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VIDEO | Cateno De Luca: “Farò di tutto per staccare la spina a questo governo”

L’appuntamento è a Caltagirone, il 18 gennaio. Questi data e luogo scelti da Cateno De Luca per rivelare se e quanti deputati regionali avranno deciso di aderire al suo nuovo progetto politico trasversale all’attuale schema bipolare del Parlamento siciliano. Il suo “Governo di liberazione” dovrebbe quindi essere una nuova cattedrale per gli esuli, e Ti amo Sicilia il suo nuovo progetto. Tanto che in conferenza stampa De Luca si è presentato da solo e preannunciando che non c’é Sud chiama Nord.

“Io, con l’entrata in campo del centro studi Ti amo Sicilia non svolgerò più attività di partito”. Cateno De Luca dice che quella compiuta è “una scelta che va al di la dei partiti”, che si tratta di un “principio sturziano”. Nel frattempo parla di legge di stabilità, di ponte sullo Stretto e di azzeramento della giunta Schifani quale consiglio non richiesto ma che si sente di dare al presidente della Regione.

La previsione di De Luca sugli equilibri all’Ars

La manovra finanziaria “sarà il Vietnam”, prevede De Luca in caso di mancata soluzione agli squilibri interni alla maggioranza, e la data fissata è un dopo finanziaria ma soprattutto un dopo conclusioni sulla composizione della giunta Schifani. Per quella data, Cateno De Luca ritiene di poter già avviare se non ufficializzare negoziati per la costituzione di un ago della bilancia in Assemblea regionale. Non dice se scoprirà solo la stampa oppure anche il suo movimento politico, a quella data, quante e quali adesioni ci saranno.

Accenna un “posso solo dirvi che già le adesioni che ci sono, sono adesioni di varia natura”. Il suo soffermarsi in conferenza stampa all’Ars sul cannibalismo che vede all’orizzonte della Democrazia Cristiana parlamentare siciliana, e non solo, ha però suggerito che l’invito a tutte le forze politiche ed i soggetti politici a partecipare all’evento di Caltagirone vale particolarmente per i democristiani dell’Ars.

Il “Governo di liberazione”

Su questo concetto di politica trasversale pare infatti incentrarsi il “Governo di liberazione”. Il messaggio pare essere stato letto in questi termini dal gruppo Dc all’Ars, che proprio il giorno precedente, alla vigilia della soluzione sull’articolato della finanziaria aveva comunicato la scelta di massima lealtà a Schifani in parlamento. “Apprezziamo la disponibilità di Cateno De Luca, la sua apertura e la sua mancanza di preclusioni verso soggetti politici che sono accomunati da un’unica volontà: appoggiare il Governo Schifani in questa parte finale di mandato che dovrà essere caratterizzato da una ultima stagione di riforme”. Risponde così, a stretto giro, il gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana. “La stagione delle riforme – proseguono i democristiani rispondendo alla possibilità di un intergruppo parlamentare proposto da De Luca – che avevamo già chiesto al momento della fiducia al presidente Schifani, caratterizzerà l’ultima parte del mandato e rivoluzionerà diversi aspetti della vita quotidiana di noi siciliani”.

Cateno De Luca ha lanciato il messaggio, sia al governatore che ad alcuni suoi alleati, scommettendo sulla data di Caltagirone. Tra le scommesse c’é l’affondamento di parte della finanziaria e di alcune riforme che già erano state respinte dalla maggioranza a Sala d’Ercole, come la riforma dei Consorzi di bonifica e la norma sui laghetti aziendali per contrastare la siccità in ambito agrozootecnico. “Nell’immediato futuro – concludono i deputati democristiani all’Ars – valuteremo attentamente la nascita di nuove realtà parlamentari anche di intergruppi, purché siano in grado di dare più forza al governo Schifani nell’ottica della stagione delle riforme”. L’apertura c’é, ma con attuale vincolo di schieramento. La legge di stabilità sarà “un aperitivo” al possibile banchetto di gennaio, quando si saprà chi potrebbe aver deciso di cambiare gruppo all’Ars, ma “sono due momenti diversi” dice De Luca.

De Luca: “La finanziaria fa schifo, il governo Schifani continuare ad essere sordo”

“Se noi ci troviamo oggi con un governo – afferma Cateno De Luca – che continua ad essere sordo e vuole sbattere al muro, e quindi ci vuole fare approvare una finanziaria che fa schifo, è ovvio che c’é una premessa ben chiara e un aperitivo che riguarda l’ostinazione a continuare in una azione di non governo che ovviamente continuerà a portare a sbattere non questo governo ma la nostra terra; quindi farò di tutto per staccare la spina a questo governo”. Nel caso in cui Sala d’Ercole dovesse votare sull’emendamento soppressivo proposto dal governo per il fondo da 50 milioni per le piccole opere, De Luca premette che deve ancora capire “in quale scenario” dovrà scegliere come voterebbe.

“Se è un regolamento di conti, perché ora nasce il problema delle singole rubriche – spiega De Luca – su cui ovviamente ognuno ha tentato di fregarsi i soldi in ante parte, perché qui c’é una legge di stabilità che in ante parte è stata fatta e quindi c’é chi ha fregato di più e chi ha fregato di meno e ora che le carte sono scoperte scatteranno le faide”. In sintesi, senza una visione strategica, nel caso di soppressivo del fondo piccole opere, De Luca afferma che “per evitare di poter essere coinvolti in queste faide ce ne usciremo dall’aula”.

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