Gelosia, violenza e sequestro della compagna a Catania - QdS

La gelosia morbosa, la violenza e infine il sequestro: l’incubo di una donna catanese

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La gelosia morbosa, la violenza e infine il sequestro: l’incubo di una donna catanese

Redazione  |
mercoledì 18 Gennaio 2023

L'uomo, catanese di 58 anni, è accusato di sequestro di persona e atti persecutori nei confronti della vittima di questa ennesima storia di violenza contro le donne.

La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito delle attività investigative a carico di un 58enne di Catania, indagato per i reati di sequestro di persona e atti persecutori nei confronti della compagna, ha richiesto e ottenuto nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari con dispositivo elettronico.

A emettere la sentenza, eseguita dai carabinieri di Catania della stazione di piazza Verga, è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale etneo.

Sequestro della compagna, violenza a Catania

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati specializzati in materia di reati di violenza di genere, seppur in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, hanno fatto luce sulle condotte dell’uomo. Il 58enne si sarebbe reso responsabile, nell’arco di due anni, di reiterate ingiurie, limitazioni della libertà personale, minacce, percosse e lesioni personali ai danni della compagna, una 50enne catanese.

La relazione sentimentale tra i due, iniziata nel settembre 2020 e proseguita con sporadici periodi di convivenza, si sarebbe caratterizzata sin dall’inizio dalla gelosia morbosa dell’uomo, che avrebbe rassicurato la donna di farsi carico di ogni sua esigenza e l’avrebbe convinta a lasciare il lavoro per collaborare alla sua attività commerciale.

Le limitazioni e le aggressioni

Il 58enne, in una escalation di predominanza e sopraffazione, avrebbe fatto “terra bruciata” intorno alla donna facendola allontanare dalle sue conoscenze, dalle amicizie su Facebook e da quelle che aveva allacciato, fino a quel momento, a lavoro. L’uomo, in particolare, quando ancora la 50enne lavorava autonomamente, avrebbe preteso di “scortarla” dai clienti da cui si recava. In più occasioni, poi, le avrebbe chiesto di documentare fotograficamente il luogo dove si trovava e l’attività che stava svolgendo.

Tali atteggiamenti ossessivi e limitativi della sua libertà sarebbero stati l’argomento principale delle liti tra i due che, nella maggior parte dei casi, si concludevano a discapito della donna con insulti, scatti d’ira, violenze, aggressioni fisiche e minacce di morte quali: “Ti schiaccio la testa come una masculina!”, “Ti faccio scappare da Catania”, spesso accompagnate dall’allusione a “conoscenze” negli ambienti malavitosi.

In due occasioni l’uomo avrebbe puntato un coltello alla gola della vittima e l’avrebbe costretta poi a inginocchiarsi e a chiedere perdono, mentre, in almeno una decina di episodi la 50enne sarebbe stata ostaggio dell’uomo, che avrebbe chiuso a chiave la porta del suo negozio, impedendole di uscire.

La fine della storia e le persecuzioni

Agli inizi del mese di novembre scorso, la 50enne avrebbe deciso di intraprendere una nuova attività lavorativa e di interrompere unilateralmente la relazione sentimentale. Tuttavia tali “iniziative” non sarebbero state di gradimento dell’uomo il quale avrebbe preteso di parlare con la 50enne, avvicinata minacciosamente e trattenuta per le braccia in presenza anche di sua sorella, insultata nell’occasione dal 50enne.

I due si sarebbero incontrati, alla fine del mese di dicembre scorso, per la reciproca restituzione di alcuni effetti personali su richiesta del 58enne il quale, nella circostanza, l’avrebbe prima accusata di intrattenere un’altra relazione e poi sarebbe piombato improvvisamente all’uscita del suo nuovo posto di lavoro dove l’avrebbe aggredita nuovamente sferrandole due forti schiaffi al volto.

Quest’ultimo episodio avrebbe piegato ogni resistenza psicologica della donna, che in passato non aveva mai denunciato il 58enne, determinandola a raccontare numerosi gravi episodi di violenza, dettagliatamente riscontrati dai carabinieri della stazione di Piazza Verga.

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