Cava dei Modicani, dipendenti in protesta - QdS

Cava dei Modicani, dipendenti in protesta

Stefania Zaccaria

Cava dei Modicani, dipendenti in protesta

sabato 27 Febbraio 2021

L’azienda uscente ha omesso i pagamenti delle ultime due mensilità. Fp-Cgil e Fiadel: “A nulla sono serviti i continui solleciti, andiamo avanti a manifestare sperando che i lavoratori possano ricevere quanto spetta loro”

RAGUSA – Un sit-in di protesta contro il mancato pagamento delle ultime due mensilità. È questo il motivo dello sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali Fp-Cgil e Fiadel di Ragusa in merito ai dipendenti dell’impianto di Trattamento meccanico biologico di Cava dei modicani.

L’azienda cessante, la Impreser, che ha gestito fino al 2 febbraio l’impianto non ha infatti pagato i due stipendi ai lavoratori.

“Non sono serviti i continui solleciti, inviati alla ditta uscente, da parte delle organizzazioni sindacali, quindi – hanno sottolineato i segretari provinciali di Fp-Cgil e Fiadel di Ragusa, Salvatore Tavolino e Giorgio Iabichella – procediamo alle azioni di protesta sperando che questa vertenza possa concludersi al più presto ed i lavoratori possano ricevere le retribuzioni di ben due mesi (dicembre 2020 e gennaio 2021) e le spettanze di fine rapporto. Anche se dal 3 febbraio scorso la gestione dell’impianto sia stata affidata alla Iblue scarl, i lavoratori devono sopravvivere e necessitano delle retribuzioni che non ricevono da dicembre 2020”.

In questi giorni, dopo un sit-in, pacifico, davanti al palazzo dell’Ex provincia di Ragusa, in Viale del Fante, una rappresentanza di lavoratori ha discusso con il sindaco di Ragusa nonché presidente della società di gestione rifiuti Peppe Cassì per capire meglio il da farsi.

“Ho incontrato i lavoratori dell’impianto di Tmb di Cava dei modicani che – ha evidenziato Cassì – nonostante non percepiscano i loro stipendi da due mesi, continuano responsabilmente a svolgere i loro servizi, evitando di far ricadere il peso di questa situazione sui cittadini del territorio ibleo. Nel passaggio tra la gestione Ato in regime commissariale e la nuova gestione Srr in ordinario, il servizio, all’esito di nuova gara, è passato a una nuova società. Quella che gestiva in precedenza ha omesso di pagare gli ultimi due stipendi, lamentando a propria volta la sussistenza di propri ingenti crediti. Alcuni Comuni sono infatti morosi nel pagamento delle quote di propria competenza e ciò ha causato la attuale situazione di grave sofferenza”.

“Come presidente Srr, nonché sindaco di un comune in regola con i pagamenti – ha aggiunto il primo cittadino di Ragusa – mi sto adoperando perché nella complessa fase di subentro della Srr alla gestione commissariale, tutte le pendenze vengano regolate, nell’interesse di tutti, in primo luogo a tutela degli operatori cui oggi va riservata ogni attenzione”.

Dopo il sit-in di protesta, i consiglieri comunali del Pd Mario D’Asta e Mario Chiavola hanno chiesto al sindaco di riferire in aula sulla questione. “Vogliamo capire, insomma – hanno detto i due consiglieri – perché si è arrivati a questo punto e in che modo il Comune di Ragusa può incidere per aiutare i lavoratori in questione a percepire le spettanze dovute”.

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