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Catania, servizio idrico: i nodi del passaggio al gestore unico

redazione

Catania, servizio idrico: i nodi del passaggio al gestore unico

Simone Olivelli  |
venerdì 12 Luglio 2024

Resta alta la tensione tra Sie e l’Assemblea territoriale: slittata la firma della convenzione, il soggetto subentrante ha inviato una missiva indicando le condizioni di acquisizione di impianti e personale. Tra i punti critici la gestione dei fondi

Fosse un matrimonio, l’idea di dover arrivare e addirittura superare il traguardo delle nozze d’argento inevitabilmente trasmetterebbe una certa ansia. Non tanto per la necessità di mantenere il rapporto per oltre 25 anni – 29 per l’esattezza – quanto per come la convivenza è partita. Nonostante le reciproche dichiarazioni di fiducia e interesse a collaborare, tra Sie e l’Assemblea territoriale idrica di Catania la tensione permane.

I nodi riguardano le modalità con cui la prima – società a capitale pubblico-privato – dovrà concretamente calarsi nel ruolo di gestore unico del servizio nell’intera provincia. La convenzione, approvata dall’Ati solo dopo l’intervento di un commissario inviato dalla Regione che si è sostituito ai sindaci, peraltro non è stata ancora firmata. Un passaggio non secondario che, stando a quanto appreso dal Quotidiano di Sicilia, era previsto per i giorni scorsi, salvo poi essere slittato – per la necessità di effettuare approfondimenti – in seguito al coinvolgimento nell’inchiesta antimafia Vasi Comunicanti di alcuni dipendenti di Sielte, impresa che ha una piccola quota all’interno di Hydro Catania, il socio privato di Sie.

Tra Sie e Ati le questioni da dirimere continuano a essere tante

Indagini penali a parte, tra Sie e Ati le questioni da dirimere continuano a essere tante. La prima riguarda i ritmi e le modalità con cui la società, che ha in Sergio Cassar il proprio amministratore delegato, rileverà le gestioni che negli ultimi vent’anni hanno interessato la cinquantina di comuni – tutti fuorché una parte del Calatino – in cui Sie non ha operato. In concreto si tratta di situazioni diverse: ce ne sono alcuni in cui il servizio idrico è stato gestito dagli stessi uffici comunali, altri in cui hanno operato società partecipate e infine quelli in cui a occuparsi di portare l’acqua nelle abitazioni sono stati piccoli gestori privati.

Stando ai contenuti di una missiva inviata a inizio mese da Sie all’Ati, il cronoprogramma dovrebbe prevedere l’acquisizione in prima battuta dei comuni che hanno avuto il diretto controllo delle erogazioni. “Per l’acquisizione delle gestioni in economia – si legge nel documento visionato dal Qds – si ritiene di operare con un’azione contestuale, per territori omogenei e con un criterio di ottimizzazione geografica”.

In termini concreti, l’idea è quella di partire dai centri del Calatino dove Sie già opera, per poi passare ad altre due aree geografiche denominate polo B e polo C. Della prima fanno parte i centri di Santa Venerina, Piedimonte, Linguaglossa, Zafferana Etnea, Calatabiano, Aci Catena, Castiglione di Sicilia, Milo, Fiumefreddo di Sicilia, Sant’Alfio, Mascali, Riposto e Giarre. Della seconda, Randazzo, Bronte, Maletto, Maniace, Motta Sant’Anastasia, Biancavilla e Misterbianco.

“Sie nei primi 45 giorni dalla stipula del contratto – continua la lettera – organizzerà un’apposita task force e allestirà una prima sede per accogliere i nuovi lavoratori, assunti definitivamente o in distacco”. L’obiettivo dichiarato è quello di concludere entro un anno le gestioni in economia.

L’acquisizione totale nei dodici mesi è espressamente condizionata – avverte Cassar – alla concreta collaborazione dell’Ati e di ogni singolo Comune ad adempiere all’obbligo di consegnare le gestioni e gli impianti, previa preparazione e messa a disposizione di tutta la documentazione necessaria attestante la situazione in essere degli impianti e del personale”.

Per quanto riguarda il personale, per il quale la convenzione garantisce l’assorbimento dei contratti fino a dicembre 2021, “il trasferimento dovrà essere preceduto da una fase di ricognizione delle caratteristiche, dei livelli contrattuali, delle capacità professionali, dell’età del personale in modo che il gestore ne possa predisporre uno schema organizzativo”. A dover essere discussi saranno anche i mutui attualmente in essere per i singoli gestori uscenti. “Il trasferimento richiede un’accurata fase ricognitiva, da svolgersi in contraddittorio tra Comune, Ati e gestore”, si legge nel documento.

Per ciò che concerne le acquisizioni delle gestioni in mano ad aziende, Sie “comincerà già ai dieci mesi dalla stipula del contratto a preparare quanto necessario perché entro il tredicesimo mese si cominci e si prosegua alle relative consegne”. In questo caso gli accordi prevedono che il gestore unico corrisponda agli uscenti una somma pari al valore del subentro “previa definizione da parte dell’Ati con indicazione della relativa copertura economica in ossequio all’obbligo di garantire l’equilibrio economico finanziario della gestione”.

L’argomento più delicato è senz’altro quello che tira in ballo il Pnrr

Ma l’argomento più delicato è senz’altro quello che tira in ballo il Pnrr e, nello specifico, i progetti che hanno ricevuto un finanziamento su istanze presentate dai gestori uscenti. Questi ultimi hanno fatto sapere di ambire a gestirli direttamente, Sie, invece, la pensa in maniera opposta. Una tesi che, a detta della società guidata da Cassar, trova forza nella legge: “Risulta evidente che l’unica possibilità per evitare che si perdano i fondi è trovare una soluzione in cui Sie venga riconosciuta come soggetto attuatore, in quanto l’unica a possedere il requisito richiesto per l’ammissione, non esistendo nell’ambito della Provincia di Catania altri soggetti conformi alla normativa”. Da parte di Sie, inoltre, non ci sarebbero problemi neanche in merito al fatto che i bandi prevedevano che ogni soggetto gestore potesse presentare una sola proposta progettuale: “Le varie proposte – sostiene la società – possono sommarsi ed essere considerate come un unico progetto presentato per tutto l’ambito dal gestore unico”.

La sensazione, però, è che soprattutto per questo tema la trattativa potrebbe rivelarsi più ostica del previsto. Forse anche per questo Sie ha tenuto a specificare di non avere “alcuna responsabilità in merito alla presentazione di domande di Pnrr con soggetti privi del titolo di gestore unico d’ambito o non salvaguardati ai sensi del Codice dell’ambiente, come tali a rischio di non ammissione o revocazione, piuttosto Sie – si legge nella conclusione della lettera – ribadisce la sua disponibilità a collaborare per risolvere una situazione che non ha minimamente contribuito a determinare ma ha invece subito”.

Ma è rivolta da alcuni sindaci calatini e pedemontani

CATANIA – “Emerge con evidenza un vizio di fondo frutto del disconoscimento di fatto della natura mista del gestore unico, della maggioranza azionaria in capo ai soci pubblici e del ruolo a questi attribuito”. Sono le parole con cui un drappello di sindaci della provincia di Catania hanno deciso di replicare alla lettera inviata dall’amministratore unico di Sie, Sergio Cassar, all’Assemblea territoriale idrica per presentare le condizioni di acquisizione degli impianti, del personale e non ultimo i fondi ottenuti dai gestori uscenti.

A firmare la missiva sono stati i primi cittadini di Piedimonte Etneo, Aci Sant’Antonio, Caltagirone, Linguaglossa, Milo, Mirabella Imbaccari, Militello in Val di Catania, Ramacca, Santa Venerina e Zafferana Etnea. Di fatto si tratta di sindaci legati a doppio filo al centrosinistra, un dato non secondario e che prova come attorno alla gestione trentennale del servizio idrico nella provincia etnea – una convenzione che comprende un miliardo di euro abbondante di lavori pubblici – le posizioni assunte siano inevitabilmente legate anche a dinamiche politiche.

Già nei mesi passati una parte dei sindaci che siedono nell’Ati, in quel caso rappresentativi di forze del centrodestra, aveva portato avanti una serie di istanze che puntavano a rivedere i contenuti della convenzione frutto della gara d’appalto indetta a metà anni Duemila e poi rimasta impigliata in quasi vent’anni di ricorsi alla giustizia amministrativa. In quella circostanza i rilievi avevano portato a una momentanea riapertura della trattativa tra Ati e Sie, risoltasi poi a favore della seconda con l’intervento della Regione che ha commissariato l’Assemblea.

Stavolta, invece, le lamentele riguardano le modalità con cui Sie si sta muovendo nell’ottica di prendere in mano gli impianti della provincia e tutto ciò che ruota attorno al subentro nelle gestioni uscenti. Modalità che Cassar ha spiegato in una lettera inviata il 2 luglio all’Ati. “Nella nota si parla di un cronoprogramma per il passaggio degli impianti, predisposto senza tenere in alcuna considerazione la necessità di relazionarsi con i Comuni soci interessati, di modello organizzativo, di assunzione del personale, di rapporti tra Sie e Hydro Catania, di acquisizione delle gestioni aziendali, frutto di un’attività dalla quale i soci Pubblici sono stati finora esclusi, nonostante le chiare previsioni statutarie al riguardo”.

Il riferimento è alla natura di società mista pubblico-privata che ha Sie: al 51 per cento di proprietà della Città metropolitana di Catania e dei Comuni che ne fanno parte e al 49 per cento in mano a Hydro Catania, società controllato da un gruppo di privati in cui spiccano le famiglie Cassar, Virlinzi e Zappalà ma le cui quote sono possedute anche da alcune società partecipate dagli stessi Comuni: è il caso di Acoset, Sidra e Ama.

“Oggi nessuna notizia si ha del bilancio relativo all’esercizio 2023, con tutte le ovvie conseguenze in ordine anche al rinnovo delle cariche sociali, consiglio di Gestione e Consiglio di sorveglianza, che – incalzano i primi cittadini – continuano a mantenere una complice inerzia, che impedisce ai Comuni di partecipare attivamente, all’interno della compagine sociale di Sie, ad una fase decisiva come quella che si sta attraversando”.

Nella lettera si fa riferimento anche le vicende giudiziarie che hanno tirato in ballo Sielte, socio di minoranza di Hydro Catania, il soggetto privato che possiede il 49 per cento delle quote di Sie.

“Destano preoccupazione, inoltre, le notizie di stampa. Certamente meritano di essere discusse, al fine di garantire piena legittimità e trasparenza all’attività societaria”, si legge nella lettera. Per questo i sindaci invitano Sie “ a convocare immediatamente una riunione con i Comuni soci, al fine di compiere ogni utile valutazione all’avvio della gestione unica per l’Ambito di Catania” e al contempo a “indicare le ragioni della mancata predisposizione dello schema di bilancio relativo all’esercizio 2023” e “relazionare sullo stato di tale attività e programmare con la necessaria tempestività la convocazione dell’Assemblea dei soci, per l’adozione – concludono i primi cittadini – di tutti i consequenziali atti di sua competenza”.

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