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Cateno De Luca con il diserbante lancia il “Governo di liberazione dal pizzo legalizzato” – VIDEO

Cateno De Luca torna a fare conferenze stampa show all’Ars, questa volta con un pacco dono per il presidente della Regione in bella vista. L’oggetto della lunga esposizione del fondatore di Sud chiama Nord è sostanzialmente il “sistema regionale malato”, costituito dal dalla filiera burocratica e dal sottogoverno in generale. Che il sistema regionale è malato, secondo il sindaco di Taormina, si evince dalla vicenda giudiziaria che tocca la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro ma anche o soprattutto dai quindici tra funzionari e dirigenti coinvolti ed accusati a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, turbata libertà degli incanti ed associazione per delinquere.

La conferenza stampa di Cateno De Luca

Su questo aspetto però il deputato regionale e sindaco di Taormina invita a mettere da parte l’ipocrisia fingendo stupore per i fatti contestati agli indagati, perché si sa che funziona così. Il leader di Sud chiama Nord definisce candidamente “un segreto di Pulcinella” la spartizione politica dei vertici. “Questa è la Sicilia che ci fa schifo, e che non ha colore politico”, dice De Luca.

In sala stampa all’Ars, Cateno De Luca è affiancato dai due deputati regionali Giuseppe Lombardo e Matteo Sciotto e dal coordinatore regionale Danilo Lo Giudice. Ma è solo un monologo, e De Luca basta per esporre tutto mettendo in rassegna prove tangibili di un malfunzionamento generale che passa dalla conferenza dei servizi disertata alla piattaforma unificata della Zes unica che non funziona fino al tema che più lo infiamma: il trasporto pubblico locale in Sicilia.

Trasporto pubblico locale extraurbano che, tra contributo regionale e biglietti dei viaggiatori, per Sud chiama Nord vale circa 1,5 miliardi di euro e sarebbe in mano al monopolio di una sola famiglia. Così, con la verve che lo contraddistingue, De Luca snocciola tutta la hold company ricondotta in capo ad Antonio Scelfo e che si scontrerebbe con il sistema di trasporto pubblico locale extraurbano attivato dal sindaco di Taormina al quale è stato intimato lo stop entro il 31 dicembre pur avendo le norme regionali a favore.

“Lanciamo il governo di liberazione dal pizzo legalizzato”

Non risparmia uffici, dipartimenti né concessioni Cateno De Luca definendo quello delle autolinee come “un servizio che fa schifo e che è stato impostato con una logica delinquenziale”. Quindi l’annuncio politico che non poteva mancare, con il nuovo progetto di Cateno De Luca che non tarda ad arrivare in sala stampa all’Ars: “Lanciamo il Governo di liberazione dal pizzo legalizzato”. Bisogna fare pulizia, e bisogna farla negli uffici liberando la Sicilia da monopoli gestionale che si prestano alla corruzione immobilizzando la Regione. In sintesi secondo il deputato regionale non era venuto meno al ricordare che sulla nomina di Alessandro Caltagirone all’azienda sanitaria di Siracusa il suo partito – unico a farlo – aveva presentato una interrogazione parlamentare per “profili di inopportunità”, rimasta inascoltata fino alla notizia della richiesta di arresto di pochi giorni addietro.

Sud chiama Nord però non si sta sfilando dall’appoggio esterno alla coalizione di centrodestra del governo Schifani. Anzi, la denuncia di Cateno De Luca di ieri è parso più un tender la mano al presidente della Regione Siciliana. Tanto da portargli un dono, a Renato Schifani, che lo stesso De Luca, scartata la confezione regalo, indosserà per consegnarlo personalmente a Palazzo d’Orleans (dove il presidente era ovviamente indisponibile per ricevere il dono con il suo portatore e codazzo al seguito). Il dono era una pompa irroratrice per diserbante. Perché Schifani dovrà fare il giro di tutti gli uffici e diserbare quel sistema regionale malato di cui sopra.

De Luca: “Se Schifani prenderà un po’ delle nostre proposte le voteremo”

Denunciando “asservimento” negli uffici della Regione Siciliana, Cateno De Luca si candida implicitamente ad aiutare Renato Schifani nell’efficientamento dei servizi regionali. Perché il problema non è nominare manager ma nominarli per far funzionare le cose, secondo il sindaco di Taormina. “Se il presidente Schifani, anche in questa legge di stabilità, prenderà un po’ delle nostre proposte e le inserirà nel suo disegno di legge, nella sua idea, noi voteremo la legge di stabilità”, dice Cateno De Luca puntualizzando il dovuto distinguo: “Tranne che non ci siano anche porcherie nella stessa legge”. Questa la dichiarazione di intenti del leader di Sud chiama Nord, che all’Ars conta tre deputati, e che riguardo lo stato della Regione Siciliana ha annunciato che se non si usa quel diserbante è “meglio staccare la spina al governo piuttosto che andare incontro alla paralisi” del governo.

Un esempio di proposte già consegnate a Schifani lo propone lo stesso De Luca: “Non è pensabile che il demanio marittimo, già urbanizzato, con strade e piazze che coinvolgono 130 comuni, continuino a rimanere nelle mani della Regione; i comuni non hanno potuto regolarizzare i canoni, nessuno interviene e non si possono fare progetti perché ovviamente i comuni non ne hanno la titolarità”.

La richiesta di discontinuità a Schifani

Ma qual è il tempo concesso a Renato Schifani per dimostrare di aver usato il diserbante? “Già con la legge di stabilità può cominciare a dare discontinuità, perché noi gli abbiamo anche proposto in questa legge di stabilità delle norme che ci salvaguardano anche dalla burocrazia”, risponde Cateno De Luca proponendo anche un esempio: “Per quanto riguarda la commissione di valutazione di impatto ambientale, non è pensabile che un parere che già è stato approvato dalla stessa commissione deve poi ritornare, alla fine, per la valutazione ottemperanza raddoppiando quindi i tempi del procedimento”. Una norma che secondo Cateno De Luca non esiste nelle altre regioni ed è tipica in Sicilia “solo perché ti devi togliere il cappello fino all’ultimo secondo”.

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