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Catcalling, solidarietà alle donne da un uomo che fa ridere

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Catcalling, solidarietà alle donne da un uomo che fa ridere

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venerdì 09 Aprile 2021

Catcalling, intervista esclusiva a Vittorio Barbera, cabarettista palermitano che su Instagram ha affrontato un tema che sta facendo molto discutere: "Necessario modificare la mentalità"

In queste ultime settimane si parla tanto di catcalling, termine inglese
che indica letteralmente il verso con il quale chiamare il gatto con i
caratteristici bacini, ma che assume una connotazione decisamente negativa se
collegato alle molestie rivolte alle donne tramite fischi, apprezzamenti
pesanti e perfino pedinamenti che possono portare alla morte, come nel caso
della sfortunata studentessa americana Ruth George uccisa nel novembre del 2019
e ritrovata dentro al bagagliaio di un’auto in un garage di Chicago a soli 19
anni.

Vittorio Barbera

Diverse le polemiche sollevate da chi sostiene che, in fondo, si tratti
solo di complimenti innocenti e sia giusto continuare ad
“approcciare” in questo modo. In realtà la mobilitazione sul tema del
catcalling non manca, soprattutto su internet: il profilo Instagram “Sono
solo complimenti” infatti, che come recita la bio racconta “storie di
violenza, abusi, molestie, catcalling e street harassement” conta più di
27 mila iscritti, sia uomini che donne.

Anche la piattaforma Change.org ospita diverse petizioni al riguardo.
Recentemente inoltre, Aurora Ramazzotti ha posto l’argomento ancora più in
risalto denunciando di essere vittima costante di molestie per strada, ogni
qualvolta metta una gonna o vada a correre.

Ma non manca la solidarietà maschile: il comico palermitano Vittorio
Barbera
infatti, si è recentemente esposto tramite il proprio profilo
Instagram, con un post in difesa delle donne vittime di molestie. Vittorio, i
cui miti sono Fiorello e Carlo Verdone, ha un curriculum di tutto rispetto,
nonostante la giovane età: a 24 anni infatti, può vantare di aver studiato al
teatro Crystal di Palermo sotto la direzione artistica di Mario Pupella,
collabora con la “Panormos Officina Artistica” e con la compagnia
teatrale “Lab Teatro che passione” di Salvo Caminita. Monologhista in
teatro, lo troviamo anche in tv, nel programma “Papavero Magazine” di
Giusy Randazzo e in radio in veste di speaker, all’interno del
programma”#gnuranza” su Prima Radio condotto insieme ad Andrea
Lombardo. Molto attivo sui social infine, vanta su Instagram la bellezza di
20.000 followers. L’abbiamo intervistato per voi.

Vittorio, tu sei un attore comico palermitano, rappresenti da una parte
l’uomo passionale siciliano e dall’altra, l’artista deputato a far ridere la
gente con argomenti leggeri: perché hai deciso di trattare il tema del
catcalling?

“L’ho fatto perché, essendo un artista comico che getta sempre un occhio
alla società, perché io credo che la comicità non sia altro che la società che
ci circonda, cerco sempre di trattare argomenti molto vicini a tutti noi,
seppure scomodi. Il catcalling secondo me è un argomento che merita attenzione
e merita di essere denunciato perché, come racconto nel mio video su Instagram,
non è pensabile che nel 2021 una donna non debba sentirsi al sicuro quando
torna a casa: ho deciso di dare voce a tutte quelle donne che vivono una
situazione di disagio, seppur tramite la risata”.

Alla luce dei numerosi insulti e minacce che hai ricevuto, pentito di
questa scelta?

“Assolutamente no, perché sono abituato a ricevere insulti da quando tratto
argomenti scomodi. Sono seguito da parecchia gente sui social, soprattutto
ragazzini, ed è già capitato di ricevere insulti, anche in teatro, ogni volta
che vado a toccare qualche nervo scoperto. Fa parte del mestiere, lo metto in
conto, non ho la pretesa di piacere a tutti. Le minacce invece, lo ammetto,
sono una novità che non era mai successa prima”.

Nel tuo video su Instagram, affermi che le vittime di catcalling, alla
lunga, finiscono col vivere una sensazione di pericolo e disagio psicologico:
secondo te allora è meglio che la donna vada in giro con lo spray al
peperoncino o si possono convincere gli uomini a cambiare strategia
d’approccio?

“Partendo dal presupposto che, purtroppo, viviamo in una società malata,
pandemia a parte, bisognerebbe iniziare a modificare la mentalità degli uomini.
Non dico cambiare, perché cambiare convinzioni così radicate è difficile e ci
vuole parecchio tempo. Se pensiamo ad esempio, che gli omosessuali hanno avuto
dei diritti soltanto negli ultimi tempi e l’omofobia esiste ancora, questo fa
capire quanto ancora ci sia da fare per cambiare tutto il resto. Le donne
purtroppo, ripeto purtroppo, vivono in una situazione di pericolo ma non credo
che debbano girare con lo spray addosso: si deve seriamente iniziare a cambiare
la mentalità”.

Sempre nel tuo video su Instagram, a un certo punto inviti i tuoi followers
a riscoprire “i veri valori”: cosa intendi?

“La mia è una famiglia molto tradizionale, che mi ha insegnato fin da piccolo il rispetto verso le donne, che “non si toccano nemmeno con un fiore”. Io ho solo 24 anni quindi rientro nella categoria dei giovani d’oggi, però devo dire che questa pandemia mi ha insegnato a riscoprire le piccole cose, come il bacio e l’abbraccio di mia nonna, che mi mancano molto. Qualcuno potrebbe dirmi “stai facendo il buonista, il moralista” ma la realtà è che questa pandemia, contrariamente a quello che si dice, non ci ha insegnato nulla”.

Teresa Fabiola Calabria

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