbe stata la consegna della progettazione esecutiva da parte della ditta Rpa Srl – Engineering Group Srl, azienda di Perugia che si era aggiduicata la progettazione per un importo contrattuale di 257.871 euro. “Siamo in ritardo perché ci sono stati problemi, non tanto con le procedure espropriative, ma per quel che riguarda l’allineamento delle procedure catastali – afferma il Rup. In alcune aree, i progettisti si sono accorti di alcune variazioni catastali, a seguito di realizzazione di edifici, che non sono state regolarizzate. Hanno dovuto ricostruire la vicenda, per cui abbiamo perso un po’ di tempo”. Pare, però, che questo problema sia risolto, “tanto che hanno completato la parte relativa alle procedure espropriative”, conferma Marra che continua illustrando i prossimi passi. “Due sono le cose che dobbiamo fare prima di iniziare: definire le procedure espropriative, per poter inviare le comunicazioni di avvio del procedimento a tutte le ditte da espropriare, e l’esecuzione delle indagini geognostiche, nell’area in corrispondenza della galleria di Rfi su cui dovrà passare un viadotto”.
Una volte completate le indagini, si passerà alla redazione del progetto esecutivo. “Spero che, nell’arco del mese di marzo, si possa chiudere questa vicenda, in modo da poter partire con la progettazione esecutiva. La ditta ha 60 giorni per presentare il progetto”. Il ritardo, in questo caso, sarebbe addebitabile al Comune, ammette Marra. “Bisognava conoscere esattamente il tracciato e quindi dove espropriare – conferma. Ma siamo fortemente sotto organico, abbiamo gravi problemi di personale”.
Il problema dell’organico
L’assenza di personale, progettisti e tecnici, oltre che di dirigenti, pesa sul Comune, anche sui Lavori pubblici. “Ci mancano alcune figure professionali – prosegue Marra: avremmo bisogno di un geologo, ad esempio, di persone che hanno fatto corsi di coordinatore della sicurezza. L’anno prossimo si partirà con l’utilizzo di programmi di progettazione e noi stiamo avviando adesso le procedure per formare alcuni dipendenti per l’uso di questi, programmi”. Il problema non sarebbe l’assenza di competenze, secondo il dirigente, ma di mole di lavoro. “Chi fa il nostro mestiere – sottolinea – sa che per fare una direzione lavori bisogna andare in cantiere almeno due volte la settimana e stare lì mezza giornata. Se consideriamo che ci sono colleghi che hanno mediamente dieci o dodici incarichi, ci si può rendere conto che si rallenta per forza”. La situazione, con il Pnrr, è ulteriormente complicata. “Escono circa due bandi la settimana – dice Marra – e questo porta a impegnare risorse umane”.
Tempi difficili da rispettare
Difficile, in queste condizioni, riuscire a terminare l’opera entro dicembre 2023, come obbliga il Patto per Catania da cui derivano i 16 milioni di finanziamento. “Temo non riusciremo – ammette Marra -. Ci vorrà ancora un mese per completare le procedure e metterci in condizione di poter completare la progettazione. Contiamo di avere il progetto entro l’estate, a luglio presumibilmente ci sarà la conferenza dei servizi. Io sarò in pensione, ma l’obiettivo è quello di bandire la gara entro la fine dell’anno”. La procedura sarà secondo l’offerta più vantaggiosa, per cui si impiegherà altro tempo. Solo dopo si procederà con la stipula del contratto.
“Realisticamente – sostiene Marra – se ne parlerà nella primavera 2023 per l’avvio del cantiere. Sappiamo di non essere in linea coi tempi” dice, spiegando come si possa non perdere le risorse. Basterebbe spostare l’intervento su altra fonte di finanziamento e stabilire di usare il resto dei fondi per realizzare altro. “La decisione di spostare l’intervento su un’altra fonte di finanziamento è qualcosa che deve essere decisa ora – avverte -. I sedici milioni previsti da patto per Catania, in parte saranno usati per questo intervento, in parte saranno destinati ad altro, per non essere perduti. Manderemo all’agenzia per la coesione un’ipotesi con un’altra opera che potremo terminare entro la fine del programma”.
Tre i motivi per cui è impossibile rispettare i tempi
Tre le motivazioni, secondo il dirigente, secondo cui diventa quasi impossibile rispettare i tempi. “La complicazione delle procedure, in primo luogo – dice. Per reagire alla nomea di corrotti – afferma – si tirano fuori delle norme che complicano maledettamente le procedure. Questo significa richiedere maggior impegno lavorativo o maggior personale. Il secondo aspetto è proprio questo: il Comune di Catania non assume persone dal 1991 – aggiunge -. Il terzo aspetto è il rispetto delle tempistiche per l’erogazione delle risorse: Il 90% dei ritardi che noi come amministrazione locale portiamo nei pagamenti alle imprese e ai professionisti, non sono dovuti a ritardi nostri. Ma – conclude – alla mancanza di erogazione da parte dei soggetti finanziatori”.