Sospensione Pogliese, dal centrodestra l'appello a non dimettersi

Sospensione Pogliese, dal centrodestra l’appello a non dimettersi

Sospensione Pogliese, dal centrodestra l’appello a non dimettersi

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martedì 25 Gennaio 2022

Dal presidente Musumeci a Forza Italia, da FdI a Nessuno tocchi Caino: in tanti chiedono a Pogliese di resistere e non lasciare Catania.

Una sospensione che cade come una tegola. Per quanto attesa, la comunicazione della prefettura a conferma del provvedimento preso dall’ex prefetto Claudio Sammartino sulla scorta di quanto prescritto dalla Legge Severino, non lascia certo indifferenti i sodali del sindaco Pogliese così come gli alleati del centrodestra. Che, a differenza degli oppositori, chiedono al primo cittadino di Catania di restare. Per quanto sospeso.

Il presidente della Regione

E’ quanto chiede al sindaco il presidente della Regione, Nello Musumeci. «Al sindaco Salvo Pogliese desidero esprimere la mia vicinanza e l’invito a proseguire nell’azione di difesa del diritto dei cittadini ad essere governati da chi hanno scelto – afferma. È noto che in Parlamento, su iniziativa del Pd, esiste un disegno di legge finalizzato a superare le iniquità della legge Severino. Auspico che possa essere presto esaminato, anche prima del quesito referendario che sarà votato in primavera. Conosco Salvo da quando era ragazzo e ne ho sempre apprezzato le doti umane e politiche. È una persona forte e lo dimostrerà anche in questo caso».

Forza Italia

Anche gli azzurri chiedono a Pogliese di resistere. Ed evitare il commissariamento, che scatterebbe in caso di dimissioni. «La sospensione del sindaco Pogliese giunge in un momento socio-politico particolarmente difficile per Catania, ma anche per la Sicilia e l’Italia intera. Esprimiamo sentita e rinnovata vicinanza all’uomo prima ancora che al politico, alle prese con un garbuglio giuridico che scaturisce dalle contraddizioni della “Severino” – affermano il commissario provinciale di Forza Italia Marco Falcone, l’assessore al Comune di Catania Michele Cristaldi, il consigliere etneo Giovanni Petralia e il vicecoordinatore cittadino degli azzurri Antonio Villardita.. Una legge inefficiente e antidemocratica, contraria ai principi basilari dello Stato di diritto. Di fronte a tutto ciò, Forza Italia chiede tuttavia al sindaco Pogliese di mettere l’interesse di Catania e dei catanesi al primo posto, come sempre fatto in questi anni. Di difenderli, con il consueto slancio di persona generosa e perbene che apprezziamo da sempre. Occorre scongiurare il tunnel del commissariamento della decima città d’Italia, nonché la bagarre di una campagna elettorale in piena emergenza pandemica e con stringenti scadenze amministrative all’orizzonte come il Pnrr. All’amministrazione della città, ai partiti e a tutte le forze sociali, adesso, è richiesto invece un ulteriore sforzo di responsabilità – proseguono i dirigenti di Forza Italia Catania – per mettere in sicurezza il risanamento del Comune e le basi per la ripresa che il centrodestra di governo ha saputo porre in questi anni. Forza Italia resta al fianco del sindaco Pogliese e dell’amministrazione, per andare avanti a garanzia di famiglie, imprese e servizi. Si rassegnino il Pd e le sinistre – concludono i forzisti – e si accontentino delle loro misere speculazioni politiche di queste ore: prima di parlare, guardassero in casa loro».

I Fratelli d’Italia

Solidarietà dai colleghi di partito. “Non posso che esprimere un sentimento di grande amarezza per la notizia della nuova sospensione del Sindaco Pogliese, il quale oltre ad essere Capo dell’Amministrazione della decima città d’Italia e coordinatore regionale del primo partito italiano, è in primo luogo una persona per bene, che con onestà e sacrificio ha dedicato la sua vita alla Sicilia e soprattutto a Catania – afferma Alberto Cardillo, Coordinatore Provinciale Fratelli d’Italia. Ricordiamoci che avrebbe potuto godere dell’immunità da parlamentare europeo ed invece nel 2018 scelse di scendere in campo per amministrare la Sua Catania. E fu premiato dai catanesi. Vedremo cosa accadrà con le proposte di modifica della scellerata legge Severino e con il referendum sul tema che sarà celebrato in primavera. L’auspicio è che il Sindaco possa presto tornare nel posto in cui i cittadini hanno voluto che fosse. A Salvo la vicinanza e l’ovvio sostegno mio e di tutta la comunità catanese di Fratelli d’Italia”.

Nessuno tocchi Caino

“A Catania, in Sicilia, si realizza l’ennesimo sacrificio per lo stato di diritto. Il sindaco, Salvo Pogliese, viene sospeso dalle sue funzioni per effetto della “Severino”: una legge che fa a pezzi ex ante il principio di presunzione di innocenza”. Lo afferma ‘Nessuno tocchi Caino’ sulla “ripresa dell’efficacia”, notificata ieri dalla Prefettura, della sospensione dell’incarico del primo cittadino in applicazione della legge Severino. “Un amministratore, sulla base di una sentenza non ancora passata in giudicato – si legge in un comunicato firmato da Antonio Coniglio e Sabrina Renna, componenti del consiglio direttivo di Nessuno tocchi Caino – deve lasciare l’incarico che gli hanno consegnato migliaia di elettori, nella ipocrisia di tenere peraltro in piedi la giunta che ha nominato e che a lui è legata da un rapporto fiduciario”. Per l’associazione la Severino “è una cattiva legge per l’abrogazione della quale, in sede referendaria, i cittadini saranno chiamati alle urne in primavera”. “A Catania, succede però una cosa ancora più singolare – sottolinea Nessuno tocchi Caino – è la Prefettura, evidentemente legittimata dai pareri legali nella scelta, a invadere il terreno che fisiologicamente sarebbe proprio della giurisdizione. Un procedimento di natura giurisdizionale non viene dunque concluso da un giudice, lo stesso che si era rivolto alla Corte Costituzionale, ma da un intendente del governo. Un cerchio di natura giurisdizionale si conclude fuori dai confini della giurisdizione. In Italia si confonde impietosamente il terreno della giurisdizione e quello amministrativo”. “Con Nessuno tocchi Caino – osservano Coniglio e Renna – abbiamo di recente pubblicato “Prevenire è peggio che punire”. Vale questa riflessione anche per il “caso Catania”. Aver invaso un procedimento giurisdizionale con un atto di natura amministrativa è un fatto su cui riflettere. Del quale, si spera, si renderà conto pubblicamente per ricostruire l’iter giuridico che conduce alla scelta. Dove c’è strage di diritto, c’è sempre il rischio dietro l’angolo che ci sia strage di persone. Catania rimane senza un sindaco, ex abrupto, brutalmente. A Catania intanto – chiosano – “prevenire”, sulla base della Severino, ha significato punire. A esser espropriata, tirando le somme, è la democrazia”.

Giustizia lumaca

Nella vicenda della nuova sospensione del Sindaco di Catania non rimanga sfuocato il reale punto critico della questione: la lentezza della giustizia italiana. E’ inconcepibile che , ad oltre 18 mesi dalla sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Palermo che ha condannato Pogliese, non si sia definito il processo d’appello richiesto dall’imputato . In questo non possiamo che essergli solidali. Un cittadino, qualunque cittadino non può essere tenuto “a vita” sotto processo. In più le sanzioni accessorie previste dalla legge Severino imponevano alla Corte d’Appello di Palermo di rilevare l’urgenza della trattazione del processo: Pogliese ha diritto ad un processo giusto e rapido, i siciliani hanno diritto di sapere se è innocente o colpevole per il reato di peculato per cui è stato condannato in primo grado. Per quanto riguarda le sue eventuali dimissioni, non sentendoci in grado di suggerirgli nulla, siamo sinceramente preoccupati che il rinnovo dell’amministrazione comunale di Catania possa, se in contemporanea alle elezioni regionali o amministrative delle grandi città dell’isola, essere oggetto della spartizione tra le forze politiche. Catania ha bisogno per il suo rilancio di una classe dirigente preparata e capace. Impensabile che la carica di Sindaco di Catania possa essere lasciata come contentino al partito che perde la corsa alla candidatura alla presidenza della regione o a sindaco di Palermo”. Pietro Ivan Maravigna Coordinatore PLI Sicilia Alessandro Pulvirenti Segretario PLI Catania

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