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Catania, il sindaco Trantino al giro di boa: “Scelte per la comunità, non per i singoli”

Catania, il sindaco Trantino al giro di boa: “Scelte per la comunità, non per i singoli”

Forum con il sindaco di Catania, Enrico Trantino

Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del direttore Carlo Alberto Tregua, e della direttrice del QdS.it, Raffaella Tregua, il sindaco di Catania, Enrico Trantino. In primo piano l’attività dell’Amministrazione quando il mandato è già arrivato quasi alla metà del percorso.

Un compito non facile, fare il sindaco di Catania. Una condizione di cui era a conoscenza ma che non le ha impedito la candidatura per spirito di servizio: come procede?
“Non voglio atteggiarmi, ma sto provando ad amministrare questa città per il suo bene. Hanno vinto tanti Oscar quelle saghe in cui si narra la vittoria del bene sul male. Io sto provando a dimostrare che in questa città si può amministrare nell’interesse della comunità e non dei singoli come è stato fatto fino a ora. Una cosa così banale… ma vedo che sempre più persone stanno adottando questo modo di intendere la politica perché siamo arrivati al punto di non ritorno. Un Comune necessita di un buon amministratore, secondo la formula del buon padre di famiglia”.

“Obiettivi del Comune ancora non performanti”

I due cardini di un Comune sono senza dubbio l’organizzazione interna, quindi il personale a disposizione, e il bilancio, cioè le somme su cui si può contare per erogare i servizi. Partiamo dalla prima. Chi fissa gli obiettivi?
“Ogni direzione ha il piano degli obiettivi che per me non è soddisfacente perché non è performante. Non è sfidante. Devo dire che, fino ad ora, abbiamo tollerato la situazione anche perché, in primo luogo, sta iniziando a pesare la mancanza del Direttore generale, di cui presto bandirò il concorso. In secondo luogo c’è da dire che i direttori erano, e sono, troppo caricati di responsabilità e impegni. Quindi si è cercato di essere un po’ più accomodanti rispetto alle loro esigenze”.

Certo, serve buon senso. Ma il Comune ha anche delle scadenze da rispettare…
“Prima non esistevano nemmeno gli obiettivi interdirezionali. Nel momento in cui dico che dobbiamo aumentare le entrate, perché non voglio più presentarmi a Roma e chiedere aiuto, è chiaro che stiamo dovendo rimodulare gli obiettivi in modo che ciascuna direzione sappia che deve realizzare i propri scopi. Allora devono aumentare gli oneri di urbanizzazione, deve aumentare la quota di riscossione della Tari… insomma, tutto quel che fino ad ora è stato gestito con un ‘se vuoi pagare, paga’ è diventato un imperativo categorico: ‘Paga’”.

A proposito di “recupero crediti”, il Comune non aveva affidato il servizio?
“Sì, a Municipia. Purtroppo non ci sta dando i risultati promessi e per questo li convocherò. Sulla Tari l’evasione è rilevante, va oltre il 40 per cento”.

Sulla digitalizzazione a che punto siete?
“Stiamo facendo passi da gigante. Abbiamo trenta cantieri aperti e altri sessanta ne stiamo aprendo”.

“Il Comune è passato da 154 dirigenti a 18”

Quanti sono i dirigenti? Sono sufficienti rispetto al fabbisogno dell’Ente?
“Le cose da fare sono troppe per il personale che abbiamo. In organico ci sono 18 dirigenti quando nel 2018 erano 154. È chiaro che se siamo andati in dissesto è anche per le spese eccessive che si pagavano un tempo, quindi magari non ce ne vorranno 154, ma qualcuno in più rispetto a 18 sicuramente ci vuole”.

Stessa cosa per i dipendenti?
“Dovete pensare che sono passati da 8.000 ad appena 1.100. I vigili urbani, quando siamo arrivati, erano 220. Ne abbiamo assunti 80 e ne stanno entrando in servizio altri 120. Finalmente ci sono vigili giovani, ho chiesto che stiano più in strada e meno nelle auto”.

Quanto sarebbe il fabbisogno del Comune di Catania in termini di personale, 1.500 persone?
“Anche di meno. Si tratta di una diversa distribuzione e qualifica. Faccio l’esempio con Bari che è una città omogenea a Catania: loro hanno 1.200 unità di personale a fronte dei nostri 1.100, ma hanno tantissime categorie C e D. Pertanto, si tratta di persone che ricoprono ruoli di maggiore responsabilità. Noi abbiamo una serie di lavoratori che invece non potrebbero assolvere a queste funzioni. Faremo altri concorsi, ma non posso anticipare nulla perché voglio confrontarmi con la Giunta per capire quali sono le priorità”.

“Abbiamo ereditato un contenzioso asfissiante. Sbloccare parte dei crediti di dubbia esigibilità”

Tornando agli assi portanti di un’amministrazione, oltre quello organizzativo, c’è il lato finanziario della gestione di un Comune. Com’è la situazione dei conti?
“Abbiamo avuto difficoltà a chiudere il Rendiconto per la gestione 2024 perché a luglio l’Organismo straordinario di liquidazione ha terminato il lavoro e noi abbiamo dovuto cominciare a riallineare alcune voci. È stata una difficoltà fisiologica”.

Quanto pesa la fine del dissesto e il lascito dell’Organismo straordinario di liquidazione?
“Il problema principale deriva dal fatto che, ancora oggi, dobbiamo chiudere troppe partite determinate da un contenzioso asfissiante del passato e gestito anche malissimo. Abbiamo perso cause per 7 o 10 milioni a causa di errori grossolani del Comune. Peraltro, sul fronte dell’attività dell’Osl, va ricordato che non tutti hanno accettato la transazione. Abbiamo poi il grosso equivoco di Banca Sistema che pesa, a oggi, 110 milioni di euro perché è una società che acquistò tutti i crediti delle partecipate del Comune, senza gara ma con affidamento diretto dato dalle singole partecipate per volere dell’allora amministrazione Bianco, che ha provocato una serie di guasti interminabili e ancora ci stiamo leccando le ferite e non sappiamo quando ce ne usciremo da questa situazione”.

Come pensate di fare allora?
“Fino a qualche giorno fa, mi sono interfacciato con il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, perché ci devono aiutare a risolvere questa cosa. Non serve un nuovo ‘Salva Catania’ perché Banca Sistema ha fatto ricorso alla Corte europea dei Diritti dell’uomo che ha riconosciuto l’obbligo per lo Stato italiano di corrispondere per questo debito, salvo poi rivalersi sul Comune di Catania. Che poi è quello che chiediamo noi”.

In ogni caso, le mancate entrate dalla riscossione aggravano la situazione…
“Sì, ma anche perché non sono adeguati i trasferimenti statali. Quando parlo delle spese correnti, della manutenzione del verde o delle strade, non pensate che le criticità riguardino solo Catania: anche Milano, per esempio, fa i conti con queste difficoltà. Altre città hanno gli stessi problemi perché, nel momento in cui io faccio una contravvenzione a Tizio e Tizio non paga, non è solo la mancata riscossione: io devo prendere la somma equivalente dal bilancio di cui dispongo e accantonarlo come Fondo crediti di dubbia esigibilità. Oggi, mi pare che questo fondo su Catania pesi circa 230 milioni di euro. Basterebbe che ci consentissero, come chiedono tutti i Comuni, come chiede l’Anci, di sbloccare anche il dieci per cento di questa somma. A quel punto, disporremmo di un buon plafond per andare avanti”.

Venderete anche degli immobili per provare a risanare le finanze comunali?
“Nel piano di dismissione ci sono immobili che sono già in vendita – mi viene in mente, ad esempio, l’ex avvocatura in piazza Verga -. Alcune cose le stiamo vendendo, ma speriamo di essere più performanti con l’attività di riscossione”.

A proposito di contravvenzioni, lo avete attivato il sistema di notifica tramite Posta elettronica certificata? Ci risulta che a Palermo lo abbiano fatto.
“Non è possibile ancora, ma stiamo provvedendo. Stiamo immaginando di fare un bando per affidare all’esterno la riscossione delle contravvenzioni. Non tutti hanno la Pec e ricordiamo che la multa può essere inviata con questa modalità solo a chi si è iscritto al domicilio digitale. Certamente, questo accelererebbe le riscossioni”.

Catania, il sindaco Trantino al giro di boa: “Scelte per la comunità, non per i singoli”

“Parcheggiatori abusivi, condotta diventi reato”

Recentemente, si è verificato un nuovo incidente mortale lungo la circonvallazione, arteria su cui voi siete già intervenuti con alcuni accorgimenti. Cosa può essere ancora fatto per provare a impedire questa mattanza?
“La situazione è più ordinata sia per la presenza degli autovelox sia per quella dei semafori pedonalizzati con T-Exspeed. La gente rispetta i limiti di velocità: purtroppo ci sono ancora incidenti mortali, tanto è vero che la settimana scorsa abbiamo risposto a un bando della Regione per acquisire telecamere per un valore corrispondente di 150 mila euro e abbiamo deciso di metterle tutte lungo la circonvallazione. Il problema è semplice: non è solo il flusso veicolare, che incide e sul quale occorre intervenire perché girando con lo scooter mi accorgo spesso che in auto c’è solo una persona. Bisogna cambiare mentalità e rendere più efficienti i mezzi pubblici. Di cui siamo pieni, solo che non abbiamo autisti: stiamo facendo i concorsi. Certo c’è anche un problema di educazione stradale: si pensi alla tentazione di prendere il telefono mentre si guida.. tanto ‘è un secondo’… ma è quel secondo che può fare la differenza tra la vita e la morte”.

Per quanto riguarda la sicurezza, molti cittadini chiedono di alzare la guardia dopo gli episodi di violenza che si sono verificati in città. Come pensate di agire per quanto, ovviamente, è di vostra competenza, per esempio sulla piaga dei posteggiatori abusivi?
“Su questo tema specifico, l’unica cosa che possiamo fare, così come ho fatto fin dall’inizio, è chiedere alcune riforme normative al Governo, perché con la condizione attuale, nel momento in cui viene intercettato un parcheggiatore irregolare, l’unico intervento che si può compiere è allontanarlo da quel luogo ed, eventualmente, sequestrargli il denaro contante che ha in tasca. È chiaro che questo non è dissuasivo. Allora ho chiesto che si faccia una riforma per trasformare l’illecito amministrativo di parcheggio abusivo, previsto dal codice della strada, in un reato previsto dal codice penale che, a quel punto, ci consente di essere più reattivi. È allo studio del Governo. Un’altra misura che ho chiesto di introdurre, valevole in questo caso solo per i cittadini italiani, riguarda la possibilità di sospendere, se non revocare, l’assegno di inclusione a chi ne risultasse percettore”.

“Sul Pudm siamo in ritardo Plaia green? Non è semplice”

Passiamo alla Plaia e al Piano di utilizzo del demanio marittimo. Catania ne è ancora sprovvista. A che punto siete?
“È quello su cui siamo più in ritardo perché corriamo su tutto e non siamo riusciti a metterci mano. Durante la passata amministrazione, quando ero assessore all’Urbanistica, eravamo arrivati a buon punto. Poi, con la Direttiva Bolkestein e tante altre cose, tutto saltò in aria: mi devo fermare un attimo per prestarci attenzione. È una bella rogna perché ci sono da un lato gli interessi degli imprenditori che hanno investito anche soldi importanti e pertanto ritengono di avere maturato un diritto. E, dall’altro, c’è lo Stato che dice una cosa diversa. Occorre trovare un punto di equilibrio non facile”.

Nell’elaborare il Pudm, c’è la possibilità di ripensare la Plaia con criteri più sostenibili, come chiede la società civile?
“È il nostro obiettivo, ma c’è un problema oggettivo: guardando il viale Kennedy, le aree sulla destra sono praticamente tutte private e non possiamo disporne quindi come aree di sosta. Pertanto come facciamo? Il mio sogno è liberare viale Kennedy dalle auto, anche riqualificarlo come nel primo tratto, ma resta il problema delle aree di sosta che non è facile da risolvere”.

“Nodo Catania in stand-by, servono 1,2 miliardi”

Quella del “fronte mare” è probabilmente la scommessa più ambiziosa della sua amministrazione. Mentre l’Autorità portuale si accinge a demolire i silos, resta ancora nella rubrica dei sogni il grande progetto della liberazione del lungomare catanese dalla “cintura di ferro”, su cui peraltro si è innestato un acceso dibattito intorno al futuro degli archi della marina.
“Gli archi rientrano nel possibile interramento dei binari, il cosiddetto Nodo Catania. Significa che i binari del treno andrebbero in galleria dalla zona di fronte la Cittadella giudiziaria fino ad Acquicella. In questo modo, libereremo il fronte mare da quei binari, tranne per la porzione che va dalla Cittadella giudiziaria a piazza Europa perché lì c’è un problema di quote e andrebbero in trincea. Al momento l’opera è in stand-by. Su questo argomento, ho chiesto un incontro al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini perché noi stiamo destinando tutte le risorse al Ponte sullo Stretto – e mi sta bene -, ma laddove però ci sono esigenze, come in questo caso, occorrono i finanziamenti e ci vorrebbe circa un miliardo e 200 milioni di euro”.

Veniamo al nodo di Ognina. Tutto sembra procedere come previsto, con la realizzazione della bretella di collegamento con via del Rotolo e con il progetto per abbattere il cavalcavia e restituire il borgo marinaro alla città. A che punto siamo?
“Tutto sta andando alla grande. Purtroppo, come ormai risaputo, c’è stato un ricorso da parte del Circolo canottieri Jonica contro l’abbattimento del ponte. Strano perché gli stessi hanno fatto ricorso al Tar contro l’ampliamento della concessione a La Tortuga anche perché c’era in essere il progetto di rigenerazione del Comune e ora si oppongono a questa straordinaria opera…”.

Per quanto riguarda l’ampliamento della concessione, ci sono ancora margini per evitarlo?
“All’epoca della conferenza dei servizi alla quale il Comune non si presentò, c’era il commissario straordinario. Siamo, però, di fronte a un falso problema perché l’esigenza di intervenire giunse subito dopo quella conferenza. Io mi sono insediato cinque giorni dopo e chiesi se avevamo comunicato che sull’area era già stato programmato un progetto di rigenerazione. Purtroppo, non era stato fatto. A quel punto, abbiamo presentato una nota alla Regione con la quale dicevamo che, secondo noi, esiste un prevalente interesse pubblico. L’amministrazione regionale è stata un po’ timida per paura di un possibile contenzioso. Per quest’anno è andata, dopodiché vedremo nel corso del tempo. Se l’ultima ratio dovesse essere quella di proporre alla Regione di acquisire noi l’area, valuteremo se farlo. Io preferirei di no: sono per dismettere piuttosto che per acquisire”.

“Su Corso dei Martiri sto sollecitando i privati, idea area congressi da 5 mila posti”

Sul fronte delle opere pubbliche sono diversi i cantieri già aperti, da piazza Turi Ferro al parco che sorgerà in continuità con piazza Grenoble. Resta, però, ancora sullo sfondo la ferita più grande della città: Corso dei Martiri.
“Una questione più che annosa. C’è un continuo confronto con i nuovi investitori che hanno acquisito le aree. In particolare, li ho sollecitati per la presentazione di un piano industriale, anche per capire quali siano le loro intenzioni. Nelle interlocuzioni che ci sono state, ho chiesto che non mi presentassero aree commerciali, perché non siamo in grado di soddisfarle. Allora hanno immaginato, sulla base di una nostra precisa richiesta e spero che la portino avanti, un’area eventi fino a 5 mila posti, in modo da legarlo alle Ciminiere e fare diventare Catania una città congressuale. Non esiste in tutto il Sud un centro in grado di ospitare tutte queste persone. E poi, due, tre alberghi di corredo e piccoli negozietti che possono anche diventare monomarca se gli hotel saranno a cinque stelle. è proprio quest’ultima la tipologia di cui abbiamo maggiore bisogno perché sebbene abbiamo tantissimo turismo, non è alto spendente. Stiamo aspettando che definiscano tutti questi passaggi per poi presentarci la lista della spesa”.

Dunque quell’idea, che aveva lanciato proprio lei, di espropriare le aree attingendo a fondi regionali, non è più percorribile?
“Non si può fare perché ci costringerebbero a pagare una cifra sconsiderata. Abbiamo fatto un timido passaggio con il Ministero per comprarci due aree che appartengono a Risanamento San berillo, ma è un’idea che non sto portando avanti perché ho capito che creerebbe un conflitto con l’altro gruppo e difficoltà nella gestione. Il nostro interesse è che si faccia”.

Nel frattempo andate avanti con la riqualificazione di piazza della Repubblica. È previsto anche il parcheggio multipiano?
“No, perché questo rientra nel progetto di Corso dei Martiri. Stiamo rifacendo Corso Sicilia e parte di Piazza della Repubblica con il parco verde, ma queste ferite resteranno fino a quando non si sblocca il Corso dei Martiri”.

“Prg, servono più risorse umane. Brt 2? Folle lì non fare la metro”

Restando sul tema dell’Urbanistica, a che punto è il Piano regolatore? Quello attualmente in vigore risale al 1964.
“Abbiamo fatto tutti i confronti preliminari, adesso dobbiamo cominciare a lavorarci su. Dobbiamo però rinforzare la struttura perché ci vuole un numero maggiore di unità. Stiamo assumendo altri tecnici ma il problema è che riusciamo a condurre a stento l’attività ordinaria perché ricordo che è dal 1990 che non si fa turnover. Ora, finalmente, abbiamo fatto i concorsi e abbiamo assunto un po’ di persone ma sono sempre risorse esigue rispetto al fabbisogno”.

Un’ultima domanda sulla Mobilità e, in particolare, sul Brt 2 dei Viali, da viale Mario Rapisardi a piazza Europa (o Stesicoro, nel caso si opti per il progetto “depotenziato”). È stato annunciato ma ancora non realizzato. Si farà?
“Premetto che io ritengo che sia stato folle in passato non immaginare quella come la linea privilegiata della metropolitana. Nella condizione in cui ci troviamo adesso, per quanto sia noto che io non mi faccio intimorire dalle novità, mi rendo conto che lì abbiamo una condizione particolare, tanti esercizi di prossimità che vivono attraverso la condizione che abbiamo oggi e che potrebbero pertanto avere grossi problemi, soprattutto da via Sabato Martelli Castali a scendere”.

“Tensioni? No, c’è una normale dialettica”

La Giunta comunale lavora in armonia o risente di alcune tensioni politiche interne ai partiti della maggioranza che la sostiene?
“Siamo assolutamente coesi. Nei prossimi giorni ci sarà qualche novità: non dimentichiamo che devo ancora nominare il successore dell’ex assessore, Alessandro Porto, e quindi a quel punto ci sarà un piccolo ritocco nella squadra di governo”.

E il rapporto con il Consiglio comunale?
“È un rapporto come c’è sempre stato. C’è una dialettica accesa, ma è giusto che sia così. Devo dire, comunque, che quando c’è da essere responsabili, tutti adempiono alla loro funzione. È normale che ci possano essere dei punti di vista differenti, questo è il sale della democrazia”.