In queste calde giornate di agosto la gente non ha molta voglia di vedere televisione e di ascoltare radio mentre è continuamente sui siti, una sorta di appendice alla propria esistenza di cui non si può più fare a meno.
Proprio per questa sorta di apatia di telespettatori e radioascoltatori, le rubriche che vanno in onda sono condotte in modo da catturare la residua attenzione. Cosa fanno presentatori, conduttori, autori? Amplificano le notizie, aumentano il dosaggio di drammaticità; in altre parole fanno catastrofismo perché ritengono che in questo modo possano catturare l’attenzione di chi li vede e li sente.
Ora, se da un punto di vista umano questo tentativo di forzare l’attenzione di chi vede e sente può avere qualche giustificazione, da quello professionale non solo non vi è alcuna giustificazione, ma bisogna dire senza mezzi termini che si tratta di una violazione del Codice etico di chi svolge questa professione. Codice etico che dovrebbe essere tenuto sul comodino, per non dimenticarlo.
Catastrofismo, per esempio con le informazioni che vengono dagli Stati Uniti, rappresentando una realtà fasulla e cioè che essi sono sul piede del default. Non è per nulla vero, perché il governo presieduto da Joe Biden e la maggioranza repubblicana hanno stabilito la soglia di massimo indebitamento in 31.400 dollari.
Tale soglia rappresenta all’incirca il cento per cento del Pil statunitense, cosicché non si vede quale sia lo stato di pericolosità della situazione che vi abbiamo descritto e per conseguenza non si capisce l’amplificazione che a essa danno i mezzi di informazione italiani scritti, visti e parlati, se non quella di attrarre comunque l’opinione pubblica, farla spaventare, addirittura terrorizzarla. Per contro, tali mezzi di informazione avrebbero dovuto fare il paragone della percentuale statunitense (cento per cento) con quella italiana (circa 142 per cento). Per cui se fosse vero (ma non lo è) che gli Stati Uniti sono sull’orlo del fallimento, il nostro Paese dovrebbe essere già fallito da molto tempo. Per fortuna la gente non è molto attenta a queste cose e quindi anche il tentativo di un inutile allarme cade nel vuoto.
Altre notizie catastrofiche arrivano, ancora oggi, a distanza di quasi venti giorni dall’incendio verificatosi all’aeroporto di Catania, tutte sul versante della catastrofe: la gente che soffre e suda, che non parte e che non arriva, che deve compiere sei ore di viaggio per andare all’aeroporto di Trapani e due per andare all’aeroporto di Comiso. Tutto vero? Solo in parte minore perché l’aeroporto sta riprendendo la sua normale attività, superando l’ottanta per cento e dovrebbe raggiungere il cento per cento entro pochi giorni.
L’informazione non comunica questi elementi positivi, ma solo quelli negativi, che sono però di misura molto ma molto inferiore.
Altro catastrofismo sull’incendio di una vasca della discarica di Bellolampo. Certamente fatto molto grave di una situazione che questo giornale denuncia da decenni. Vi è una grande responsabilità degli ultimi presidenti della Regione che in questi ultimi 20 anni non hanno fatto costruire i termovalorizzatori. Ma non è una catastrofe.
Vi sono decine di notizie che potremmo riportare e che si commentano da sole per il loro clamore amplificato ad arte da chi vuole attirare l’attenzione a tutti i costi. Lasciamo ai lettori il compito di ricordarne un vasto campionario.
Dispiace però che vengano dimenticati i principi etici dell’informazione, indipendentemente da chi la produce e cioè che essa debba essere completa, obiettiva, bilanciata e, per avere queste caratteristiche, anche verificata.
Ma chi fa questo paziente lavoro? Solo alcuni bravi professionisti che hanno lo scrupolo di informare i propri lettori o telespettatori o radioascoltatori in maniera corretta, equilibrata e puntuale, a prescindere che siano giornalisti o non giornalisti.
A riguardo dobbiamo ricordare che i primi non sono titolari esclusivi dell’informazione perché qualunque cittadino, ai sensi dell’articolo 21 della Costituzione, può essere portatore dell’informazione purché abbia buonsenso, equilibrio e capacità di rappresentare la realtà, non distorta.
