Domani l’Aula sarà chiamata a esprimersi sull’aumento della tassa del 18%. Consiglieri verso il no, ma si rischia di mettere in ginocchio le finanze comunali. La speranza è un intervento della Regione
CATANIA – Un aumento di quasi il 20% di fronte a una città non certo splendente e con alcune aree ancora colme di immondizia. Nonostante l’opera di polizia straordinaria da parte dell’amministrazione comunale operata nei giorni scorsi, infatti, in città, dal centro alla periferia – soprattutto nei quartieri in cui la raccolta differenziata porta a porta è stata avviata da poco – l’emergenza rifiuti è ancora in atto. Eppure, domani sera il consiglio comunale sarà chiamato di nuovo ad affrontare la delibera sull’aumento della Tari. Una strada obbligata, ha dichiarato più volte il primo cittadino facente funzioni, Roberto Bonaccorsi, dovuto principalmente all’aumento dei costi di discarica, legati anche al caro energia. Un atto necessario, dunque, a meno di ottenere il sostegno economico che la Regione avrebbe assicurato in più occasioni per sostenere i Comuni costretti a rivalersi sui cittadini. Il servizio di raccolta dei rifiuti, per legge, deve essere infatti sostenuto interamente dalla tassa.
La delibera, congelata in un primo momento, tornerà dunque in aula ma è facile prevedere che i consiglieri non voteranno o non si presenteranno: non solo il periodo di crisi ormai prolungata ha di fatto fiaccato economicamente l’intera cittadinanza, ma il voto regionale tra pochi mesi e quello cittadino tra un anno circa, impongono ai rappresentanti dei cittadini un comportamento che poi possano spendere in campagna elettorale.
Ne sono coscienti loro stessi che, subito dopo la proposta di aumento Tari, hanno scritto e inviato una lettera a Bonaccorsi affinché si facesse portavoce nei confronti del presidente della Regione Nello Musumeci. “È indispensabile – si legge nella la missiva, firmata dal presidente del Consiglio comunale Giuseppe Castiglione e tutti i consiglieri – che il Governo e il Parlamento, nazionale e regionale, si facciano urgentemente carico del problema e adottino provvedimenti utili a scongiurare questo ulteriore aumento tariffario verso la cittadinanza catanese e siciliana. È inaccettabile – scrivono ancora – che a fronte di un evidente malfunzionamento dei meccanismi di conferimento dei rifiuti, alla base delle gravi emergenze che hanno segnato la città di Catania e di molti altri comuni siciliani, si aggiunga la beffa di un aumento tributario per i cittadini, già stremati dai forti incrementi del costo della vita”.
La possibilità che nessuno voti l’aumento della Tari è dunque concreta, anche se il rischio è quello di squilibrare i conti del Comune, portando a un nuovo dissesto. È quanto ha sostenuto la dirigente del Comune, audita in prima commissione, Clara Leonardi, secondo cui il mancato adeguamento della tariffa ai costi di discarica porterebbe a nuovi debiti fuori bilancio e a dissestare nuovamente. Oltre che al rischio concreto che la discarica chiuda le porte ai camion per mancato pagamento dei canoni. Ed è quanto sottolinea il capogruppo di Salvo Pogliese sindaco, Luca Sangiorgio: “Non si tratta della mia volontà di non votare questa delibera – afferma – ma del fatto che, in un caso o nell’altro, la città sarà gravata, se non dall’aumento della Tari dalle conseguenze che avrà questa decisione sui conti e sulla pulizia della città”.
Per questo Sangiorgio, come gli altri colleghi, invoca l’intervento economico della Regione. Assicurato in passato ma mai concretizzato. “Solo di fronte a una forma scritta e pubblica di impegno da parte del presidente della Regione – continua – questa delibera potrebbe essere approvata”. Il capogruppo evidenzia gli sforzi effettuati dall’amministrazione per recuperare l’evasione, cosa che ha consentito per il 2021 di incamerare circa 5 milioni di euro e che potrà portare alla diminuzione della percentuale di aumento della Tari. Ma il nodo restano i contributi, statali e regionali.
“L’atteggiamento della Regione è scandaloso – sottolinea Graziano Bonaccorsi del Movimento 5 Stelle -. Continua a non muoversi di fronte a un’emergenza di questo tipo. Io non credo voterò – continua -: non credo che l’equilibrio di bilancio sia legato solo alla questione dei rifiuti”. E invoca risposte da Palermo anche il capogruppo di Grande Catania, Sebastiano Anastasi, che, in occasione della discussione della delibera a giugno, aveva ipotizzato che l’aula non avrebbe votato. Posizione che ribadisce: “Credo che la delibera non passerà, che non ci saranno i numeri e che, se non ci sarà il contributo della Regione, ci saranno gravi ripercussioni sul Bilancio e quindi sulla città”.
Non prende posizione il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Castiglione. “È difficile gestire questa delibera – ammette. è vero che è stato detto che il Comune potrebbe finire nuovamente in dissesto così come il fatto che avevamo già votato un amento. In ogni caso – conclude – il Consiglio comunale è sovrano”.