Il 20enne era solito minacciare, picchiare a calci e pugni la compagna e impedirle di uscire di casa e di avere una vita sociale. L'ha violentata durante e dopo la gravidanza.
Avrebbe minacciato di morte e picchiato la sua compagna, di 19 anni, anche quando era incinta del loro bambino e anche quando, dopo la nascita del piccolo, lo teneva in braccio e l’avrebbe costretta ad avere rapporti non consenzienti.
E’ l’accusa contestata dalla Procura distrettuale di Catania a un 20enne che è stato arrestato da carabinieri del comando provinciale etneo. Nei suoi confronti, militari dell’Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ipotizza i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e violenza sessuale. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno fatto luce su episodio di minacce e violenza dal dicembre 2019 ad oggi.
L’indagato è accusato di avere insultato e picchiato abitualmente con calci e pugni la sua compagna, mostrando inoltre una gelosia morbosa e obbligandola a non uscire di casa, impedendole di frequentare amici e parenti e pretendendo il controllo assoluto in ogni aspetto della vita quotidiana. Condotte violente, ricostruisce la Procura distrettuale di Catania, che sono consistite, oltre alle minacce e le botte, nel costringerla ad avere dei rapporti sessuali non consenzienti. La 19enne temendo per sé e per il figlioletto, appoggiata dalla sua famiglia d’origine, ha presentato denuncia contro il suo compagno. “In virtù della proficua collaborazione tra i magistrati di questa Procura della Repubblica impegnati nella delicata materia e i Carabinieri del Comando Provinciale etneo – ricordano la Procura di Catania – dal gennaio di quest’anno ad oggi, si è proceduto all’arresto in flagranza di 48 persone e all’esecuzione di 140 misure cautelari per atti persecutori e/o maltrattamenti in famiglia”.